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2020-09-14 Prospettiva Nevskij e Il Ritratto di Nicolaj Gogol

 Nikolaj Gogol

Nasce il 31 marzo 1809 nei territori dell’Ucraina di oggi, che allora era Russia. Il padre era commediografo, da lui ha ereditato il tono umoristico. Della religiosità della madre eredita il misticismo e l’ossessione per la religione, soprattutto nella seconda parte della sua vita. Già a scuola manifesta propensione per la scrittura, l’ironia e la satira. Dopo un viaggio a Berlino pagato dalla madre, si trasferirà a San Pietroburgo, dove vivrà di un impiego pubblico mal pagato. Pubblica in una piccola rivista già a 22 anni, il primo filone sarà romantico. Ottiene un impiego pubblico in Università, ma resta poco, non è nelle sue corde. Le anime morte è il suo capolavoro. Viaggia lungo in Europa, si fermerà diversi anni a Roma. Rientrato a Pietroburgo, entra in crisi mistica, viaggia in Terrasanta per un anno. Brucia alcune sue opere oggetto di critica, così come, dieci giorni prima di morire, farà con il secondo volume di Le anime morte. Viveva una sorta di dualismo: da una parte satira e accanimento verso la società russa, dall’altra l’animo religioso gli impone di essere misericordioso e di comprendere. La morte arriva a seguito della prostrazione fisica dovuta a un digiuno mistico.

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Prospettiva Nevskij e Il ritratto

(da Racconti di Pietroburgo)

 

La prima metà dell’Ottocento russo in cui scrive Gogol è stata paragonata al Rinascimento italiano. Apprezzato da Dostoevskij, è considerato il padre del realismo russo, ma anche del fantastico e del grottesco. I racconti da noi scelti (Prospettiva Nevskij e Il ritratto) sono stati assemblati successivamente in Racconti di Pietroburgo. Di questa lettura mi restano le atmosfere di Gogol che mi piacciono molto, sebbene di solito non ami il fantastico e l’onirico. Descrizioni e atmosfere mi sono piaciute tantissimo, ad esempio quella della Prospettiva Nevskij e dei suoi personaggi.

Fil rouge tra i due racconti è l’ossessione per la ricchezza, ma anche la miseria umana e il grottesco. Ne La prospettiva Nevskij il sogno del pittore porta ad un epilogo tragico.

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Leggere i classici dà soggezione, bisogna portare rispetto e non criticare. Relazione con Gogol difficile, l’ho ascoltato, non letto, nel racconto La Prospettiva Nevskij mi sono persa per la via. Un’osservazione: adesso nella contemporaneità non si trova una descrizione simile, impensabile raccontare così a lungo una via prima di arrivare ai personaggi. La sfida è il tempo di fronte a cui ti mette Gogol, Non abbiamo più questa abitudine. Strabiliata dalla capacità di scrittura, descrizione di luoghi, personaggi e ambienti. Avverto però la distanza, mi sembra una fiaba. Capisco la metafora, nel racconto la Prospettiva Nevskij i temi sono tutti già presenti, lui è uomo fiamma, visioni fortissime del bene e del male, c’è l’innamoramento per la bellezza pura che però si rivela prostituta. Metafora del danaro, anche il pittore di talento viene risucchiato dal denaro come attirato da una sirena. Il dramma si accompagna al comico. Ho apprezzato di più il ritratto, c’è più passione e forse redenzione. Altro elemento è lo spirito russo (realismo magico), filone del fantastico e del surreale. Molto interessante, ma coinvolgimento relativo.

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Letto a luglio, qualche difficoltà iniziale, ma poi questa scrittura eccessiva mi ha coinvolto. Anche l’aspetto onirico è coinvolgente, chissà se l’ha letto Freud. Uomo nevrotico e disperato, spinto da mille contraddizioni. Vedi Prospettiva Nevskij, sembra meravigliosa e ingenua all’inizio, alla fine descritta nei suoi aspetti più loschi. Umanità bella buona interessante ma poi passionale e meschina. I due personaggi della Prospettiva: il pittore vede la donna angelicata, il secondo invece prima soffre, poi lascia perdere. Sguardo triste e disperato.

