DARIA BIGNARDI
Nata a Ferrara nel 1961, è un personaggio noto. Ha lavorato in diversi campi, spettacolo, giornalismo, letteratura, teatro, radio e televisione. La scrittura è la sua passione. Il libro d’esordio è la storia autobiografica dal titolo Non vi lascerò orfani (2009), l’ultimo, appena uscito, si intitola Oggi faccio azzurro. Storia della mia ansia è del 2018.
STORIA DELLA MIA
ANSIA
Libro freddissimo,
algido, in cui manca il senso del tragico.
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Molto scorrevole,
piatto, non mi ha emozionato. Non mi ha turbato la relazione con il ragazzo,
fuori da un matrimonio non d’amore, senza comunicazione. Vero fastidio nel
leggere della morte di Luca il giorno del suo 35° compleanno. Indifferenza, o
troppo dolore?
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Perché Storia della
mia ansia, e non Storia del mio tumore? Mi è piacito per l’aspetto psicologico
nell’affrontare la malattia, e per la frase di Rilke che dice che l’unico
rimedio contro i mali della vita è conoscere sé stessi.
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Non mi è dispiaciuto,
anche se non ha lasciato un segno importante. Mi ha colpito la “vita sospesa”,
la bolla che la protagonista si è creata per affrontare il periodo della
malattia. Spiazzante la reazione fredda di fronte alla morte di Luca.
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Libro costruito da
una penna competente, gradevole ma banale lo stile, schematici i personaggi.
Realistico ma non emozionante il racconto della malattia.
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Notazione
sull’ansia: dov’è l’ansia? Grande egocentrismo della protagonista, che pensa
solo a controllare il prossimo, anche prima della malattia. E i figli? Forse
l’agiatezza, ma comunque freddezza. Salvo solo il marito.
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Non sono certa che
non mi sia piaciuto. Personaggi botticelliani, a due dimensioni, non a tutto
tondo. Scrittura piatta più che fredda, forse terapeutica per prendere distanza
dal tumore. Buona operazione commerciale, libro generico e banale, nel quale
però le donne si riconoscono, perché molti matrimoni vanno in crisi dopo un
dolore che riguarda solo loro.
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Libro interessante
e costruito con logica, leggibile su tre piani. Il primo, i fatti, descritti in
modo leggero. Secondo, le interpretazioni, fastidiose. Terzo, l’ansia, che è
come un fischio, la paura.
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Ben costruito, due
romanzi in uno. Uno racconta la terapia, perciò la fragilità, la profondità.
L’altro i rapporti con gli altri, artificiosi, pieni di compromessi. Personaggi
patinati, sintetizzabili in Lui è uno str***o, lei una masochista.
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Mi ha toccato
profondamente, ho ritrovato tutte le tappe del mio percorso. Talmente pesante
che chi non è passato nel tunnel non può capire come si possa diventare così
egocentrici. Come buttarsi in acqua senza saper nuotare e cercare di venirne
fuori. L’ho letto come una cronaca, più che un romanzo.
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Il tema è
rilevante, ma la rinascita non è affrontata in maniera approfondita, sembra che
la vita torni come prima senza che nulla cambi. Anche il rapporto con i figli,
infastiditi, non viene analizzato, così come la mancanza d’amore.
Superficialità e leggerezza forse sono volute.
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Malattia e rapporto
con il marito sono temi importanti ma non analizzati né approfonditi. Freddezza
nello stile e nel linguaggio, in un romanzo dichiaratamente non autobiografico,
anche se continuiamo a vedere l’autrice dietro alla protagonista. Il libro mi
ha deluso, lo considero un’occasione persa.
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Non ho letto il
libro ma credo sia importante la questione autobiografica. Bignardi è creatrice
di un modello di intervista tv in cui è bravissima a rendere empatico il
personaggio intervistato, stando dalla sua parte.
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Una citazione
tratta da Miele, di Ian Mc Ewan:
Perché non dirlo?
Cancro. In quei primi anni ’70 il tempo in cui di fronte a questa parola la
gente abbassava la voce stava appena volgendo al termine. Il cancro era una
vergogna, per chi ne era colpito, si intende, una forma di fallimento, una
macchia, un difetto immondo, più della personalità che della carne.
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Infine, in ordine
sparso, alcuni titoli che sono emersi durante la discussione:
· Riparare i viventi, di Maylis De Kerangal
· Al giardino ancora non l’ho detto, di Pia Pera
· Bianco è il colore del danno, di Francesca
Mannocchi
· La fine è il mio inizio, di Tiziano Terzani
· Un altro giro di giostra, di Tiziano Terzani
· Non morire, di Anne Boyer
· Storia delle mie tette, di Jennifer Hayden
· Mi vivi dentro, di Alessandro Milan
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