PAUL AUSTER
Nato 73 anni fa il 3 febbraio a Newark, New Jersey,
città da lui molto amata, da una famiglia benestante di origine polacca
austriaca di religione ebraica. Ha una sorella minore con gravi problemi
psichiatrici, per questo interdetta. Elementi biografici sono presenti anche
nel libro in lettura. Già a 12 anni scrive poesie, durante gli anni del liceo i
suoi genitori si separano e lui viaggia a Parigi. Studia alla Columbia
University, dove conosce la prima moglie, poi si imbarca su una petroliera.
Durante l’Università va a Parigi con una borsa di studio, e a Parigi tornerà
successivamente a vivere per qualche anno dopo la laurea, in ristrettezze
economiche. Rientrato in USA divorzia dalla prima moglie da cui ha avuto un
figlio e si sposa in seconde nozze con Siri Hustvedt, scrittrice americana di
origine norvegese, da cui avrà una figlia.
Il successo per lui arriva verso i 40 anni, con la
trilogia di New York. È anche regista di alcuni film tratti dai suoi romanzi.
L’ultimo suo titolo è 4321, un libro di più di 800 pagine, con uno stile
differente dai suoi precedenti. È la vita di un personaggio raccontata in 4
diverse varianti.
Ha avuto fama prima in EU che in USA, certamente non è
un fan di Trump.
INVISIBILE
Inizialmente mi ha lasciato perplessa. La prima arte è
scivolata via, anche un po’ noiosa. Poi rapida accelerazione fino al finale.
Bello l’artificio del manoscritto di Adam inviato a Jim e del secondo
manoscritto, quello di Cécile, a lui affidato. Parole e letteratura sono molto
importanti per l’autore, come è evidente anche in altri suoi libri. In questo,
sono molte le voci che cambiano, è come un mosaico di storie. Mi ha coinvolto
molto, ma con riserva. Cosa vuol dire davvero il titolo Invisibile? L’incesto è
davvero avvenuto? Born ha davvero ucciso il padre di Cécile?
§§§
Sono dubbioso. Storie che iniziano normali e poi
finiscono nella perversione o in tragedia. C’è poi la questione della realtà
soggettiva, la storia cambia a seconda di chi la racconta, il lettore viene
spiazzato. Come lettore mi sono sentito manipolato, un po’ come Born manipolava
Walker. Non so cosa voglia dire Invisibile, resta aperta la questione della
variazione di stile.
§§§
Ho colto voci diverse che si combinano all’interno di
questo libro, e mi è venuto il dubbio che la traduzione abbia fatto da filtro,
anche perché ho letto pochi libri di Auster. Forse per questo, in associazione
me ne sono venuti in mente altri di altri autori. Cuore di tenebra:
l’invisibile colonnello Kurt, che ha piena consapevolezza dell’orrore, a
differenza di Born che non ha né consapevolezza né attenzione per il passato
coloniale. La ricerca del tempo perduto: il tempo sembra sfuggire a
chi scrive e la storia diventa sempre più rapida. Il Maestro e Margherita:
anche qui romanzo nel romanzo, collage di testi di provenienze diverse. L’autofiction:
non sappiamo quanto sa autobiografico, ma non importa se Adam non è Adam, è
importante la letteratura, più vera del vero. Delitto e castigo:
Invisibile ha la struttura di un giallo, Born dice che vuole scrivere un
thriller, e noi sappiamo sin dall’inizio chi è l’assassino. Mi ha colpito la
questione della distanza, è necessaria una distanza di tipo emotivo per avere
una riuscita di tipo artistico, una qualità letteraria. Infine, Ada di
Nabokov: amore incestuoso, certo e felice.
§§§
Il primo capitolo mi ha lasciata indifferente, poi mi
ha preso per la varietà dei punti di vista dei diversi protagonisti sui vari
eventi. Per me Invisibile è l’uomo che scrive e prende sempre più le distanze,
prima seconda terza e infine altra persona. Invisibile è anche la verità:
incesto? Omicidio del ragazzo? Omicidio del padre di Cécile? Ognuno ha una
propria lettura di fronte alla vita, la vera verità è invisibile.
