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2020-06-01 Racconti di Ernest Hemingway


Ernest Hemingway – Fiesta e alcuni racconti
  • La farfalla e il carrarmato
  • Paesaggio con figure
  • Dieci indiani 
  • Campo indiano
  • Grande fiume dai due cuori 


§§§
Fiesta, l’ho giudicato su due piani distinti, lo stile e il contenuto.
Lo stile. Si tratta di un racconto lungo su materiale autobiografico, che rispecchia il suo giro di amicizie. Molto positivo, stile asciutto, essenziale, belli i dialoghi, incisivi. Ha un tocco da cronista, sembra di poter vedere, suoni colori, picadores, Parigi, Pamplona.
Il contenuto. James Barnes è l’alter ego dello scrittore, Brett è ragazza fragile, alcolizzata, ninfomane. Non mi sono piaciuti i personaggi, votati all’autodistruzione di lusso, con l’alcol che è il vero protagonista del romanzo, il filtro attraverso cui viene affrontata la realtà.
Importante per Hemingway la tauromachia, anche questa vista attraverso i fumi dell’alcol.
Il romanzo è pieno di vita e di alcol, ho avuto il fegato a pezzi alla fine della lettura.
I racconti. Mi sono piaciuti molto, soprattutto Paesaggio con figure. Un attacco di guerra diventa teatro o finzione, ci sono uomini veri, ma piccoli e lontani.
Campo indiano. Nick, alla fine si è sentito protetto dalla morte dal padre invincibile.
§§§
Fiesta. Sono stata presa dallo stile e dal linguaggio più che dal contenuto. Prevalgono i dialoghi, stile da giornalista, linguaggio da cronista.
Il mondo che racconta mi ha disturbato, non per moralismo, ma perché i personaggi sono esasperati, l’alcol è strumento di distruzione, gli uomini sono tutti perdenti; Brett primeggia per fascino e bellezza. Mondo per il quale ho avuto un rifiuto.
Belli i brani sul tragitto in pullman e sulla giornata di pesca, non sono d’accordo sul fatto che Fiesta sia il capolavoro di Hemingway.
I racconti. Una piacevole sorpresa quelli con Nick. Stile asciutto e conciso, mai una parola di troppo.
Due cuori. Atmosfera idilliaca in cerca di pace. Niente di prolisso, tutt’uno con la natura in cui Nick si immerge. Attraverso le sue azioni conosciamo i suoi sentimenti, e attraverso le descrizioni.
Anche negli altri racconti il contenuto è minimo.
 In sintesi, ho preferito i racconti a Fiesta. Un elemento che me li ha fatti piacere di più è il fatto di averli ascoltati, a differenza del romanzo che ho letto cartaceo.

