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I sommersi e i salvati di Primo Levi


 Report


Tanto alla prima lettura che alla seconda o perfino alla terza, tutti i componenti del gruppo hanno trovato il libro sconvolgente. A differenza a dei primi scritti di narrativa di Levi sull'argomento (Se questo è un uomo e La tregua), qui l'impostazione saggistica porta ad una descrizione completa e minuziosa dell'universo di Auschwitz. Ne emerge così la nota crudeltà, spesso gratuita, degli aguzzini, ma trapelano anche le miserie, le tensioni e i conflitti degli internati, disperatamente tesi alla sopravvivenza personale a qualsiasi costo. Differenziate le ben diverse responsabilità, da questo inferno nessuno esce indenne, insomma. Pubblicato nel 1986 (l'anno prima del suicidio)  I sommersi e i salvati è un vero e proprio testamento, in cui prima di tutto Levi rinfaccia al popolo tedesco del  Terzo Reich la mancata diffusione dellla verità sui lager. Alcuni interventi hanno richiamato drammi più recenti in qualche modo analoghi ( Cile, Argentina, ex Jugoslavia, Libia ecc.), riconoscendo però la mostruosa, esclusiva scientificità dell'organizzazione nazista finalizzata alla completa soppressione degli Ebrei (la cosiddetta soluzione finale), accanto alla persecuzione di altre categorie minori. Un'operazione certamente senza eguali, da evitare in ogni modo che si ripeta, nonostante l'incredibile perdurante antisemitismo tuttora diffuso anche fra noi (Liliana Segre docet).

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