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2019-12-02 Chourmo di Jean-Claude Izzo


Gdl di lunedì 2 dicembre, presenti una quindicina di lettori.


Jean Claude Izzo
J.C. Izzo nasce nel quartiere Panier da padre salernitano e madre spagnola, a Marsiglia per ragioni di lavoro. Come obiettore viene mandato in Africa a Gibuti, è impegnato politicamente e nel sociale, lavora come giornalista. Tre donne importanti nella vita e un figlio, che da bambino vivrà con la madre da cui lui è separato e con cui costruirà solo più tardi un rapporto affettuoso.
Ha fatto parte del gruppo Pax Christi, ha una grande passione per la poesia e per il jazz. Ama Rimbaud cui lo accumuna l’esperienza africana, traduce poeti minori e stranieri. Nella sua biografia edita da E/O si parla anche di scrittura poetica e sensibile più che prosastica.

Chourmo
Sembra tuttavia che Izzo sia poco conosciuto a Marsiglia e al Centro Culturale Francese. Sebbene la storia sia complicata e ci sia qualche personaggio di troppo, il libro è piaciuto molto. La grande attenzione al sociale fa dimenticare che si sta leggendo un noir. Sconvolge la presenza di Mafia/Mala marsigliese. La città, al 30% araba, è descritta in modo interessante.

Sconvolgente, sembra di leggere il giornale, nazionalismi, intolleranze, voglia di leggere altri suoi libri, piaciuto molto.

La presenza della città pervade tutto. Sono di Genova, Marsiglia sembra meno bella ma molto simile con le sue stradine. Trama poteva essere semplificata, domina aspetto politico, contatto tra francesi e immigrati di 2a o 3a generazione. Amica Honorine ricorda figura analoga in Montalbano. Protagonista ama mangiare/bere. Vorrei leggere altri suoi libri.

Mi è piaciuto molto, reminiscenze da Chandler, il protagonista è ex–poliziotto che non riesce a ricondurre le cose all’ordine. Montale è diverso da Marlowe, è empatico, soffre per le vittime, non tollera il razzismo che conosce in prima persona. Marsiglia è protagonista, ha un’anima. Vivissimi Fonfon e Honorine. Si sente che Montale è alter ego di Izzo, che sperava che tutti potessero diventare marsigliesi, ma il sogno è crollato. Rapporto con le donne, nessuna relazione dura, non capisco cosa devo chiedere e lei se ne va. Manca dell’ironia che invece c’è nei noir italiani.

Mi ha colpito molto la tensione di Fabio Montale nei confronti del sangue popolare, delle fasce svantaggiate. Senso di giustizia non formale, lui stesso ha rubato. Problematiche sociali viste da un ex–poliziotto, tensione morale. Non mi piacciono invece il senso del nostalgico e lo stile trasandato.

Non ho finito ma solo per mancanza di tempo, si sente il fascino del noir.

Non finito, lasciato a metà perché non mi è piaciuto, confesso che non è il mio stile, aggrovigliato. Interessanti le donne della sua infanzia, che lui si porta addosso/appresso. Serge l’operatore sociale è una promessa mancata, non può continuare il suo lavoro e muore ammazzato.

Piaciuto molto poco, anche se molto interessante l’amore per Marsiglia. Montale è un grande lettore, a differenza di Marlowe. Entrambi hanno passione per la musica. Montale ama la poesia, ma lo stile di Izzo è prosastico. Non c’è locale di Marsiglia dove non venga accolto a braccia aperte. Numero incredibile di coincidenze, un po’ come ne Il grande sonno. Interessante l’amore tra gli anziani Honorine e Fonfon, oltre l’amore tra gli adolescenti. Infine, una domanda: l’amore di Modiano per Parigi è in qualche modo legato all’amore di Izzo per Marsiglia?

Predominanti i temi della malinconia e della disillusione, non mi è piaciuto, come non mi piacciono in genere i noir. Montale è uomo non risolto che però risolve le situazioni facendosi giustizia da sé con il plauso dei poliziotti buoni. Eroe romantico? Troppe bevute e troppa azione, rocambolesco e feuilleton l’inseguimento finale.

Mi piacciono i noir in genere, ma non questo. Troppi fatti, troppe coincidenze, nell’ultima scena si ritrovano tutti, sciatto nello stile, molto spezzettato. Troppi personaggi, non ben definiti. Spunti interessanti: la banlieue, i tossici, i criminali. Nessuna voglia di leggere altri suoi libri, voglia invece di vedere Marsiglia e il suo vieux port.

Coincidenze, azione e intrigo sono per non annoiare, mi piacciono i libri con cornice, in questo caso gli islamici, i barbuti, la città, la criminalità. Lo scenario sociale viene attutito da famiglia e amici che sono i piaceri della vita in un mondo deprimente e senza valori.

Non amo il genere ma sono riuscita a finire, mi è piaciuto per lo spessore umano, analisi del sociale, sensibilità, etica particolare che si rivolge all’altro per salvare l’umanità dalla povertà e dl degrado. Comprende e giustifica Serge che ha salvato tanti ragazzi. Cade nel finale feuilleton.

Izzo ha ispirato Carlotto, ha l’obiettivo dell’analisi sociale e politica, con lui nasce il noir mediterraneo che ha radice nel giornalismo d’inchiesta, da qui lo stile paratattico, frasi brevi e spezzettate che danno un ritmo che piace, perché a volte fa fermare a pensare. La città è protagonista con contrasti e contraddizioni che sono anche nel personaggio, che è poetico. Ne ha passate di tutti i colori, con grande sensibilità per gli ultimi, nonostante la disillusione. Amore per il mare, il cibo, l’amicizia che sono le piccole cose per cui vale vivere.

Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualche schematismo. Mi urta l’ossimoro tra città di m… e città amata, ma ho apprezzato il ritmo serrato dell’ultimo capitolo. In ogni caso, déjà vu, scritto 25 anni fa.

Citazione: nulla di meglio della buona cucina per negare la morte. Altra citazione: non riesco a liberarmi del mio passato, per questo non riesco a costruire futuro. Mi piacciono i valori della giovinezza e dell’amicizia. Amicizia uno dei grandi cardini della vita. Mi piacciono Marsiglia e il mare, visto in modo adolescenziale.

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