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2020-05-11 Racconti di Anton Cechov


Anton Cechov

Nasce nel 1860 nella Russia meridionale nei pressi del Mar Nero. La sua infanzia è segnata da un padre religioso ma violento nei confronti dei sei figli, salvata in parte da una madre affettuosa. Il padre, direttore del coro della chiesa ma violento, sarà il modello dell’uomo ipocrita delle future opere. La sua infanzia fu difficilissima e povera, e fu mandato alla scuola greca nella speranza di un inserimento in un ambiente migliore. Non era il primo della classe, ma sapeva raccontare. A seguito del fallimento della sua attività commerciale, il padre si trasferisce a Mosca, mentre lui si mantiene dando ripetizioni al figlio del padrone di casa. Si iscrive poi alla facoltà di medicina a Mosca, dove comincia a scrivere su una rubrica universitaria. Grazie al suo lavoro di medico riesce ad aiutare economicamente la sua famiglia e pian piano passa a scrivere le opere più note. A ventiquattro anni si rende conto di essere malato di tubercolosi. Nel 1901 sposa l'attrice Oga Knipper.  Nella speranza di un clima migliore e di per poter guarire viaggia in Italia. Dopo il successo de Il giardino dei ciliegi, ultima sua opera, si reca anche in Germania a cercare una cura ma morirà nella Foresta Nera a soli quarantaquattro anni. 

I racconti
·        Il violino di Rothschild
·        Il viaggiatore di prima classe
·        La scommessa
·        Dušečka
·        Grisha e Il racconto del giardiniere capo

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I racconti mi sono piaciuti moltissimo, così come l’interpretazione dell’attore e il tono di voce. Atmosfere di tempi andati, racconti molto semplici e lineari, piccole opere di architettura, ben costruiti. Tra i temi ho notato la meschinità ne Il violino di Rothschild e l’inutilità dell’ ambizione umana ne La scommessa.
Sarebbe bello leggere anche altro di Cechov per poter paragonare lo stile dei primi racconti, più comici e ispirati a Gogol, con gli ultimi più nostalgici e tristi. Umorismo e arguzia piacevoli in tutti i racconti letti. In tanta tristezza  c’è però sempre un riscatto finale in extremis, ad esempio il regalo del violino a Rothschild

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Questi racconti non mi sono piaciuti, ma non perché non siano ben costruiti. Non riesco ad entrare nel grottesco russo, neppure ne Il Maestro e Margherita di Bulgakov. Ho riletto anche La signora con il cagnolino sempre di Cechov, ma l’ho trovato un po’ deprimente, mesto. L’inettitudine a vivere, forse legata alla malattia più che alla politica, mi innervosisce.
Il nonno e la nonna dello scrittore erano servi della gleba, il padre commerciante, dunque il riscatto è difficile.
Di Grisha mi è piaciuto il punto di vista del bambino, racconto delizioso
Dušečka, esistono ancora donne così, che hanno bisogno di un uomo per definire sé stesse?
 Borghesia russa che non riesce a riscattarsi, meno male che è venuta la rivoluzione.

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Mi è piaciuto molto, alta letteratura. Il viaggiatore e La scommessa mi sono piaciuti moltissimo. Il violino non mi ha molto coinvolto. Ascolto fatto camminando, ottimo abbinamento musicale, suspence e allegria. Ottimo ed eccezionale il servizio di RaiPlay.

Ne Il viaggiatore, umorismo e attualità: tutti conoscono la Carrà, ma non chi ha scoperto la penicillina. Il tema delle celebrità e della gloria è attuale, la risata finale liberatoria.

La scommessa: racconto breve con suspence, alla Hitchcock, quando il banchiere va per ucciderlo e si rende conto che non è necessario.

Grisha, interessante.

Giardiniere, meno interessante, forse un po’ autobiografico per via della figura del medico.

