Autrice di diversi romanzi, Samar Yazbek è una figura di spicco dell’opposizione a Bashar al-Asad. Di confessione alawita, nasce a Jable nel 1970, studia Letteratura araba a Damasco per intraprendere poi la carriera di giornalista, sceneggiatrice e scrittrice. Le sue opere trattano della condizione femminile e dei rapporti della comunità alawita con il potere. Nel 2011, dopo la sua presa di posizione contro il regime, è sottoposta a minacce e intimidazioni che la costringono a fuggire dal paese con la figlia per approdare in Francia.
Messa in salvo la figlia, Samar Yazbek, decide di tornare in Siria clandestinamente attraversando a piedi, in condizioni precarie, il confine turco-siriano. Tra il 2012 e il 2013 l’autrice compie diversi viaggi attraverso il paese, spinta dal desiderio di documentare le atrocità della guerra, di testimoniare quello che accade in Siria, di scrivere le storie dei siriani prima che svaniscano nell’oblio.
Passaggi in Siria nasce da questa esperienza e dagli appunti presi nel corso dei suoi viaggi clandestini. Il racconto è preceduto dalla dedica: «Ai martiri traditi della rivoluzione siriana. Questo libro è dedicato a voi».
Yazbek osserva “dall’interno” una rivoluzione che da pacifica è diventata guerra civile, lotta armata con l’afflusso crescente di brigate e milizie jihadiste straniere. Rischia la vita più volte, ma continua a muoversi sotto le bombe, scampando alla morte per miracolo. Vede bambini mutilati, colleghi giornalisti rapiti, osserva il suo paese che scivola nel baratro della barbarie nell’indifferenza di tutti. Un paese culla di civiltà antichissime spazzate via da una violenza senza senso. Massacri, stupri, saccheggi, dopo i missili arrivano gli elicotteri del regime che sganciano i barili-bomba sui civili.
Nonostante i pericoli la scrittrice continua ad incontrare donne, ragazzi, civili in armi, anche jihadisti, e lei donna, intellettuale, laica e alawita, raccoglie le storie che hanno da raccontare.
Attraversa la regione di Idlib, liberata dagli insorti ma in particolare due sono le città che Yazbek raggiunge: Saraqeb e Kafranbel nel nord della Siria, città simbolo perché liberate dai ribelli e per questo attaccate dal regime di Assad. La scrittrice è scortata da alcuni attivisti e combattenti che hanno partecipato alle prime rivolte, uomini che per la prima volta si sono visti costretti a imbracciare un fucile per difendere se stessi e le proprie famiglie. Sono loro e le loro storie i protagonisti di Passaggi in Siria.
Visitando il paese la scrittrice resta coinvolta personalmente ed emotivamente nelle situazioni che si trova a vivere, il suo obiettivo non è solo quello di raccogliere storie ma anche di portare aiuti ai molti bisognosi, in particolare alle donne che cerca di supportare con vari progetti il cui scopo è quello di sostenere i diritti femminili e l’istruzione dei bambini.
Eppure in questo scenario apocalittico l’umanità resiste: l’umanità delle donne che pur avendo perso tutto continuano ad occuparsi dei figli e della famiglia, avviano laboratori artigianali per sostenersi, l’umanità dei bambini che giocano tra macerie, tombe e bombe, l’umanità degli innamorati, l’umanità di chi ha perso tutto ma non la dignità e la voglia di vivere, il coraggio di chi rimane perché pensa che il paese avrà bisogno di loro per ricominciare.
Un viaggio dopo l’altro, l’autrice compie la sua “discesa negli Inferi”, vede la devastazione allargarsi e l’odio divampare, capisce che la sua Siria non esiste più.
Il gruppo ha apprezzato il testo, che non è una lettura facile, il coraggio di questa donna che si spinge fino ad intervistare un emiro jihadista, l’amore per la sua gente e il suo paese, la sua tenacia e la tenacia degli attivisti.
C’è chi ammette di aver preferito il terzo passaggio, perché è la parte che coinvolge maggiormente. Nella discussione ognuno/a ricorda i personaggi che più l’hanno colpito/a, ad esempio i giovani che continuano a resistere pur consapevoli di essere destinati a morire come tanti compagni e compagne prima di loro; c’è chi fa un parallelo con la guerra iugoslava e l’assedio di Sarajevo, e chi resta colpito dalla presenza di tanti attori stranieri oltre all’esercito siriano.
Infine c’è una riflessione politica di chi era giovane all’epoca della guerra del Vietnam, allora era facile capire da che parte schierarsi, tra il potere statunitense e i vietnamiti, i “cattivi” erano evidenti, sembrava facile capire come andava il mondo. Oggi il mondo è più complesso, complicato, un mondo che va in direzioni che si fa fatica a interpretare. Dal punto di vista letterario è stato sottolineato, giustamente, che il testo non è un romanzo ma un grande reportage, nello stesso tempo si evidenzia come alcuni episodi costituiscano dei brevi racconti di forte impatto emotivo e validi dal punto di vista letterario. La narrazione comunque risulta in generale intensa e coinvolgente.
Nel corso della discussione è emersa anche la guerra in Ucraina, dove gli orrori non sono molto diversi da quelli raccontati da Yazbek.
Nessun commento:
Posta un commento