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Sono stata affascinata dalla
lettura e sono rimasta con il fiato sospeso per diverse pagine. Quei bambini
sono così irreali: Forse non esistono?
· È un libro
tutto giocato sulla lealtà e la creazione della mente. Bly come un
palcoscenico, lo zio come un grande fratello, Miles come Douglas: dato che
Miles è morto, Douglas è un fantasma?
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Io che non amo i generi, sono
riuscita ad estraniarmi dall’oppressione della realtà, riuscendo a sentire una
cosa diversa: ti stupisce, ti prende e ti coinvolge. Che cosa è il male?
· Mi rimane
un dubbio alla fine: lei ha ucciso il bambino?
· Il giro di
vite: un’ulteriore stretta nella morsa della paura. E ho in mente questi due
bambini un po' indifesi che sono in mano a degli adulti disturbanti divisi tra
ambiguità e doppiezza: Quant è un molestatore? L’istitutrice una posseduta?
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Sono una persona razionale e i fantasmi non mi
fanno paura. Ma questo è pazzo, fuori di testa. Perché ha scritto un libro del
genere? L’autore ci prende in giro. Alla fine non è altro che un gioco
letterario.
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Sono arrivata fino a pagina Settanta. Le
vicende dei fantasmi non mi piacciono.
Per me un’ operazione commerciale.
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Il genere mi inquieta, quasi un horror Gotico.
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Chi legge il racconto segue lo stesso percorso
dell’istitutrice: è lei il vero narratore. Cosa ha mai fatto Miles? James è un
maestro di stile e questo racconto nel suo genere è un capolavoro.
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In tutto il racconto non c’è nulla di trucido, non
succede nulla di drammatico e violento e i lati oscuri sono coperti e celati.
L’istitutrice è Henry James (come in Madame Bovary Flaubert dice “sono io”) Se
vivi nella società ti devi dare una regolata: è questo il giro di vite?
· Per tutto il libro non ho sopportato i due bambini: troppo perfetti, troppo adulti con quel loro linguaggio al di fuori della loro età reale. Però alla fine l’innocenza di Miles soccombe e ho avuto pietà per lui.
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