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A proposito della descrizione della Prospettiva Nevskij, un critico ha evidenziato come tutto il primo paragrafo sia costruito con negazioni (Non c’è niente di meglio, di che cosa non brilla, non uno dei suoi, etc. etc.), come se anticipasse la conclusione (un aspetto che non è il suo).

Racconti continuamente riscritti, fino alla morte.

Puskin mentore e riferimento letterario di Gogol. Quando Puskin muore; Gogol si smarrisce e dice: e io adesso per chi scrivo?

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La descrizione iniziale è una sinfonia di personaggi. Mi ha dato fastidio la dicotomia bene/male, onirico/spirituale. Nella struttura mi ricorda il film Sliding Doors. Artificioso, ma bellissimo.

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Bellissimi. Ascoltati alla radio recitati da Mandracchia. Prospettiva Nevskij è un caleidoscopio di persone. Fotografia che stringe il campo fino ai due personaggi. Denuncia di Gogol è il dualismo tra ideale e realtà, è la conclusione di queste due storie d’amore.

Il ritratto comincia didattico, poi l’aspetto visionario prevale. I due occhi sono usciti dal racconto. Nonostante si capisca che l’autore è disperato, è capace di trovare anche cenni di umorismo. Con la scusa della pittura parla molto di arte e arte italiana. Pietroburgo città grigia. Scrittura potente.

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Ho iniziato con l’ascolto, mi sono persa nelle descrizioni. Mi è piaciuto l’animo che sta dietro, mediocri che non riescono ad uscire dalla mediocrità (vedi Il cappotto). Prospettiva Nevskij. Il giovane che si perde dietro questa donna che esiste solo nella sua testa, nel suo slancio cerca solo la redenzione, ma non si può uscire dalla mediocrità, si muore. Pesante la descrizione, anche se fa parte dello stile e dello spirito russo.

Il ritratto. Si resta tra fantasia e realtà.

Il naso, un po’ troppo lungo per me.

Mi ha fatto piacere rileggere questi racconti a distanza di anni.

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Letto da ragazza è stato diverso. Allora ho visto il grottesco e la denuncia sociale, lettura molto positiva. Oggi visione molto pessimista. Chi è romantico è destinato all’infelicità, senza riscatto, inquietante. La Prospettiva Nevskij sembra una nostra via dello shopping.

L’ostilità nei confronti della donna palpabile qua e là.

Lui si vedeva brutto, aveva un forte senso di inferiorità, e questo ci aiuta a capire. C’è del grottesco, piuttosto inquietante. Non c’è fiducia nella natura umana.

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Fino ad oggi avevo sempre evitato Gogol perché in generale non amo il grottesco, né il fantastico. Ma trovo questi racconti davvero molto potenti, incredibilmente efficaci sia nelle descrizioni dei luoghi che dei caratteri. Il continuo passaggio dal piano di realtà a quello di fantasia (sogno o incubo) è faticoso e disturbante. Tuttavia, rende bene l’alternarsi di sentimenti che animano Gogol, come se volesse raccontare la bellezza del mondo e allo stesso tempo lo condannasse per le sue bruttezze.

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Ad una prima lettura ho trovato anch’io troppo lunga la descrizione della Prospettiva Nevskij, poi sono stata a Pietroburgo ed è stato amore folle, davvero lì si incontrano tante persone diverse. L’ho apprezzato in modo incredibile, mi ha entusiasmato per come coglie le particolarità. Mi ha fatto riflettere l’atteggiamento dei protagonisti, uno si suicida, l’altro finisce in pasticceria. Fa riflettere sul nostro atteggiamento verso la vita.

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Le anime morte mi aveva colpito al liceo, a teatro ho visto Il revisore e al cinema Il cappotto, ma Gogol è un autore che non mi è congeniale e che conosco poco, dopo tanti anni mi colpisce l’ansia di pulizia, di morale, di bello e buono. La ragazza bella e pura che diventa delusione per l’anima. Non riesco però ad entrare nel grottesco russo (con l’eccezione di Tolstoj), che a Mosca vedi sul marciapiedi. Ho letto i racconti, non li ho ascoltati. In questi giorni ho letto su un giornale del matematico Cacciopoli e per associazione di idee mi è rimasta impressa la frase “visse da napoletano, morì da russo”, cioè alcolista e folle. Grottesco e terrificante come Il Maestro e Margherita, non leggerò altro di Gogol.

