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2021-03-01 Storia della mia ansia di Daria Bignardi

 DARIA BIGNARDI

Nata a Ferrara nel 1961, è un personaggio noto. Ha lavorato in diversi campi, spettacolo, giornalismo, letteratura, teatro, radio e televisione. La scrittura è la sua passione. Il libro d’esordio è la storia autobiografica dal titolo Non vi lascerò orfani (2009), l’ultimo, appena uscito, si intitola Oggi faccio azzurro. Storia della mia ansia è del 2018.

STORIA DELLA MIA ANSIA

Libro freddissimo, algido, in cui manca il senso del tragico.

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Molto scorrevole, piatto, non mi ha emozionato. Non mi ha turbato la relazione con il ragazzo, fuori da un matrimonio non d’amore, senza comunicazione. Vero fastidio nel leggere della morte di Luca il giorno del suo 35° compleanno. Indifferenza, o troppo dolore?

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Perché Storia della mia ansia, e non Storia del mio tumore? Mi è piacito per l’aspetto psicologico nell’affrontare la malattia, e per la frase di Rilke che dice che l’unico rimedio contro i mali della vita è conoscere sé stessi.

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Non mi è dispiaciuto, anche se non ha lasciato un segno importante. Mi ha colpito la “vita sospesa”, la bolla che la protagonista si è creata per affrontare il periodo della malattia. Spiazzante la reazione fredda di fronte alla morte di Luca.

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Libro costruito da una penna competente, gradevole ma banale lo stile, schematici i personaggi. Realistico ma non emozionante il racconto della malattia.

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Notazione sull’ansia: dov’è l’ansia? Grande egocentrismo della protagonista, che pensa solo a controllare il prossimo, anche prima della malattia. E i figli? Forse l’agiatezza, ma comunque freddezza. Salvo solo il marito.

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Non sono certa che non mi sia piaciuto. Personaggi botticelliani, a due dimensioni, non a tutto tondo. Scrittura piatta più che fredda, forse terapeutica per prendere distanza dal tumore. Buona operazione commerciale, libro generico e banale, nel quale però le donne si riconoscono, perché molti matrimoni vanno in crisi dopo un dolore che riguarda solo loro.

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Libro interessante e costruito con logica, leggibile su tre piani. Il primo, i fatti, descritti in modo leggero. Secondo, le interpretazioni, fastidiose. Terzo, l’ansia, che è come un fischio, la paura.

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Ben costruito, due romanzi in uno. Uno racconta la terapia, perciò la fragilità, la profondità. L’altro i rapporti con gli altri, artificiosi, pieni di compromessi. Personaggi patinati, sintetizzabili in Lui è uno str***o, lei una masochista.

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Mi ha toccato profondamente, ho ritrovato tutte le tappe del mio percorso. Talmente pesante che chi non è passato nel tunnel non può capire come si possa diventare così egocentrici. Come buttarsi in acqua senza saper nuotare e cercare di venirne fuori. L’ho letto come una cronaca, più che un romanzo.

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Il tema è rilevante, ma la rinascita non è affrontata in maniera approfondita, sembra che la vita torni come prima senza che nulla cambi. Anche il rapporto con i figli, infastiditi, non viene analizzato, così come la mancanza d’amore. Superficialità e leggerezza forse sono volute.

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Malattia e rapporto con il marito sono temi importanti ma non analizzati né approfonditi. Freddezza nello stile e nel linguaggio, in un romanzo dichiaratamente non autobiografico, anche se continuiamo a vedere l’autrice dietro alla protagonista. Il libro mi ha deluso, lo considero un’occasione persa.

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Non ho letto il libro ma credo sia importante la questione autobiografica. Bignardi è creatrice di un modello di intervista tv in cui è bravissima a rendere empatico il personaggio intervistato, stando dalla sua parte.

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Una citazione tratta da Miele, di Ian Mc Ewan:

Perché non dirlo? Cancro. In quei primi anni ’70 il tempo in cui di fronte a questa parola la gente abbassava la voce stava appena volgendo al termine. Il cancro era una vergogna, per chi ne era colpito, si intende, una forma di fallimento, una macchia, un difetto immondo, più della personalità che della carne.

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Infine, in ordine sparso, alcuni titoli che sono emersi durante la discussione:

·       Riparare i viventi, di Maylis De Kerangal

·       Al giardino ancora non l’ho detto, di Pia Pera

·       Bianco è il colore del danno, di Francesca Mannocchi

·       La fine è il mio inizio, di Tiziano Terzani

·       Un altro giro di giostra, di Tiziano Terzani

·       Non morire, di Anne Boyer

·       Storia delle mie tette, di Jennifer Hayden

·       Mi vivi dentro, di Alessandro Milan

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