Nikolaj Gogol
Nasce
il 31 marzo 1809 nei territori dell’Ucraina di oggi, che allora era Russia. Il
padre era commediografo, da lui ha ereditato il tono umoristico. Della
religiosità della madre eredita il misticismo e l’ossessione per la religione,
soprattutto nella seconda parte della sua vita. Già a scuola manifesta
propensione per la scrittura, l’ironia e la satira. Dopo un viaggio a Berlino
pagato dalla madre, si trasferirà a San Pietroburgo, dove vivrà di un impiego
pubblico mal pagato. Pubblica in una piccola rivista già a 22 anni, il primo
filone sarà romantico. Ottiene un impiego pubblico in Università, ma resta poco,
non è nelle sue corde. Le anime morte è il suo capolavoro. Viaggia lungo in
Europa, si fermerà diversi anni a Roma. Rientrato a Pietroburgo, entra in crisi
mistica, viaggia in Terrasanta per un anno. Brucia alcune sue opere oggetto di
critica, così come, dieci giorni prima di morire, farà con il secondo volume di
Le anime morte. Viveva una sorta di dualismo: da una parte satira e accanimento
verso la società russa, dall’altra l’animo religioso gli impone di essere
misericordioso e di comprendere. La morte arriva a seguito della prostrazione
fisica dovuta a un digiuno mistico.
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Prospettiva Nevskij e Il ritratto
(da Racconti di Pietroburgo)
La
prima metà dell’Ottocento russo in cui scrive Gogol è stata paragonata al
Rinascimento italiano. Apprezzato da Dostoevskij, è considerato il padre del
realismo russo, ma anche del fantastico e del grottesco. I racconti da noi
scelti (Prospettiva Nevskij e Il ritratto) sono stati assemblati
successivamente in Racconti di Pietroburgo. Di questa lettura mi restano le
atmosfere di Gogol che mi piacciono molto, sebbene di solito non ami il
fantastico e l’onirico. Descrizioni e atmosfere mi sono piaciute tantissimo, ad
esempio quella della Prospettiva Nevskij e dei suoi personaggi.
Fil
rouge tra i due racconti è l’ossessione per la ricchezza, ma anche la miseria
umana e il grottesco. Ne La prospettiva Nevskij il sogno del pittore porta ad
un epilogo tragico.
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Leggere
i classici dà soggezione, bisogna portare rispetto e non criticare. Relazione
con Gogol difficile, l’ho ascoltato, non letto, nel racconto La Prospettiva
Nevskij mi sono persa per la via. Un’osservazione: adesso nella contemporaneità
non si trova una descrizione simile, impensabile raccontare così a lungo una
via prima di arrivare ai personaggi. La sfida è il tempo di fronte a cui ti
mette Gogol, Non abbiamo più questa abitudine. Strabiliata dalla capacità di
scrittura, descrizione di luoghi, personaggi e ambienti. Avverto però la
distanza, mi sembra una fiaba. Capisco la metafora, nel racconto la Prospettiva
Nevskij i temi sono tutti già presenti, lui è uomo fiamma, visioni fortissime
del bene e del male, c’è l’innamoramento per la bellezza pura che però si
rivela prostituta. Metafora del danaro, anche il pittore di talento viene
risucchiato dal denaro come attirato da una sirena. Il dramma si accompagna al
comico. Ho apprezzato di più il ritratto, c’è più passione e forse redenzione.
Altro elemento è lo spirito russo (realismo magico), filone del fantastico e
del surreale. Molto interessante, ma coinvolgimento relativo.
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Letto
a luglio, qualche difficoltà iniziale, ma poi questa scrittura eccessiva mi ha
coinvolto. Anche l’aspetto onirico è coinvolgente, chissà se l’ha letto Freud.
Uomo nevrotico e disperato, spinto da mille contraddizioni. Vedi Prospettiva
Nevskij, sembra meravigliosa e ingenua all’inizio, alla fine descritta nei suoi
aspetti più loschi. Umanità bella buona interessante ma poi passionale e
meschina. I due personaggi della Prospettiva: il pittore vede la donna
angelicata, il secondo invece prima soffre, poi lascia perdere. Sguardo triste
e disperato.