§§§
Di primo acchito mi ha stupito, poi mi ha trascinato
fino alla fine anche se non ne ho compreso subito la struttura complessa. Sono
dovuta andare a riguardare: è un romanzo? È un poliziesco? Allora ho deciso di
leggere anche la trilogia di NY per conoscere meglio l’autore. In ultima
analisi, in Invisibile sono condensati tanti elementi, forse troppi per un
libro solo che è indubbiamente autobiografico: l’adolescenza, la volontà di
fare lo scrittore, il soggetto che rappresenta il male, il lutto per il
fratello, la scoperta del sesso, il racconto dell’incesto. Tanti temi, tra cui
anche quello politico, e poi ancora il colonialismo. Tanti temi lasciati un po’
così, al lettore da sviscerare. Invisibile: l’autore stesso si pone così nel
passaggio da prima a seconda persona.
§§§
Auster è uno di quegli autori che ci fa vedere cose
che prima non c’erano (a differenza di Haruf che ci fa vedere cose che avevamo sotto
gli occhi senza saperlo, come dice il suo traduttore italiano in una nota alla
fine di Benedizione). Il cambio di soggetto mi ha infastidito, mi
sono sentita presa in giro.
§§§
L’ho letto al mare, non mi è piaciuto, non ho trovato
il desiderio di rileggerlo, per me suona sgradevole, falso, intellettuale,
costruito, elaborato. Non mi ha preso. La femme fatale che guarda l’orizzonte e
dà il meglio di sé in cucina e a letto mi ha disturbato. Non mi è piaciuto il
malvagio, ubriacone e bugiardo. L’amore per la sorella mi è sembrato costruito
per épater les bourgeois. Non avevo neppure capito il titolo, per cui ringrazio
tutti voi per avermi dato diverse tracce con cui interpretare questo libro per
me artefatto.
§§§
Non ho letto il libro, ma ho colto dalle vostre
parole: distanza, verità invisibili, scrittura intellettualistica. Ho letto
altri libri dell’autore, che è freddo, non vuole attirarsi le simpatie del
lettore, e nonostante sia americano tiene il lettore a distanza. Di Auster ho
letto La musica del caso, libro breve che si legge al volo,
sanguigno, prende tantissimo ed è un thriller surreale, dove si trovano aspetti
di letteratura “concentrazionaria”, chiusi e controllati. Lo consiglio. Da
parte mia leggerò Invisibile, grazie per i vostri contributi.
§§§
Invisibile: questa parola viene citata due volte nel
libro. La prima, Adam parla con Jim e gli dice che abbandonerà l’uso della
prima persona che nasconde la sua personalità. La seconda, Adam descrive le
sembianze di Born, faccia larga, non sgradevole, invisibile nella folla. Per
me, invisibilità è la mancanza di verità degli individui, è il grande,
grandissimo tema della soggettività non conoscibile. La struttura di questo
libro è veramente complessa, è difficile orientarsi, fino all’adozione del diario
di Cécile. L’autore ha una padronanza letteraria pazzesca, non vuole essere una
lettura facile. La ricerca di originalità è estremizzata, il dubbio è che si
tratti di tanti pezzi poi cuciti insieme, come esasperazione dei un gioco in
cui lo scrittore è immerso. È un libro corto, zeppo però di temi molto
interessanti non sviluppati. Altro tema è quello della scrittura, sia per Adam
che per Born. C’è chi dice che ci vuole distanza, chi il contrario. C’è il
contesto storico, il Vietnam, i movimenti studenteschi. C’è il tema della
sessualità, tantissimo raccontata, non sappiamo se veramente vissuta.
Interessante il personaggio di Cécile, donna che parte sfigata ma arriva
compiuta, dà al finale una possibilità di verità. Andandosene dall’assurdo
soggiorno caraibico evidenzia l’immagine delle maestranze che sono la realtà.
Al netto dei tormenti soggettivi e delle maschere, ci sono realtà di fronte
alle quali non si possono chiudere gli occhi. Cécile è donna, è grassa, fa
fatica, ma nonostante tutto riesce in tutto e registra questa realtà.
§§§
Mi colpisce in particolare la struttura di questo
romanzo, in cui il racconto si snoda in prima seconda e terza persona nel
diario di Adam, e infine come storia del protagonista del diario di un’altra
persona, Cécile. Il tutto tenuto insieme da una cornice che è il racconto
dell’amico Jim. Credo si tratti del tentativo dell’autore di distaccarsi dal
proprio materiale autobiografico e renderlo materia di romanzo. L’Invisibile
del titolo è a mio avviso l’ambizione dell’autore di nascondersi dentro le
proprie pagine, che in realtà lo rivelano. Temi analoghi (lo scrittore e la
scrittura) si trovano anche in L’intervista di Eshkol Nevo e
in Yoga di Carrère.
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