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Ho ascoltato i primi tre ed ho trovato bellissimo lo sfondo musicale, coinvolgente la voce. Ho preferito La scommessa, racconto molto ricco e che commuove. Sono racconti sui peccati dell’uomo, c’è insegnamento.

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Premessa sulla modalità di lettura. Senza nulla togliere a RaiPlay e al narratore, per me lettrice è stato limitante, non sono riuscita a concentrarmi sulla scrittura. Mi è sembrato di perdere qualcosa. Ho ascoltato i primi tre. Il violino inizialmente mi annoiava, poi al secondo ascolto mi è piaciuto. Il preferito è La scommessa, c’è suspence.

C’è un filo rosso tra i tre racconti. Cechov si occupa di analisi psicologica dei personaggi, si addentra nell’animo che nemmeno loro conoscono. Non vedo sfondo umoristico ma triste, personaggi sono inetti anche se dopo c’è un riscatto, e possono conoscere sé stessi.

Alta letteratura a cui non siamo più abituati, pretesto per mettere in luce cuore e psicologia dei personaggi.

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I racconti mi sono piaciuti perché ho avvertito il noir. I racconti richiamano alla mia mente tre parole: musica, schizofrenia e colpo di scena.

Musica: in crescendo, racconti costruiti.

Schizofrenia in Grisha: il bambimo autistico che vede le cose senza razionalità, in modo schematico ed impressionistico. Non vede la persona, ma i bottoni luminosi.

Colpo di scena: la lettera in cassaforte, il dono del violino.

Come ho letto da qualche parte, è come se Cechov ci dicesse “Continuate voi”.

Coinvolgimento perché sono racconti che restano dentro.

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Questi racconti sono gioiellini in filigrana, molto poetici e delicatissimi, molto attuali.

Grisha, lo stupore del mondo del bambino che si domanda cosa ci fa il papà nello studio.
Il viaggiatore, la gloria che è difficile da raggiungere per chi non è superficiale.
Il giardiniere, la fiducia negli esseri umani.
Dušečka, la dipendenza dagli altri.
Rothschild, la vita sprecata.

Mi sono piaciuti moltissimo.

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Questi racconti mi hanno deluso, ne avevo già letti altri, solo il primo è perfetto, bellissimo. Straordinario il personaggio che calcola le perdite ma poetico perché dorme con il volino accanto. Descrizione della coppia infelice, vessazione della moglie, recupera solo dopo la morte di lei. Quando è vicino alla morte e non deve pagare più, riconsidera la moglie come vittima. Mi è piaciuta anche l’immagine dell’ebreo che sebbene schernito non demorde, e diventa violinista provetto.

Mi è piaciuto anche Il Viaggiatore, tema la gloria, perfetto fino al riconoscimento della chanteuse e non del suo ponte, poi si ripete.

Gli altri racconti sono giochi di architettura, La scommessa incredibile e poco interessante.

Dušečka, ritratto incredibile di donna che si identifica in uomini diversi a cui si dedica.

Grisha e Il giardiniere mi sono parsi banali.

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Finalmente, dopo due o tre incontri in videoconferenza in cui si discutono racconti ascoltati via podcast, mi sto abituando a questi nuovi strumenti e ne sono contenta.

I racconti mi sono piaciuti moltissimo, in particolare gli ultimi due. Straordinaria la visione del mondo del piccolo Grisha, piena di umanità quella del giudice svedese raccontata dal giardiniere capo. La scelta di non condannare un presunto colpevole è l’applicazione pratica della fiducia nell’uomo, che non può esistere senza quella in Dio, e viceversa.

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L’ascolto mi è piaciuto molto, la musica è coinvolgente. L’animo umano è descritto in modo profondo, la visione è pessimista e pesante. Al di là della descrizione profonda, i racconti sono tristissimi, ho fatto fatica a capire i finali.

Il viaggiatore, non capisco la risata.
Grisha, delizioso, ma la mamma non lo capisce, tristezza pazzesca.
Dušečka, appiattita sulla vita degli altri.
La scommessa, quindici anni chiuso e butta via tutto perché tutto è vanità.