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A
proposito della descrizione della Prospettiva Nevskij, un critico ha
evidenziato come tutto il primo paragrafo sia costruito con negazioni (Non c’è
niente di meglio, di che cosa non brilla, non uno dei suoi, etc. etc.), come se
anticipasse la conclusione (un aspetto che non è il suo).
Racconti
continuamente riscritti, fino alla morte.
Puskin
mentore e riferimento letterario di Gogol. Quando Puskin muore; Gogol si
smarrisce e dice: e io adesso per chi scrivo?
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La
descrizione iniziale è una sinfonia di personaggi. Mi ha dato fastidio la
dicotomia bene/male, onirico/spirituale. Nella struttura mi ricorda il film
Sliding Doors. Artificioso, ma bellissimo.
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Bellissimi.
Ascoltati alla radio recitati da Mandracchia. Prospettiva Nevskij è un caleidoscopio
di persone. Fotografia che stringe il campo fino ai due personaggi. Denuncia di
Gogol è il dualismo tra ideale e realtà, è la conclusione di queste due storie
d’amore.
Il
ritratto comincia didattico, poi l’aspetto visionario prevale. I due occhi sono
usciti dal racconto. Nonostante si capisca che l’autore è disperato, è capace
di trovare anche cenni di umorismo. Con la scusa della pittura parla molto di
arte e arte italiana. Pietroburgo città grigia. Scrittura potente.
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Ho
iniziato con l’ascolto, mi sono persa nelle descrizioni. Mi è piaciuto l’animo
che sta dietro, mediocri che non riescono ad uscire dalla mediocrità (vedi Il
cappotto). Prospettiva Nevskij. Il giovane che si perde dietro questa donna che
esiste solo nella sua testa, nel suo slancio cerca solo la redenzione, ma non
si può uscire dalla mediocrità, si muore. Pesante la descrizione, anche se fa
parte dello stile e dello spirito russo.
Il
ritratto. Si resta tra fantasia e realtà.
Il
naso, un po’ troppo lungo per me.
Mi
ha fatto piacere rileggere questi racconti a distanza di anni.
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Letto
da ragazza è stato diverso. Allora ho visto il grottesco e la denuncia sociale,
lettura molto positiva. Oggi visione molto pessimista. Chi è romantico è
destinato all’infelicità, senza riscatto, inquietante. La Prospettiva Nevskij
sembra una nostra via dello shopping.
L’ostilità
nei confronti della donna palpabile qua e là.
Lui
si vedeva brutto, aveva un forte senso di inferiorità, e questo ci aiuta a
capire. C’è del grottesco, piuttosto inquietante. Non c’è fiducia nella natura
umana.
§§§
Fino
ad oggi avevo sempre evitato Gogol perché in generale non amo il grottesco, né
il fantastico. Ma trovo questi racconti davvero molto potenti, incredibilmente
efficaci sia nelle descrizioni dei luoghi che dei caratteri. Il continuo
passaggio dal piano di realtà a quello di fantasia (sogno o incubo) è faticoso
e disturbante. Tuttavia, rende bene l’alternarsi di sentimenti che animano
Gogol, come se volesse raccontare la bellezza del mondo e allo stesso tempo lo
condannasse per le sue bruttezze.
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Ad
una prima lettura ho trovato anch’io troppo lunga la descrizione della
Prospettiva Nevskij, poi sono stata a Pietroburgo ed è stato amore folle,
davvero lì si incontrano tante persone diverse. L’ho apprezzato in modo
incredibile, mi ha entusiasmato per come coglie le particolarità. Mi ha fatto riflettere
l’atteggiamento dei protagonisti, uno si suicida, l’altro finisce in
pasticceria. Fa riflettere sul nostro atteggiamento verso la vita.
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Le
anime morte mi aveva colpito al liceo, a teatro ho visto Il revisore e al
cinema Il cappotto, ma Gogol è un autore che non mi è congeniale e che conosco
poco, dopo tanti anni mi colpisce l’ansia di pulizia, di morale, di bello e
buono. La ragazza bella e pura che diventa delusione per l’anima. Non riesco
però ad entrare nel grottesco russo (con l’eccezione di Tolstoj), che a Mosca
vedi sul marciapiedi. Ho letto i racconti, non li ho ascoltati. In questi
giorni ho letto su un giornale del matematico Cacciopoli e per associazione di
idee mi è rimasta impressa la frase “visse da napoletano, morì da russo”, cioè
alcolista e folle. Grottesco e terrificante come Il Maestro e Margherita, non
leggerò altro di Gogol.
