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2022-09-30 Saša Stanišić, Origini, Keller editore, traduzione di Federica Garlaschelli, Rovereto 2021

 Saša Stanišić nasce nel 1978 a Višegrad, città resa celebre dallo scrittore Ivo Andrić con la sua opera Il ponte sulla Drina, da madre bosniaco e padre serbo. Nasce in Iugoslavia, ma non vi vive a lungo, ben presto nel 1991 deve abbandonare il paese a causa della guerra per fuggire in Germania dove diventa “un rifugiato” con tutto quello che questo comporta.

Nel 1998 i genitori emigrano negli Stati Uniti per non essere riusciti a rinnovare il permesso di soggiorno, mentre Saša resta a Heidelberg, termina la sua formazione e inizia la sua carriera letteraria decidendo di scrivere in tedesco, la lingua del paese ospitante.

In Origini Stanišić con una scrittura leggera, pervasa di umorismo e tenerezza, indagando i suoi ricordi grazie all’aiuto dell’amatissima nonna Kristina, vagabonda nella propria memoria per tentare di creare le sue proprie origini.

Contemporaneamente fiction e racconto autobiografico Origini è un romanzo delicato e profondo, con echi che rimandano alla Bosnia, all’Iugoslavia, alla Germania e all’Europa. Non è un romanzo sulla guerra anche se la guerra è presente sullo sfondo, contrariamente al suo primo romanzo La storia del soldato che riparò il grammofono dove la guerra è in primo piano, ma fa emergere la storia di una famiglia dispersa a causa di un conflitto armato, la storia della nonna colpita da demenza senile che parte alla ricerca di un marito defunto in un villaggio, Oskoruša,abbandonato dai suoi abitanti e dove tutte le tombe del cimitero portano il nome Stanišić. È anche il racconto della stazione di servizio Aral a Emmertsgrund, periferia di Heidelberg, dove abita la famiglia Stanišić accanto ad altre famiglie immigrate, un racconto costellato di versi del poeta Joseph von Eichendorff. Al di là degli aspetti di difficoltà che come immigrato si è trovato ad affrontare, l’autore dà molto peso anche alle opportunità che il paese di accoglienza ha saputo offrirgli.

Il testo è una successione di capitoli corti che si susseguono al di fuori di ogni cronologia perché l’autore rompe il corso lineare del tempo. Tutto è frammentario in questo racconto, i personaggi, le frontiere; le appartenenze  e le origini sono plurali e lacerate. Molto sottile la linea che separa autobiografia e fiction, i ricordi d’infanzia si tramutano spesso in leggenda, molto belli anche gli aspetti paesaggistici. «Senza divagazione le mie storie non sarebbero mie. La divagazione è il tratto distintivo della mia scrittura.» (p.43) La scrittura di Origini è una scrittura più matura delle opere precedenti, forma e contenuto si reggono su un reciproco equilibrio.

La maggioranza del gruppo ha apprezzato e goduto la lettura di Originisolo alcuni hanno trovato difficoltà a causa della frammentarietà del racconto, della mancanza di linearità che si ritrova in un racconto tradizionale.

Diversità di opinione anche sulla parte finale di Origini, intitolata “La rocca dei draghi”, che è un finale da libro game. Si tratta delle ultime sessanta pagine cui Stanišić fa precedere un’Avvertenza in cui spiega  «Le prossime pagine non sono da leggere in sequenza. Sei tu a decidere come prosegue la storia, sei tu a creare la tua avventura.» Nel gruppo c’è chi ha deciso di stare al gioco,  chi invece ha preferito leggere queste sessanta pagine di seguito, chi ha trovato questo espediente un po’ forzato e chi, al contrario, lo ha visto come un mezzo per riprendere il concetto di finzione  nella rielaborazione di fatti realmente accaduti, in un intreccio fra memoria e invenzione, lasciando al lettore la possibilità di un individuale percorso di lettura e di interpretazione.

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