Il libro in qualche caso non ha suscitato parere favorevole, si sottolinea in particolare la debolezza della trama, semplice se non banale i cui esiti, il suo svolgimento risultano sempre prevedibili. Si evince anche un'assenza di indagine psicologica, i personaggi sembrano tagliati con l'accetta, l'universo femminile è mal trattato e descritto in termini scontati.
Diverso il parere che evidenzia il piacere di “tuffarsi” in un romanzo e in un ambiente dell'800 con un apprezzabile l'analisi della società del secolo.
Si conferma molto interessante questo romanzo
che esprime lo stile dell'epoca. Le descrizioni dell'ambiente e dei personaggi
sono vive, puntuali. Molto interessante l'aspetto economico, col riferimento al
tema dell'accumulo delle ricchezze. Interessante l'evoluzione a questo riguardo
dei personaggi che rivelano gli aspetti storico economici e politici
dell'epoca: colonialismo, basi per una società basata sul denaro e i profitti
senza scrupoli. Una società che mette le basi per quella capitalistica odierna.
Altrettanto interessante il bagaglio di pregiudizi (pensiamo al ritratto dell'ebreo affarista) che mettono radici e arriveranno anch'essi fino a noi.
Interessante romanzo che disegna personaggi
emblematici, prototipi forti, dall'avaro e dispotico padre Grandet
all'arrampicatore sociale, il giovane cugino Charles. Le donne appaiono
vittime, ma interessanti e sempre positive a differenza degliu uomoini.
Il rapporto tra padre e figlia si rivela nella sua tragicità.
Molto bella la descrizione dei luoghi e del piccolo centro di provincia. Balzac consegna un affresco del tempo (si pensi all'aspetto buffo che a Saumur tutti sanno tutto di tutti). Interessante la figura di Grandet, esperto e scaltro affarista, dedito all'adorazione dell'oro.
Grandet è un uomo spregiudicato, grande speculatore, le operazioni finanziarie sono articolate e ben descritte.
Grandet che compra terre a man bassa ed è
sempre più ricco e possidente si rivela come il contraltare, il contrario del
suo autore, Balzac.
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