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Visto il film il cappotto, negli ultimi giorni ho letto solo La prospettiva Nevskij, perciò le mie saranno solo impressioni. Sullo sfondo di questa via affollata di persone e personaggi, emerge la storia d’amore dei due amici. Al di là della storia, protagonista è lo stile con cui descrive i personaggi, particolari mai superflui anche se minuziosi, stile ironico, a volte umoristico e satirico, molto fluido e moderno, attuale per essere stato scritto nel 1830. Mi è piaciuta soprattutto a prima parte, fantasiosa e un po’ eccessiva dell’artista che si impicca perché non ha raggiunto il suo ideale.

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Titoli talmente famosi anche per chi non lui ha letti, prima ho ascoltato RaiPlay ma non è stato un bell’incontro. la prima lettrice mi è parsa troppo sentimentale e sospirosa, la seconda così veloce che appiattisce. La prospettiva Nevskij mi ha irritato per il titolo inventato da Landolfi (il vero titolo è viale, non prospettiva), tutto il resto è venuto di conseguenza. Ironia e sarcasmo, non c’è simpatia verso le persone, neanche per chi deve correre qua e là. Antipatia verso tutti ceti sociali, non è gentile da parte di chi cerca purezza a tutti i costi. Il ritratto è molto interessante, non sulla società burocratica, è storia da incubo, questo sentimento di presenza malefica del ritratto che passa di mano in mano senza perdere brillantezza. Morale: pittore per soldi ha tradito la sua sensibilità, senso di importanza verso il potere demoniaco. Il naso, grottesco, mi ha lasciato indifferente.

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Ho pensato al ritratto di Dorian Gray che scopre di aver perso la sua innocenza e pugnala e distrugge il quadro. Questo invece viene rubato e non si sa che fine fa, resta aperta la questione denaro/arte. Prospettiva per me è evocativo. Sono stata l’anno scorso a Pietroburgo (avendo letto prima Jan Brokken), mentre il racconto di Gogol l’ho letto solo adesso. Il viale è grandioso, 5 km, Gogol illumina di pagine il passeggio di tutte queste persone. Strada che scorre sotto i piedi dei protagonisti, come la Neva, come la vita. Potere della forza, potere della debolezza. Mix di classi sociali più interessante della storia dei due protagonisti, scontro tra realtà e immaginazione.

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Sul piano stilistico direi che è una prosa vecchia, troppi aggettivi, troppo descrittiva. Indizio di un mondo e di una sensibilità. Ad esempio, la relazione uomo/donna nella prospettiva Nevskij è anacronistico l’inseguimento. Il pittore inizialmente idealista il vecchio in abiti asiatici, il ribaltamento di fortuna. Notazioni ironiche, auto riflettente sulla società russa, commiserazione sui garzoni e sui poveracci. Stereotipi sui tedeschi. Due ritratti divergenti che vanno in parallelo, ala conquista della donna. Dal punto di vista sociale è ritratto di un’epoca. L’artista inappagato e frustrato è lui.

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Letti parecchio tempo fa. Non mi è piaciuto affatto Il ritratto. Presenza malefica tirata troppo alla lunga, poco verosimile che il figlio del pittore parli a lungo all’asta (La giacca stregata di Buzzati, moltiplicazione del denaro allo specchio). Lo strozzino, uno dei tanti, non mi è piaciuto. Al contrario, La prospettiva Nevskij mi è piaciuto anche se all’inizio la tendenza al particolare così minuziosa è eccessiva. Mi è piaciuta la struttura binaria dei due amici che vivono gli incontri in modo così diverso. Ingenuo il pittore che scambia i bei vestiti per aristocrazia. Poi c’è il desiderio di redimere. Un critico cha notato che Gogol è un individuo inadatto a una ita normale, accostato a Dostoevskij (Povera gente: incontro infelice con giovane ragazza abbandonata).

In opposizione, il corteggiamento più diretto dell’ufficiale anche se poi prende un sacco di botte dai tedeschi. Struttura gerarchica: l’ufficiale non può lasciare impunito l’affronto. Ma poi nel salotto aristocratico dimentica tutto, con leggerezza e poca coerenza. Bel ritratto della relazione sentimentale al tempo. Credo che i due veri capolavori sia Il naso e Il capotto, non questi 

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