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2025-12-05 Figli della nuova India di Pankaj Mishra.

 Con quest’opera Pankaj Mishra ritorna alla narrativa, già utilizzata per il romanzo I romantici, ed esplora l’India di Narendra Modi plasmata da modernizzazione e globalizzazione e da una mascolinità arrabbiata, disorientata, una storia sull'ambizione, la disillusione e le complessità morali della globalizzazione economica nell'India moderna. Mishra segue i laureati dell'Indian Institutes of Technology (IIT) alle prese con ricchezza, classe sociale e cambiamenti sociali, una narrazione che esplora temi già trattati nelle sue opere di saggistica, contrasto tra valori tradizionali e tecnocapitalismo, gli effetti del liberalismo e dell'imperialismo occidentali e dell'impatto sull’India e sul Sud del mondo, le conseguenze emotive ed etiche della globalizzazione economica sugli individui e sulle relazioni.

Il romanzo è incentrato sulle vite di tre uomini provenienti da contesti poveri – Arun, Virendra e Aseem – che si incontrano nei primi anni '80 al prestigioso IIT di Delhiun luogo considerato la porta d'accesso al successo, alla ricchezza e alla fama da tutti coloro che vi accedono. Dopo l'università, Aseem diventa uno scrittore e una celebrità mediatica con una spiccata propensione per il sesso; Virendra, la casta più bassa dei tre, diventa un magnate dei fondi speculativi negli Usa e un miliardario di Wall Street; mentre Arun, voce narrante, (il cui padre era riuscito a far cambiare il cognome del figlio perché sembrasse appartenere alla casta alta dei bramini), prende una strada del tutto diversa perseguendo una carriera non redditizia come traduttore letterario in un piccolo villaggio himalayano.                                                                                 

Il romanzo è una specie di confessione epistolare che Arun rivolge ad Alia (modella, attivista, giornalista e aspirante scrittrice di origine musulmana e di famiglia benestante, che indaga su uno scandalo finanziario), con la quale ha avuto una relazione sentimentale, ripercorrendo a ritroso la sua vita e la relazione con lei. Arun descrive i compromessi morali e il prezzo psicologico della ricerca del successo, che lo hanno costretto a confrontarsi con la persona che è diventato e con le ingiustizie insite nella nuova realtà, in cui le regole chiare del passato non ci sono più.

Importante il ruolo della letteratura e di scrittori come Naipaul, Fanon, Balzac, Turgenev, Wilde, Roth, Adorno ed altri, perché intorno alla letteratura ruota la costruzione dell’intero romanzo. Il testo, a cavallo tra fiction e saggistica, è una critica feroce al percorso culturale e politico dell'India, analizza come l'ambizione e la modernizzazione abbiano tradito vecchi ideali.

 

Come posso spiegare che non mi sento diverso da lui [Aseem] e perciò non sono in condizione di giudicarlo? Vedo me stesso nel suo spietato egocentrismo. La mia brutale scomparsa dalla tua vita non è stato un atto meno aggressivo delle sue avance. Ho finito per infliggere a te la punizione che meritavo io per aver tradito me stesso, per aver abbandonato mia sorella e mia madre, per aver scelto una vita da recluso.

E con chi posso parlare della vergogna di essere un uomo, della mia complicità in tante sofferenze? (p. 338)

 

La discussione nel gruppo è stata molto vivace con riflessioni e considerazioni contrapposte.  Chi ha amato il romanzo  o ne è rimasto affascinato, ne ha messo in luce  le considerazioni politiche, i tanti aspetti sociali, le trasformazioni fortissime della società indiana, la cui occidentalizzazione non ha ancora catturato del tutto gli animi, i molti riferimenti letterari, le passioni umane così forti, una lingua ricca sia a livello di trama che di descrizione, a tratti lirica. La nuova India viene tratteggiata con pennellate che traducono luci, ombre e contraddizioni anche se Mishra non pensa alla vecchia India in modo nostalgico. Arun è il personaggio più complesso, ma anche gli altri non sono stereotipati. Il titolo originale Run and Hide (Corri e nasconditi) forse è più significativo di quello italiano.

I pareri positivi erano espressi in modo vivace che denotava le emozioni provate durante la lettura. Diversi pareri hanno sottolineato di aver fatto fatica all’inizio perché l’Autore si dilunga troppo sulle caste.

I pareri negativi hanno messo in risalto la mancanza di pathos, di umanità quando ad esempio il narratore va dalla sorella che ha una vita difficile e non fa niente per aiutarla, anche l’incontro con il monaco non porta a una riflessione profonda. La presenza delle donne è evanescente, non ci sono figure di nonne. Colpisce negativamente il fatto che Arun non va al funerale della madre, a Londra si rende conto che sta vivendo a sbafo e si sente a disagio. Il parere più negativo, senza remissione e senza appello, ha sancito la lettura di questo romanzo come pura perdita di tempo.

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