· Non posso
dire che mi è piaciuto, e neppure dispiaciuto. Buona scrittura, veloce nella
lettura, mancavano i colori. Non ho riletto, se non la seconda parte. Manca
qualcosa, pieno di personaggi borderline, sfortune raccontate con delicatezza,
entra un po’ troppo nei particolari, il parto, il lavoro. È un punto di
debolezza. Tutto raccontato con battiti leggeri, no pugno nello stomaco,
piccoli rumori, abbastanza contenuto. Marie – con gli occhiali - vede tutto.
Testarda, non si ferma davanti a nulla. Vede, ascolta, interiorizza, si
relaziona stupendamente con gli altri. Mi è piaciuto molto il marito, grande
umanità, grande rispetto per la scelta della persona, persona soave che non
emerge mai con durezza, accompagna con dolcezza. Molto laico nonostante la cultura
cattolica. Non lo c9nsiglierei, ma non mi è dispiaciuto leggerlo.
· D'accordo
con chi mi ha preceduto su scorrevolezza, personaggi, il fratello borderline,
mi è piaciuto, sono contenta di averlo letto, questa visione del quartiere mi
ha fatto piacere. Forse non supererà anni e decenni, ma di inserisce
dignitosamente tra i libri che hanno raccontato l’immigrazione irlandese, di
proporzioni epocali e di impatto sugli altri. Realtà particolare di questi
immigrati che già sapevano la lingua. Ho sopportato meglio che in altri libri i
salti di tempo, i sogni invece no. Il sogno di chiusura è un giochetto troppo
facile.
· Il libro mi
è piaciuto, con tanti avvenimenti scritti in modo ricco ma essenziale. Vita
resa straordinaria attraverso sguardo etico e minimale, compassione per gli
eventi. Sguardo miope della bambina, per questo mancano i colori, il ragazzo
cieco, la ragazza elegante, la mamma buona, sono filtrati dallo sguardo miope.
Interessante l’incastro narrativo di presente e passato. La protagonista riesce
a gestire il suo difetto e questo le fa accettare anche l’errore
dell’intervento. Bello il rapporto familiare, tanta semplicità nel raccontare
alcolismo, omosessualità, sessualità giovanile, religione, lavoro. Vita e
morte, vedo e non vedo, amore e matrimonio.
· Ammetto con
disagio che il libro non mi è piaciuto. Mi interessano i libri che raccontano
di comunità nelle città, migranti che si uniscono per superare le difficoltà.
Non ho trovato descrizioni che appagano questo mio modo di vedere. Solo un
collegamento con il film Il signore delle formiche, anche qui l’omosessualità
viene curata in ospedale con l’elettroshock, il fratello ne esce devastato, né
guarito né curato. La protagonista vede il mondo con lenti così spesse che non
mi ha comunicato quasi niente. Amore per la quotidianità, ripetizioni,
descrizioni ripetute e noiose. Non lo consiglierei.
· Poetica
della quotidianità, raggi di luce, foglie splendenti, prevale però il pattume,
stucchevole, noioso. Brooklyn, personaggi, mancanza di voglia di voltare
pagina, bambina riottosa (vedi episodio del pane). Mi ha colpito la figura del
fratello, escluso dal seminario perché gay, poi ospedale psichiatrico. Accenni
a Dickens (Fagin, Heep), ma la protagonista poi non lo legge. Mi è piaciuto
molto il lavoro con ruolo di consolatrice. Poi però la vita va avanti, i figli
vanno via, loro invecchiano. Non lo consiglierei.
· Mi mancano
ancora tante pagine, in genere i libri delle scrittrici minimaliste americane
mi piacciono molto. Mi è venuta in mente Elizabeth Strout, anche lì sinoarte da
vicende di gente comune, vite che non hanno esplosioni di vicende coinvolgenti,
brillanti, ma ci sono vicende tremende, disabilità, padri alcolisti e violenti.
Racconto di vita, all’interno tante storie, apparentemente normali. Differenza
di profondità con Strout, non mi fa capire il vero senso della vita di Marie,
ma non so cosa ci stia dicendo, solo descrizione, o qualcos’altro? Magari non è
riuscita la scrittrice. Non ci sono eventi, dite voi, io dico il rapporto con
Walter lo zoppo, non si sa bene come, ma è l’amore della sua vita.
· Sono
cresciuta in un’epoca in chi la vita deve essere eclatante, questo libro
intende invece raccontare il piattume. Poi però mi è tornata in mente
l’antologia di Spoon River e verso la fine arriva il fratello e ribalta tutto e
diventa protagonista. Un grande passo per me, un piccolo passo per l’umanità.
Ognuno è protagonista della propria vita. Chi dalla sofferenza diventa buono,
chi cattivo.
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