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2024-06-11 Primo sangue di Amélie Nothomb

  •  Piacevole lettura, stile fluido. Si ritrova il sapore di un’epoca tutto sommato vicina eppure in qualche modo lontana. È apparentemente leggero, in realtà emergono temi importanti come, ad esempio, il tema dell’accettazione del destino. Il protagonista, Patrick Nothomb, riesce a superare le difficoltà della vita grazie alla dimensione poetica. Una nota negativa è che la narrazione manca di continuità: il libro sembra diviso in comparti temporali
  • Un libro che mi ha suscitato tenerezza e che cattura sorrisi. È un tributo alle parole e alla loro potenza: dalle poesie composte dal nonno all’eloquenza di Patrick che tenta di salvare gli ostaggi ai libri che il protagonista legge durante la prigionia e le lettere d’amore che scrive. È affascinante il mondo quasi magico, fuori dal tempo, dell’infanzia di Patrick. Brava l’autrice a condensare un’intera esistenza, quella del padre, in poche pagine. Un romanzo pervaso di grande semplicità
  • Libro raffinato ed elegante. Scrittura precisa e mai fuori posto.  Un libro disseminato di riflessioni (i.e.: sottile critica allo snobismo, riferimento alla sindrome di Stoccolma etc…) che si muove tra ironia e dramma
  • È chiaramente un omaggio al padre dell’autrice morto durante il periodo del Covid, quasi un elogio funebre, un modo per elaborare il lutto. Perfetta la caratterizzazione dei personaggi. Quando la nonna regala a Patrick il libro di Rimbaud traspare il ruolo magico e incantatore delle parole
  • Divertente nello stile e nella raffinatezza del gergo. Il libro è stato una piacevole sorpresa: avevo sempre rifuggito questa autrice che sembrava troppo “personaggio”. Mi sono totalmente immersa nell’ infanzia da favola raccontata nel libro. Ho ravvisato una netta separazione tra prima e seconda parte. Il libro è breve e forse l’intento era proprio di andare incontro alle nuove generazioni che cercano letture poco corpose
  • Nella sua semplicità tocca corde profonde. Nell’uso dell’ironia per affrontare temi importanti ricorda Bulgakov. Un libro pieno di amore la cui semplicità è in realtà frutto di esercizio
  • Nel testo si trova solo un accenno agli eventi storici della II Guerra Mondiale nelle Ardenne e nessun approfondimento sulla storia del Congo. Questo mi è parso un limite o forse non era l’intento dell’autrice.
  • Non mi ha colpito, non sono riuscita ad empatizzare con la scrittrice. Tocca molti argomenti senza svilupparli. Mi rimane una sensazione di troppa semplicità
  • La facilità di lettura consente di arrivare a molte persone. Forse l’autrice ha usato questa formula per vendere più copie. Bellissimo il ritratto dell’infanzia in cui Patrick si diverte nelle ristrettezze. Mi ha colpito la figura elegantissima della madre
  • Scrittura non spontanea, cucita sui classici francesi e solo apparentemente semplice. L’autrice, figlia di un diplomatico, cresce tra Giappone, Stati Uniti, Cina e Bangladesh in una famiglia disfunzionale. La scrittura la salverà

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