Commento di Donatella Fava del
GdL Via col Libro
GdL Via col Libro
Come spesso accade, su La Masseria delle Allodole il
gruppo di lettura si è diviso: per alcuni un testo necessario e a tratti
poetico, per altri un libro ben scritto ma non memorabile e con diverse lacune,
se così le si può definire, che fanno arricciare un po’ il naso. Indubbio è il
merito dell’autrice di aver svelato ai lettori Italiani l’immensa tragedia del
popolo Armeno deportato, seviziato, decimato e spogliato di tutto in un
crescendo di orrori nella primavera del 1915. Un olocausto che ad oggi alcuni
stati Europei come Gran Bretagna e Norvegia non riconoscono ufficialmente. La
mappa qui sotto mostra in grigio e blu scuro i paesi che ancora negano questo
genocidio. L’intreccio delle vicende della famiglia Arslan con il dramma di un
intero popolo aumenta la partecipazione del lettore e rende il fatto storico
più vivo. La percezione però è che la narrazione scivoli dal piano del romanzo
verso una cronaca di orrori: questi dettagli crudi sono sì necessari ad uno
storico ma il lettore ne farebbe forse a meno. Proprio le descrizioni macabre
degli eccidi e l’atmosfera di costante angoscia mi hanno reso difficile la
lettura che ho trascinato a fatica fino all’ultima pagina. Per contro, il libro
non manca di immagini tenerissime e struggenti come ad esempio la cena
organizzata per i bambini la sera prima della deportazione in modo che
conservino un ultimo ricordo delle cose buone della vita.
Nella seconda parte il ritmo si fa più incalzante con il
rocambolesco salvataggio dei superstiti della famiglia. Qui si avverte però una
scrittura più frettolosa e i fatti si rincorrono in rapida successione perdendo
un po’ di consistenza. Un altro punto debole a mio avviso è l’uso eccessivo del
flashforward con cui alla descrizione di ogni personaggio segue in corsivo
l’anticipazione della sua sorte. La tecnica è efficace nel sottolineare il
contrasto tra la serenità del presente e il futuro tragico ma usata con
tale frequenza rende la lettura pesante e dà l’impressione che ogni pagina sia
l’ultima del romanzo.
La Masseria delle Allodole resta dunque una buona lettura
che ha avuto il merito non solo di renderci più edotti su un pezzo di storia
spesso dimenticata ma anche di stimolarci a volerne sapere di più. Non
regalerei il libro per le prossime festività Natalizie ma sono contenta di
averlo ospitato sul mio comodino tra le letture serali.
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