I presenti all’incontro hanno
espresso, perlopiù, un gradimento nei confronti della prima parte del romanzo,
evidenziando in particolare:
· la scrittura elegante, scorrevole, il linguaggio ricercato, a tratti
poetico, ma anche crudo
· la descrizione della vita dei personaggi principali, Claudia e
Francesco, e della loro decennale amicizia
· la divisione dei capitoli caratterizzati da parole chiave e così pure le
relative “note dallo scrittoio o stanza degli spiriti”, ritenute utili e
interessanti perché offrono al lettore un serie variegata di approfondimenti e
di stimoli
· la descrizione della Puglia, dei paesaggi, della natura, dei personaggi
sono gradevoli e solari
· il romanzo può essere considerato scomodo e provocatorio perché solleva
questioni e temi complessi
· i dialoghi sono vivaci
· la descrizione della provincia italiana è viva e le situazioni
raccontate - la mentalità chiusa, il pettegolezzo, il bullismo – sono vere e
reali
· la relazione tra Claudia e Francesco non è datata, né vecchia
· il romanzo presenta molti piani di lettura: il lasciare alle spalle il
luogo dove si è nati, anche come fuga da un ambiente chiuso e stantio, la
ricerca interiore, il lavoro, l’etica del lavoro e il realizzarsi
professionalmente non sono la cosa più importante, la mancanza di una idea di
futuro
· le convenzioni sociali e religiose come elemento frenante e vincolante
·
il confronto tra mondi
e punti di riferimento diversi per generazioni diverse e che appartengono a
periodi lontani tra loro.
Qui di seguito, altre
considerazioni e pareri critici:
· i personaggi principali risultano poco credibili, poco appassionanti,
specie la figura di Francesco, la cui continua e irrisolta ricerca della
propria identità sembra poco credibile una volta trascorsi gli anni della
giovinezza
· Il personaggio di Claudia ha in qualche modo diviso i partecipanti tra
apprezzamento e dubbi sulle sue scelte di vita e familiari
· la ricerca di una identità generazionale sembra prevalere su quella
personale
· i personaggi agiscono, spesso di pancia, fanno esperienze, ma non
sembrano arrivare a una destinazione, non c’è approfondimento, non c’è
prospettiva
· la seconda parte del romanzo, il periodo “berlinese” e le sue
trasgressioni, è stata percepita come poco spontanea, artificiosa, poco
interessante, anche ridondante, ammiccante e in definitiva costruita ad arte
per attirare l’attenzione e per stupire o impressionare il lettore
· la descrizione degli ambienti e delle tematiche gay è considerata
banale, superficiale e soprattutto incurante di tutto ciò che è stato fatto per
combattere e prevenire l’HIV, dando un messaggio quantomeno anacronistico e pericoloso
· Spatriati è veramente un libro “scomodo”? I temi che affronta, in
particolare il gender fluid, la sessualità, non sono stati già sdoganati?
· le diversità di orientamento sessuale, la fluidità dei generi sono
trattate in modo “celebrativo”
· interessante il confronto tra i due personaggi principali, Claudia e
Francesco: Claudia, pur “facendo” cose, suscita perplessità su quale sia
l’approdo; Francesco, nella sua fragilità, ha più di radici, ma a sua volta non
sembra raggiungere una meta (non riuscirà a vedere fruttare gli ulivi piantati
sul terreno dei nonni);
·
Il finale del romanzo è
ritenuto deludente e in generale manca una riflessione su sé stessi
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