Cerca nel blog

2025-05-13 Lettera al mio giudice di George Simenon

·       La lettura è risultata interessante ed oggetto di diverse riflessioni, anche perché il tema fondamentale del racconto, definito “anatomia di un femminicidio” risulta, purtroppo, di grande attualità. È sembrata proprio una possibile descrizione del punto di vista del carnefice, che fa pensare al dramma che può vivere lui stesso e la vittima. Tutti gli interventi si sono soffermati sulle motivazioni che hanno condotto il protagonista del racconto, che si presenta sotto forma di lettera al giudice, a compiere l’omicidio della povera Martine

·       Dall’anaffettività totale del protagonista, derivano conseguenze disastrose che portano il protagonista ad una vera e propria patologia, la quale lo trascina in una discesa inarrestabile in un abisso, che assume le forme di una grave psicosi. Simenon si sofferma sulle situazioni precise, a partire dal contesto familiare, che hanno contribuito a creare una personalità cosi disturbata, descrivendo una famiglia disfunzionale caratterizzata da un padre “eccessivo”, alcolista ed assente, madre possessiva ed invadente, in cerca di rivalsa sulle sue origini attraverso il figlio; vedovanza e secondo matrimonio con una donna che non ama, scelta determinata ancora dall’incapacità di opporsi alle convenzioni sociali, per tranquillità e per acquisire prestigio sociale.

·       Charles si accorge di aver perso la sua “OMBRA”, ossia la sua interiorità, ia parte più interna e profonda di sé, che crede di poter ritrovare con l’incontro di Martine, una ragazza fragile ed indifesa. Con questa relazione capitata per puro caso, trova il terreno fertile per convincersi di poter riempiere il suo vuoto e realizzare il suo desiderio insano di fusione totale, di un amore che si può realizzare solo annientando l’altro, negandolo come soggetto. E’ quindi incapace di gestire la relazione con la ragazza, per la quale prova un amore malato ed “antropofago”: la spoglia di qualsiasi tratto di personalità, la cancella, in un rapporto di totale sopraffazione e di violenze arrivando ad ucciderla, perché non può possederla fino in fondo, Addirittura non può accettare nemmeno il suo passato e tanto meno che lei si emancipi in qualche modo da lui. L’evento tragico e finale si compie quando la ragazza manifesta qualche tentativo di autonomia, e la situazione diventa insopportabile per Charles, quando anche lei riesce a provare piacere, espressione di una forma soggettività ed una libertà inaccettabili per lui.

·       È stato notato che iI fatti vengono narrati e messi a nudo con uno sguardo onesto, laico e libero e che l’A. squaderna una realtà terrificante, senza giudicare, né stigmatizzare: Simenon racconta stando fuori ed è stato rilevato che probabilmente la vicenda parla anche del suo rapporto con le donne.

·       È un libro riuscito dal punto di vista letterario, ma alla base c’è una concezione retriva della donna: o sottomessa ed in aria di santità, o se libera, depravata. Suscita sgomento pensare che nel 2025 non è ancora cambiato molto.

  

Nessun commento:

Posta un commento