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La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead

Report 

Colson Whitehead, Ferrovia sotterranea, edizioni SUR, Roma 2017 

Complessivamente è risultato un libro piuttosto avvincente, con tanti spunti, che si legge facilmente nel senso che prende parecchio per cui si arriva alla fine senza grosse difficoltà. In particolare nel gruppo c’è chi è stata catturata in modo fortissimo a partire dalla frase “i cadaveri penzolavano dagli alberi come decorazioni marce”, che le ha ricordato la canzone Strange Fruit composta da Abel Meeropol e interpretata in modo partecipato da Billie Holiday e Nina Simone. Si tratta di una delle canzoni di jazz più straordinariamente belle. Nel 1937 Meeropol, un insegnante e militante comunista, aveva visto la foto di un linciaggio che lo aveva perseguitato per giorni e che poi gli aveva ispirato Strange Fruit1 . Tutto il romanzo è percorso da piccoli indizi legati alla musica jazz nera, quando parla per esempio dei bianchi truccati da neri nei Minstrel shows, un insieme di sketch comici, varietà, danze e musica, interpretati da attori bianchi con la faccia dipinta di nero. I Minstrel shows rappresentavano i neri in maniera stereotipata, e quasi sempre offensiva: immancabilmente mostrati come ignoranti, pigri e superstiziosi, e veniva accentuato in maniera caricaturale il loro amore per la musica. Tragico viene ritenuto il capitolo su Ethel, in cui emerge l’educazione di una ragazzina cristiana che cresce con la profonda convinzione che i neri discendano dalla stirpe nera e maledetta di Cam, perciò destinata alla schiavitù. Ma c’è anche chi, pur avendo letto volentieri il libro è rimasta un po’ sconcertata dall’insieme dei generi, per cui si è chiesta se si tratti di un romanzo storico o distopico. Realtà o finzione? Inoltre il finale lascia a desiderare, dal punto di vista stilistico alcune parti sono un po’ slegate, si avverte una dicotomia tra l’idea fantasiosa della ferrovia sotterranea e la crudezza della realtà, come se il libro dovesse servire per la divulgazione di una realtà che forse non è così nota a tutti quanti, in questo senso sembra più una operazione commerciale. È vero che si tratta di un libro commerciale – sostiene un altro dei partecipanti - Whitehead non ha pretese, scrive una storia che può piacere o non piacere, ma se attraverso questa storia riesce a far prendere coscienza a molte persone del problema della schiavitù negli Stati Uniti e magari a far riflettere sulla situazione degli afroamericani oggi, io ne sono contento. In effetti la lettura di questo libro ha fatto pensare anche al movimento Black Live Matter e alle sue rivendicazioni, ma anche ad altri episodi storici come gli Zoo umani dove venivano mostrati come bestie feroci persone provenienti dalle colonie, o come le Esposizioni coloniali, dove la gente poteva osservare da vicino i “selvaggi” e sentirsi orgogliosi di appartenere alla superiore cultura occidentale. Le Esposizioni furono anche strumenti di propaganda per convincere gli europei della bontà della missione civilizzatrice del colonialismo, nello steso tempo alimentarono ancora di più il gusto verso l’esotico e l’esotismo.2 


1 Il testo inglese di Strange Fruit e traduzione: Southern trees bear strange fruit / Blood on the leaves and blood at the root / Black bodies swinging in the southern breeze / Strange fruit hanging from the poplar trees / Pastoral scene of the gallant south / The bulging eyes and the twisted mouth / Scent of magnolias, sweet and fresh / Then the sudden smell of burning flesh / Here is fruit for the crows to pluck / Here is fruit for the crows to pluck. Gli alberi del Sud portano uno strano frutto / Sangue sulle foglie e sangue alla radice / Corpi neri oscillano nella brezza del sud / Strani frutti appesi agli alberi di pioppo / Scena pastorale del prode sud / Gli occhi sporgenti e la bocca contorta / Profumo di magnolie, dolce e fresco / Poi l’improvviso odore di carne bruciata / Ecco il frutto da strappare per i corvi / Per la pioggia da raccogliere, per il vento da risucchiare / Per il sole a marcire, per gli alberi a cadere /Ecco un raccolto strano e amaro.

 2 https://www.achac.com/zoos-humains/ ; V. anche il Prologo del romanzo Un’isola di stranieri di Andrea Levy, Dalai editore 2005 e Cannibale di Didier Daeninckx, Edizioni Lavoro, 1999

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