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2023-09-12 Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

La scrittura del romanzo viene unanimente apprezzata, viene definita bellissima, un gioiello, l'uso del linguaggio è sempre colto e raffinato, ricco di metafore sempre espresse in modo armonioso e suggestivo. Le immagini sono potenti e originalissime (si cita la morte del coniglio, il carretto siciliano, il giardino con le piante rigogliose e marcescenti, il frac). Lo scrittore trova il modo di descrivere azioni semplici e quotidiane con immagini  di grande vivezza. Il film che il regista Luchino Visconti ne ha tratto riesce a riprodurre l'incanto della scrittura di Tomasi di Lampedusa.

 

I personaggi, tutti dal primo all'ultimo, da quello centrale del principe fino ai comprimari, sono significativi, disegnati a pennello, dalla loro descrizione, dalle loro azioni, dal loro carattere emerge la potenza del quadro di insieme relativo alla Sicilia di quell'epoca e al passaggio storico che l'isola stava vivendo. Di peculiare resa, di massima grandezza, la figura del principe Fabrizio, che pure essendo un animo libero, dal pensiero indipendente, curioso e di vasta cultura, appare contaminato dall'ambiente che lo circonda, condizione  che determina il significato stesso del romanzo e fa intravedere la posizione stessa dello scrittore.

 

Il contesto storico caratterizza e determina il senso stesso del romanzo che solo in apparenza parla di amore. Il fulcro è il passaggio di potere tra il sistema feudale e borbonico siciliano in cui Fabrizio e la sua famiglia sono cresciuti e di cui si sono nutriti a quello legato al processo di unificazione dell'Italia sotto il regime sabaudo, con i moti garibaldini e lo spirito di novità e progresso di cui sembrano essere portatori. La morte del principe, accompagnata lungo tutto il romanzo dai suoi pensieri e intuizioni (si veda il lungo brano dell'incontro con il piemontese Chevalley, incaricato di proporre a Fabrizio di far parte del senato sabaudo) suggella il fallimento del sistema feudale.

Un intervento pone l'accento sul fatto che all'epoca dell'uscita del romanzo (1958) l'idea del progresso del meridione fosse diversa da ora, piena di speranze e buoni propositi, idea che sembrerebbe contrastare con quella dello scrittore. Un altro intervento propone il tema della utilità del romanzo, ai fini di un cambiamento generale, pure bellissimo, il romanzo sembra portare avanti una visione retrograda del mondo. Questo contributo ha positivamente sviluppato una produttiva discussione nel gruppo.

 

Le tematiche del romanzo, come si diceva, ruotano intorno agli aspetti relativi al mutamento e al passaggio di regime. Tali tematiche allo stesso tempo trascinano e si colorano di altri temi, strettamente ad esse connessi, ovvero quello della morte e della finitudine dell'essere umano, espresse dai pensieri, dalle riflessioni e dai tormenti che vive il principe. Si aggiungano anche le tematiche relative alla scienza e ai suoi progressi, le tematiche delle relazioni, amorose, sentimentali e non, le sfaccettature della natura umana (divisa tra opportunismi, arrivismi, meschinità, passioni e pulsioni anche erotiche), il decadentismo che permea tutto il romanzo ed si evidenzia spesso nelle descrizioni ambientali e fisiche (il giardino, il clima siciliano, il caldo e il sole).


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