Bravura e tristezza, ma mi vien giù il fiato.

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Avete detto tutto, per me è una scoperta, mi sento colpevole perché ho a casa i racconti in tre volumi e non li ho mai letti. Li trovo bellissimi, presi uno per uno sono tristissimi e angoscianti, vedi La scommessa.
Grisha, può sembrare strano che il bambino non sia mai uscito di casa, ma è colpa dei genitori, la madre non capisce.

Dušečka, maschilismo meschino, finalmente trova nel ragazzino qualcuno da amare senza appiccicarsi.
Il violino, tipico villaggio shtetl, mi è piacito molto.

I personaggi rendono l’idea della società Russa del tempo, un nondo prevalentemente analfabeta in cui i funzionari statali si credono chissà chi. La borghesia che ha studiato dà l’impressine di una incredibile resilienza, più dei nobili, più dei contadini.

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Ho scoperto che Cechov ha cominciato con i racconti comici, in questi non ho trovato comicità ma tristezza. Sono racconti privi d’azione o d’intreccio, mostrano le increspature dell’animo, sono personaggi umiliati, vite che scorrono senza lasciare traccia, senza fare nulla per cambiarla.

Il violino, il marito che si accorge di non aver mai avuto un pensiero tenero.
Il giardiniere capo, Dio perdona i loro peccati perché hanno creduto nell’uomo.
Dušečka, non c’è riscatto, lei resta una pseudomamma.

Decadenza morale messa in scena.
Contenta che l’audiolibro stia funzionando.

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Ottimo audiolibro, apprezzato più dei precedenti.

Cechov per me è teatro, nei racconti ho apprezzato il restituire lo sguardo dei personaggi, l’indagine letteraria, la società in declino in pochi tratti, la ricerca.

Ai due estremi, La scommessa, inquietante, e Il viaggiatore, la leggerezza. Questo sfasamento è tipico di Cechov, dove l’intenzione è comica/ironica, e la percezione è tragica/desolante.

A chi Cechov è piaciuto suggerisco altri 18 racconti umoristici da ascoltare su MLOL.

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Questi racconti li ho sentiti e risentiti tante volte, perché più li ascolto e più li apprezzo, trovo Cechov modernissimo non solo nei contenuti, anche nello stile. Entra subito al centro dell’azione e infatti è usato tantissimo nelle scuole di scrittura creativa. Il bisogno aguzza l’ingegno, e lui produce cose notevolissime. È un grande moralista, dalla parte dei più deboli. Non politico, ma va nei villaggi come medico di strada nonostante i problemi di salute.

In tutti questi quadri tematiche sulla natura umana.

Ne il viaggiatore i personaggi ridono perché si rendono conto della loro stessa vanità, c’è autoironia.

Il giardiniere è portavoce della pietas di Cechov. Non condannare fa bene al colpevole ma anche al giudice.
Grisha, Virgilio delle anime degli adulti, va in giro per il mondo e vede le cose come stanno, lui pensa a tutte le piccolissime cose che la vita offre.

Bellissimo Il violino, vedevo anche Chagall con le coppie che danzano nell’aria. Filo rosso la consapevolezza della natura umana. Parabola, processo attraverso la perdita, è addoloratissimo e produce canto meraviglioso.
Idem nel viaggiatore, la risata è consapevolezza.

La scommessa, l’inanità delle cose, arrivano entrambi alla consapevolezza.
 Monumento all’inconsapevolezza Dušečka, ma ne siamo poi sicuri?
 Talento, architettura, pensiero profondo, sensibilità.
 Sospensione, vedi La signora con il cagnolino, e il dibattito su come finisce. Fa pensare, non ti dice dove devi andare, ti dà degli stimoli, è moralista ma non ti spinge, ti lascia libero.
 Contentissima degli audiolibri.

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