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Visto
il film il cappotto, negli ultimi giorni ho letto solo La prospettiva Nevskij,
perciò le mie saranno solo impressioni. Sullo sfondo di questa via affollata di
persone e personaggi, emerge la storia d’amore dei due amici. Al di là della
storia, protagonista è lo stile con cui descrive i personaggi, particolari mai
superflui anche se minuziosi, stile ironico, a volte umoristico e satirico,
molto fluido e moderno, attuale per essere stato scritto nel 1830. Mi è
piaciuta soprattutto a prima parte, fantasiosa e un po’ eccessiva dell’artista
che si impicca perché non ha raggiunto il suo ideale.
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Titoli
talmente famosi anche per chi non lui ha letti, prima ho ascoltato RaiPlay ma
non è stato un bell’incontro. la prima lettrice mi è parsa troppo sentimentale
e sospirosa, la seconda così veloce che appiattisce. La prospettiva Nevskij mi
ha irritato per il titolo inventato da Landolfi (il vero titolo è viale, non prospettiva),
tutto il resto è venuto di conseguenza. Ironia e sarcasmo, non c’è simpatia verso
le persone, neanche per chi deve correre qua e là. Antipatia verso tutti ceti
sociali, non è gentile da parte di chi cerca purezza a tutti i costi. Il
ritratto è molto interessante, non sulla società burocratica, è storia da
incubo, questo sentimento di presenza malefica del ritratto che passa di mano
in mano senza perdere brillantezza. Morale: pittore per soldi ha tradito la sua
sensibilità, senso di importanza verso il potere demoniaco. Il naso, grottesco,
mi ha lasciato indifferente.
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Ho
pensato al ritratto di Dorian Gray che scopre di aver perso la sua innocenza e
pugnala e distrugge il quadro. Questo invece viene rubato e non si sa che fine
fa, resta aperta la questione denaro/arte. Prospettiva per me è evocativo. Sono
stata l’anno scorso a Pietroburgo (avendo letto prima Jan Brokken), mentre il
racconto di Gogol l’ho letto solo adesso. Il viale è grandioso, 5 km, Gogol
illumina di pagine il passeggio di tutte queste persone. Strada che scorre
sotto i piedi dei protagonisti, come la Neva, come la vita. Potere della forza,
potere della debolezza. Mix di classi sociali più interessante della storia dei
due protagonisti, scontro tra realtà e immaginazione.
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Sul
piano stilistico direi che è una prosa vecchia, troppi aggettivi, troppo
descrittiva. Indizio di un mondo e di una sensibilità. Ad esempio, la relazione
uomo/donna nella prospettiva Nevskij è anacronistico l’inseguimento. Il pittore
inizialmente idealista il vecchio in abiti asiatici, il ribaltamento di
fortuna. Notazioni ironiche, auto riflettente sulla società russa,
commiserazione sui garzoni e sui poveracci. Stereotipi sui tedeschi. Due
ritratti divergenti che vanno in parallelo, ala conquista della donna. Dal
punto di vista sociale è ritratto di un’epoca. L’artista inappagato e frustrato
è lui.
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Letti
parecchio tempo fa. Non mi è piaciuto affatto Il ritratto. Presenza malefica
tirata troppo alla lunga, poco verosimile che il figlio del pittore parli a
lungo all’asta (La giacca stregata di Buzzati, moltiplicazione del denaro allo
specchio). Lo strozzino, uno dei tanti, non mi è piaciuto. Al contrario, La
prospettiva Nevskij mi è piaciuto anche se all’inizio la tendenza al
particolare così minuziosa è eccessiva. Mi è piaciuta la struttura binaria dei
due amici che vivono gli incontri in modo così diverso. Ingenuo il pittore che
scambia i bei vestiti per aristocrazia. Poi c’è il desiderio di redimere. Un
critico cha notato che Gogol è un individuo inadatto a una ita normale,
accostato a Dostoevskij (Povera gente: incontro infelice con giovane ragazza
abbandonata).
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