Infine, una parola sul mondo di Hemingway, che ho avuto modo di conoscere all’Havana, Finca Vieja, dove tutto parlava di lui. una vita esagerata, inscindibile dai suoi romanzi.
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Ho letto i racconti, si è trattato di un tentativo fallito, lo trovo molto noioso. Caccia, guerra, pesca, raccontati con uno spirito che non emoziona.
La critica dice: descrittività esasperata.  Lo scrittore vuole condividere il vissuto con chi non c’è stato ma a me i dettagli annoiano.
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Non ho letto Fiesta, ma i racconti. È stato come rinnovare una conoscenza. A me sono molto piaciuti, anche se ho nettamente preferito i tre racconti americani a quelli spagnoli di guerra. Questi ultimi, in cui racconta tanata distruzione osservata da lontano non sono tra le sue cose migliori.
I racconti in cui è protagonista Nick ricordano il mito dell’America della nostra adolescenza. Grandi boschi, grandi spazi. Anche se non mi intendo di poesia e non penso sia descrivibile la felicità dell’aria aperta, mi hanno entusiasmato le descrizioni, che raccontano la felicità dentro l’anima di Nick.
Non trovo che ci sia razzismo in Hemingway, semmai un rapporto ambiguo, non liscio, con gli indiani della sua infanzia. E non trovo che ci sia maschilismo, ma il racconto dell’americano che si sa arrangiare.
§§§
In passato avevo letto Il vecchio e il mare, i racconti li ho letti solo ora. Dalla sua biografia capisco che lui racconta la sua infanzia con il padre.
Due cuori. Niente dialogo, solo natura, è il racconto che mi è piaciuto di più.
La farfalla e il carrarmato. Bella la leggerezza della farfalla, e la pazzia della guerra che distrugge la farfalla.
Campi indiano. L’indiana che deve partorire, la morte dell’indiano. Il padre fa crescere troppo in fretta il figlio.
Dieci indiani. Protagonista Nick. Mi è rimasta impressa una frase sulla fidanzata indiana.
Scrittura asciutta, mescolanza di scrittore e giornalista.
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Breve nota biografica sul padre, che ha influito su giovinezza e scelte più mature. Sulle sponde del lago ha instillato amore per caccia pesca e natura.
Hemingway ha avuto un fucile a dieci anni, glielo invidiavano molto, ha studiato boxe per difendersi dagli invidiosi.
Padre morì suicida e Hemingway cominciò a bere moltissimo. Bere non come autodistruzione, ma come caratteristica americana. Emozione che li porta a festeggiare con grandi bevute.
 Autore conosciuto nella preadolescenza, grande amore per me. L’amore per la corrida è oggi in declino, racconta un amore per la natura molto diverso dal nostro. Nella corrida l’aspetto alcolico è fondamentale, si fa un gran bere e un gran mangiare ad ogni ora del giorno e della notte. Nel caso del romanzo Fiesta, si tratta di un valore aggiunto.
Grande vitalità di Hemingway, quattro mogli e tanta guerra. Culto della vigoria fisica e mentale, anche ne I quarantanove racconti.
Fiesta. Non mi è piaciuto, mi è parso banale. Banale l’amore di Brett per il torero. Antisemitismo latente che viene fuori nei momenti di tensione nella relazione tra i quattro amici.
I racconti sono la cosa più bella, insieme a Il vecchio e il mare, per cui ha vinto il Nobel.
Molto umano il racconto Dieci indiani, in cui la fidanzata indiana di Nick lo tradisce con un altro uomo. Questo lo fa sentire con il cuore spezzato, ma Nick al risveglio se ne dimentica, solo dopo se ne ricorda.
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In passato ho letto Fiesta, non conoscevo i racconti. Mi piace il modo in cui riesce a rendere il contrasto tra la vitalità e il vuoto interiore, ad esempio Brett che dice di essere a pezzi.
Paesaggio con figure. Pochi tratti, dialoghi concisi.
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Fiesta ha un secolo, ma è contemporaneo. Non tanto negli aspetti sociali, ma sua scrittura non delude mai. Letteratura di oggi gli è debitrice.
Mi sento distante, ma l’ampiezza delle cose che racconta è notevole.
A mio avviso Hemingway è un classico come Venezia (cito questa città non a caso, data la relazione che la lega allo scrittore). Sembra già vista, ma ti sorprende sempre.
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Ho letto da ragazza sia Fiesta che i racconti, ho riascoltato Fiesta recentemente.
Il critico Mantovani scrive che Hemingway non prende posizione dal punto di vista politico, non dice che è un conflitto di classe.
Lo sguardo di Hemingway è un obiettivo molto stretto e molto parziale. È come se il racconto si facesse da sé. Ma l’oggettività è solo apparente. È grande letteratura invece, straordinaria la sua capacità di costruzione. Importante il non detto, quello che lui sceglie di tralasciare ma che noi avvertiamo.
§§§
Hemingway è l’autore a cui tutte le scuole di scrittura si rifanno. Quando ero più giovane ho tentato più volte di leggerlo, ma la sua visione maschile e muscolare mi respinge. La sua visione della donna è arretrata.
In risposta a chi diceva che quattro mogli sono prova della sua vigoria, rispondo che si tratta invece di horror vacui, freudianamente parlando.
Hemingway tratta argomenti che a me non interessano, ma ha un talento straordinario nella scrittura, anche per la sua esperienza come giornalista.
Il vecchio e il mare è il romanzo che mi ha pacificato con questo scrittore, anche se resta maschile, si fa più umano e tratta della lotta con la morte.
Tutto sommato però, non mi sono riconciliata, sono ancora irritata.
§§§
Anch’io mi sono trovata in difficoltà con queste letture, già tentate da ragazza. Hemingway proprio non mi piace, la sua visione a mio avviso non è solo maschile o maschilista, ma anche crudele.
Mi hanno molto impressionato i racconti di Nick, Campo indiano, Dieci indiani e Due cuori. Naturalmente non è tanto l’argomento in sé a turbarmi, ma il modo in cui viene trattato. Solo dopo aver ascoltato da chi mi ha preceduto alcuni tratti della biografia dello scrittore, alcune cose mi appaiono più chiare.
Il mestiere di medico e il suicidio del padre hanno certo notevolmente impressionato lo scrittore, che racconta la ricerca di consolazioni alla durezza del vivere.
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Il critico Mantovani scrive che Hemingway non prende posizione dal punto di vista politico, non dice che è un conflitto di classe.

Lo sguardo di Hemingway è un obiettivo molto stretto e molto parziale. È come se il racconto si facesse da sé. Ma l’oggettività è solo apparente. È grande letteratura invece, straordinar
ia la sua capacità di costruzione. Importante il non detto, quello che lui sceglie di tralasciare ma che noi avvertiamo.

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Hemingway è l’autore a cui tutte le scuole di scrittura si rifanno. Quando ero più giovane ho tentato più volte di leggerlo, ma la sua visione maschile e muscolare mi respinge. La sua visione della donna è arretrata.

In risposta a chi diceva che quattro mogli sono prova della sua vigoria, rispondo che si tratta invece di horror vacui, freudianamente parlando.

Hemingway tratta argomenti che a me non interessano, ma ha un talento straordinario nella scrittura, anche per la sua esperienza come giornalista.

Il vecchio e il mare è il romanzo che mi ha pacificato con questo scrittore, anche se resta maschile, si fa più umano e tratta della lotta con la morte.

Tutto sommato però, non mi sono riconciliata, sono ancora irritata.

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Anch’io mi sono trovata in difficoltà con queste letture, già tentate da ragazza. Hemingway proprio non mi piace, la sua visione a mio avviso non è solo maschile o maschilista, ma anche crudele.

Mi hanno molto impressionato i racconti di Nick, Campo indiano, Dieci indiani e Due cuori. Naturalmente non è tanto l’argomento in sé a turbarmi, ma il modo in cui viene trattato. Solo dopo aver ascoltato da chi mi ha preceduto alcuni tratti della biografia dello scrittore, alcune cose mi appaiono più chiare.

Il mestiere di medico e il suicidio del padre hanno certo notevolmente impressionato lo scrittore, che racconta la ricerca di consolazioni alla durezza del vivere.

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