- Scritto in prima persona (un vezzo oggi predominante negli scrittori Italiani) il libro inizia bene e si lascia leggere con facilità. Ma nella seconda parte seguita dall’incidente ho fatto fatica a finirlo: luoghi comuni e uno scorrere lento.
· Risalta in tutto il libro la figura forte della madre. Però diventa difficile identificarsi con lei: perchè noi siamo i “cattivi”, cioè stiamo dall’altra parte.
· Una lettura scorrevole che mi ha preso
molto. Reso molto bene il punto di vista di chi sta dall’altra parte. E anche
la capacità di farci vedere che la stessa cosa può essere vissuta in mille modi
diversi: non esiste né un buono né un cattivo.
· Una finestra su un mondo che per molti di
noi è sconosciuto. A mio avviso tocca i seguenti temi: il problema delle badanti
e il dramma dei familiari. Quasi un libro di denuncia fatta in modo pacato con
tratti delicati e raccontato bene.
· Una lettura gradevole che però non mi ha
appassionato per il suo stile descrittivo.
· Mi sono concentrato sui punti vista delle
persone e ho avuto l’impressione che ogni capitolo avesse uno stile diverso: la
madre, il datore di lavoro, i vecchi, la sorella e il fidanzato. Molto
piacevole con una prosa curata. Un universo femminile che si priva della
vicinanza dei figli. Infatti il ragazzo
alla morte del nonno si perde del tutto. Ma una osservazione debbo farla
comunque: perché viene descritta questa figura di donna – Moma – che molla
tutto senza spiegazioni?
· Sono rimasta ammirata da come l’autore ha
saputo esprimere i sentimenti di queste due donne. E il tema dell’abbandono dei
figli: guadagnare dei soldi per farli stare meglio in un contesto dove i mariti
valgono davvero poco. E ho percepito molto bene il dolore di Daniel.
· Non avevo mai letto niente di preciso
sulla situazione dei migranti e ho trovato interessante il racconto a tre voci.
Attraversato da una corrente di sensibilità e di grande affetto. Che cosa
significa partire e sopratutto cosa significa restare? In ultimo non piace la
parola Badante, io preferirei Curante.
· Ho trovato una certa uniformità nella
scrittura: i tre personaggi parlano tutti lo stesso linguaggio. Però questo
libro ha il merito di parlare di un tema che non viene affrontato di frequente.
· La mia è stata una lettura veloce perché
in effetti questa storia pur nella drammaticità di certi avvenimenti scorre
bene.
· Mi chiedo come i Rumeni guardano noi, gli
italiani. Da un punto di vista sociologico lo scrittore non coglie questo
aspetto e questa è una profonda mancanza del libro.
· Mi ha colpito la scorrevolezza della
scrittura, i dialoghi scorrono in maniera naturale e i pochi accenni a Milano
ti trasmettono un senso di familiarità.
· La sofferenza di tanti per il piacere di pochi: uno sfruttamento capitalistico
- Un libro prezioso: l’autore Marco Balzano è uno che si informa, che va in fondo alle cose. Daniel è uno come noi. Uomo di oggi con dei grandi interessi e lo scrittore l’ha reso vicino, molto più simile a come sono io
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