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2024-05-06 Resoconto di Rachel Cusk

 

  • Mi è piaciuto. Stile elegante e originale, pur descrivendo fatti quotidiani semplici. Si intreccia l’ascolto delle persone che incontra e dei suoi allievi. Tocca tematiche importanti, come il matrimonio e i figli. Descrive gli esseri umani che vivono nell’illusione e che cercano una realizzazione. Racconta i vari punti di vista, compreso il suo, ma senza dare giudizi.
  • All’inizio mi sembrava troppo frammentato. Poi ho capito che usa la scrittura come terapia. Sembra autobiografico e ascolta e descrive episodi che servono a lei per comprendersi meglio.
  • Mi è sembrato un girone dantesco con tutti i personaggi che parlano di storie di fallimenti, di avventure assurde. Il linguaggio è molto originale
  • -Letto tempo fa. L’impressione globale è di un libro senza una trama. Lei è come una piuma che sfiora tante vite, con leggerezza ma anche con profondità e senza esprimere giudizi. Le vite sono tragiche e tutto è un po’ disastrose.
  • Mi è piaciuto molto. All’inizio è un po’ spiazzante e la narratrice sembra poco coinvolta, assente, come una comparsa. L’ultimo personaggio credo che sia la storia della narratrice. Il messaggio è che la verità deve emergere e ribalta.
  • Usa la prima persona e mi ha fatto pensare ai grandi romanzi classici, come quelli russi, che iniziano spesso con un viaggio. La figura chiave è il vicino d’aereo. Tutti i personaggi le parlano. È stata una lettura piacevole, ma non mi ha lasciato molto.
  • L’ho trovato geniale. C’è tanta filosofia e psicologia e riflessioni sull’egocentrismo degli scrittori. Gli animali confermano la personalità dei padroni. Non è banale, scava a fondo nei personaggi, ma racconta poco di sé. La scrittura sembra fredda ma ti affezioni a lei.
  • Non c’è una trama. Sono tappe di una viaggio, trance de vie. Mi ha ricordato la Strout.
  • È denso di ricordi e di riflessioni filosofiche sulla vita che lei ricava dai personaggi che incontra e da se stessa. Quando parla di rassegnazione nei confronti della vita parla di sé senza però spiegare perché è approdata a ciò. Quando scoraggia il greco sembra mossa da un trauma precedente che le fa dire “basta con l’amore”. Lei è sofferente e addolorata. Inizia il corso di scrittura chiedendo agli allievi cosa hanno visto nel tragitto da casa. In questo modo li costringe a un esame della loro capacità di osservazione di ciò che hanno provato. È un libro sulla scrittura e sul percorso che porta alla coscienza di sé. Lei è in una fase dolorosa della sua vita e cosa fa? Ascolta gli altri, ma in modo attivo. È un espediente per fare considerazioni e recuperare memorie.

 

 

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