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2024-03-12 Spatriati di Mario Desiati

 

I presenti all’incontro hanno espresso, perlopiù, un gradimento nei confronti della prima parte del romanzo, evidenziando in particolare:

·       la scrittura elegante, scorrevole, il linguaggio ricercato, a tratti poetico, ma anche crudo

·       la descrizione della vita dei personaggi principali, Claudia e Francesco, e della loro decennale amicizia 

·       la divisione dei capitoli caratterizzati da parole chiave e così pure le relative “note dallo scrittoio o stanza degli spiriti”, ritenute utili e interessanti perché offrono al lettore un serie variegata di approfondimenti e di stimoli

·       la descrizione della Puglia, dei paesaggi, della natura, dei personaggi sono gradevoli e solari

·       il romanzo può essere considerato scomodo e provocatorio perché solleva questioni e temi complessi

·       i dialoghi sono vivaci

·       la descrizione della provincia italiana è viva e le situazioni raccontate - la mentalità chiusa, il pettegolezzo, il bullismo – sono vere e reali

·       la relazione tra Claudia e Francesco non è datata, né vecchia

·       il romanzo presenta molti piani di lettura: il lasciare alle spalle il luogo dove si è nati, anche come fuga da un ambiente chiuso e stantio, la ricerca interiore, il lavoro, l’etica del lavoro e il realizzarsi professionalmente non sono la cosa più importante, la mancanza di una idea di futuro

·       le convenzioni sociali e religiose come elemento frenante e vincolante

·       il confronto tra mondi e punti di riferimento diversi per generazioni diverse e che appartengono a periodi lontani tra loro.

 

Qui di seguito, altre considerazioni e pareri critici:

·       i personaggi principali risultano poco credibili, poco appassionanti, specie la figura di Francesco, la cui continua e irrisolta ricerca della propria identità sembra poco credibile una volta trascorsi gli anni della giovinezza

·       Il personaggio di Claudia ha in qualche modo diviso i partecipanti tra apprezzamento e dubbi sulle sue scelte di vita e familiari

·       la ricerca di una identità generazionale sembra prevalere su quella personale

·       i personaggi agiscono, spesso di pancia, fanno esperienze, ma non sembrano arrivare a una destinazione, non c’è approfondimento, non c’è prospettiva

·       la seconda parte del romanzo, il periodo “berlinese” e le sue trasgressioni, è stata percepita come poco spontanea, artificiosa, poco interessante, anche ridondante, ammiccante e in definitiva costruita ad arte per attirare l’attenzione e per stupire o impressionare il lettore

·       la descrizione degli ambienti e delle tematiche gay è considerata banale, superficiale e soprattutto incurante di tutto ciò che è stato fatto per combattere e prevenire l’HIV, dando un messaggio quantomeno anacronistico e pericoloso

·       Spatriati è veramente un libro “scomodo”? I temi che affronta, in particolare il gender fluid, la sessualità, non sono stati già sdoganati?

·       le diversità di orientamento sessuale, la fluidità dei generi sono trattate in modo “celebrativo”

·       interessante il confronto tra i due personaggi principali, Claudia e Francesco: Claudia, pur “facendo” cose, suscita perplessità su quale sia l’approdo; Francesco, nella sua fragilità, ha più di radici, ma a sua volta non sembra raggiungere una meta (non riuscirà a vedere fruttare gli ulivi piantati sul terreno dei nonni); 

·       Il finale del romanzo è ritenuto deludente e in generale manca una riflessione su sé stessi

 

 

 

 

 

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