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2024-02-13 Quaderno proibito di Alba de Cespedes

 

Punti sottolineati dai partecipanti all’incontro:

  • la rappresentazione dell’epoca (primi anni ’50) e dei cambiamenti in essere o delle anticipazioni di quelli che sarebbero accaduti negli anni successivi
  • la fascinazione dell’introspezione di Valeria, una sorta di percorso di auto psicoanalisi, e il potere terapeutico, catartico, liberatorio della scrittura nell’interrogarsi e nel rivalutare la propria vita
  • Valeria è considerata l’espressione di una generazione di mezzo tra gli insegnamenti ricevuti e ciò che avrebbe desiderato essere; è quindi una donna a cavallo la l’anziana madre e la figlia Mirella
  • il ruolo di mediatrice di Valeria, all’interno della famiglia, tra i figli e il marito
  • il rapporto, conflittuale, tra la madre Valeria e la figlia Mirella (considerata come la donna del futuro), rappresentazione dello scontro tra tradizione e cambiamento
  • Valeria fa da ponte verso un nuovo ruolo della donna nella società e nella famiglia
  • la figura del figlio Riccardo che rappresenta, acriticamente, il mantenimento dello status quo e della tradizione, ma la cui fragilità viene in una certa misura addebitata alla stessa Valeria che nulla fa per farlo “crescere e maturare” perpetuando lo stesso sistema di valori
  • l’assenza di spazi propri per Valeria nella casa familiare; situazione che il periodo del lock-down ha dimostrato essere tuttora presente in molte famiglie
  • il lavoro femminile accettato dalla società dell’epoca solo quando contribuiva alla gestione e al supporto economico della famiglia, contrapposto al desiderio e alla esigenza di scrivere di Valeria, visto come una sottrazione di tempo ai “doveri” familiari senza apportare nulla alla famiglia stessa
  • la figura femminile di Valeria che all’interno della famiglia è considerata solo come una madre,” Mammà”, anche dal marito Michele, mentre viene valorizzata come donna solo nell’ambiente lavorativo
  • la famiglia come luogo di oppressione delle donne
  • l’innamoramento che dà a Valeria la consapevolezza di potersi ancora mettere in gioco e la possibilità di vedere con uno sguardo diverso l’amore e i figli anche se questo sentimento è vissuto come un “peccato”
  • la rappresentazione di tre solitudini (di Valeria, Michele, Guido) che nessuno dei tre è in grado di risolvere
  • lo scontro tra ricchezza e povertà tra sicurezza e insicurezza e il valore del denaro e dell’avere
  • la contrapposizione tra due mondi, tra il patriarcato, che viene criticato, e quelle che, anche se non presenti nel romanzo, saranno le istanze future espresse dal ‘68
  • il finale del romanzo, carico di emozioni, che però non porta a un riscatto completo di Valeria pur in una acquisita consapevolezza e accettazione della situazione anche se a prezzo di una grande sofferenza
  • la scrittura come un demone che porta il quaderno nelle fiamme della stufa
  • la paura di invecchiare di Valeria (nonostante abbia superato di poco i quarant’anni)
  • la competizione con donne più giovani
  • la “sindrome del nido vuoto”

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