La lettura del romanzo è stata complessivamente gradita ed oggetto di numerose considerazioni riguardanti i contenuti fondamentali, i personaggi e lo stile dell’Autore.
Temi e parole chiave
Casualità, fatalità, pessimismo, trauma, senso di colpa e
rimorso, espiazione, crisi, “cose rotte” ossia ferite e tentativi di
riparazione, sogni infranti, vita familiare e per solo per alcuni dei
partecipanti, speranza, critica sociale, distruzione del sogno americano delle
infinite possibilità, America illusoria ed ingannevole che viene addirittura
definita un “mostro malato e distruttivo”.
Personaggi
Complessivamente concordi sulla capacità dell’A. di
caratterizzare i personaggi indagando nelle loro vite ed emozioni, tutti in
qualche modo “feriti” da inciampi dell’esistenza dovuti a traumi (Miles in
particolare), da delusioni di aspettative, progetti naufragati, anche a causa
della crisi economico-finanziaria del 2008, che costituisce il contesto del
libro. Tutti sono i protagonisti sono quindi accumunati da una forme di
sofferenza e poco definiti rispetto agli standard, ma anche in evoluzione verso
percorsi “riparativi”, di superamento dei. blocchi paralizzanti. Altri
interventi hanno però messo in luce come i protagonisti delle storie abbiano
destato poca empatia e partecipazione emotiva da parte del lettore, oltre ad
scarsa ed inadeguata “passione”/partecipazione da parte di Auster alle loro
vicende, quasi una sorta di asetticità. A volte i personaggi sono sembrati un
po’ creati e costruiti per definire i temi che l’A. voleva affrontare ed
appartengono ad una élite intellettuale maggiormente sensibile ai temi
esistenziali, ma anche alla precarietà sociale. Pilar, la giovane compagna di
Miles, si discosta un po’ dagli altri. Sebbene anche lei già ferita dalla vita,
potrebbe rappresentare la speranza, portare uno sguardo diverso perché ha un
futuro ancora da costruire nel quale crede. E’ stato notato che la scelta del
nome potrebbe essere interpretata come un omaggio ad Hemingway, scrittore tra i
preferiti di Auster e al quale si sente debitore per lo stile.
Stile
E’ stato notato che Auster utilizza parole concise, una
scrittura asciutta, “molto americana”. La scrittura è a flusso, non introduce i
dialoghi, il risultato è una prosa misurata. Nel romanzo ha fatto ricorso a
metafore efficaci, quali le “fotografie delle cose abbandonate” di cui si
occupa Miles, come resti di vita ed anche i personaggi del libro fanno
costantemente i conti con quel che rimane delle loro vite; “l’Ospedale delle
cose rotte” dove lavorano Ben e Miles e nel quale si ripara, cosi come stanno tentando
di fare gli abitanti della casa occupata; infine Sunset park come luogo fisico
nel quale anche attraverso la condivisione ci si prende reciprocamente cura.
Diventa simbolo di uno spazio collettivo, quasi una nuova forma di famiglia
dove si affronta insieme il quotidiano difficile e si coltiva la speranza di
nuove dimensioni di esistenza.
Ad alcuni il libro è sembrato pessimista, senza sbocchi: comincia e finisce con degli “sgomberi”. E’ lo stile, che è stato definito “straniato”, “asettico”, che guarda dall’alto, da fuori a dare questa impressione. Il messaggio non manca di profondità né è senza speranza perché agli sgomberi seguono le riparazioni e tutti stanno già facendo progressi, mostrando maggiore consapevolezza e soprattutto determinazione nel chiudere i conti con il passato, senza farsi travolgere da un’oggettività complessa
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