Cerca nel blog

2025-03-03 Un amore di Sara Mesa

  • Mi è piaciuto ma l’ho trovato inquietante. Sembra che lei viva un sogno, o meglio, un incubo. Tutto quello che la circonda, l’ambiente naturale, la sua casa, le persone con le quali viene a contatto (fatta eccezione per Piter, la “strega” e suo marito) le è estraneo, ostile e incomprensibile proprio come succede nei sogni. Il suo disagio, che sfocia spesso in angoscia, potrebbe essere l’espressione inconscia del senso di colpa per quello che è accaduto sul lavoro e che l’ha costretta a licenziarsi. La sua vita ha perso senso e punti di riferimento. E così lei si sente smarrita.

·       Bella la scrittura, bello il parallelo azione/riflessione, ma non c’è nessun amore a dispetto del titolo. Nat non vuole darsi la colpa e fugge in un posto dove si trova spaesata, non riesce a farsi amici né a essere benevola con loro. Ho provato disagio per i rapporti sessuali. Amo i romanzi storici e i racconti brevi.

·       Non mi è piaciuto e l’ho letto velocemente. Le situazioni sono troppo estreme e irreali. Il luogo è troppo isolato e lo scontro con la comunità è troppo critico. Li vive il disagio e l’incapacità di relazionarsi con gli altri, che sono tutte persone sole. Non si capisce perché si ostina a stare lì. Mi ha irritata la sua sottomissione e non sembra una traduttrice per la difficoltà di trovare le parole giuste.

·       Non mi ha entusiasmato. Le figure maschili sono tutte negative. Forse è in un esilio volontario.

·       Alla prima impressione mi è sembrata una povera e anche odiosa ragazza. Poi ho capito che si trattava di una figura letteraria e il testo aveva diversi percorsi. E’ una creatura artificiale che mette in moto la fuga dai sensi di colpa e finisce con la fuga. Si è punita da sola visto che è stata perdonata. Il cane, umiliato e pieno di cicatrici, è la sua proiezione. Anche l’amore è una fuga dall’amore romantico. Lei è interprete e non traduttrice, infatti non è capace di trovare le parole da tradurre. Non è empatica e non ha nessun contatto con l’esterno. Le sue parole allontanano anziché avvicinare. Mi ha ricordato Antonioni e il tema dell’incomunicabilità. Non c’è analisi psicologica. Lei è un pupazzo che serve a mettere in moto la storia.

·       Piaciuto. E’ una gigantesca traduzione sbagliata. Lei resta impigliata nelle parole perché non sa fare il suo lavoro. C’è indagine psicologica. Non è assertiva con nessuno. E’ passiva e mi ha ricordato Moravia. Piter è gentile e il tedesco esplicito. Tutte le donne del “coro”, eccetto la “strega”, sono perfide.

·       Interessante e inquietante, cattivo e minaccioso. Sembra priva di legami familiari. Con Andreas accetta il baratto, è un rapporto di forza tra i due sessi, dove lei all’inizio si sente superiore, ma poi soccomberà. La traduzione non va avanti perché ha smarrito il senso della vita e quindi delle parole.

-Anche a me ha trasmesso inquietudine, ma l’ho apprezzato. Tra i vari livelli di lettura ci sono anche le micro-aggressioni verso la donna che finiscono per renderle impossibile reagire e la rendono una vittima. Mi ha ricordato la tradizione latino-americana con il divario tra città e campagna.

·       Pensavo che il rapporto d’amore fosse con il cane, mentre è quello tossico con Andreas. Penso che sia una donna che subisce gli eventi e perde il controllo della sua vita.

·       Piaciuto molto, sia la scrittura sia la trama: come farà a tirarsi fuori da questa situazione? Ha peso il fatto che è stata abusata da piccola. Con Andreas lei accetta la proposta perché si percepisce più forte. È incapace di ribellarsi, ma non debole perché ha il coraggio di restare.

·       Non mi è piaciuto molto. È inquietante. Non porta avanti la traduzione e le decisioni sulla sua vita quotidiana.  sempre in bilico, dubbiosa su tutto. Viene vista dal paese come l’ultima ruota del carro perché donna e prostituta per il rapporto con Andreas. E alla fine, per questo, rimane sconfitta.

·       Raffinato e coinvolgente. Parla di miserie e anche il contesto è triste e senza bellezza. Il tema è l’incomunicabilità e il punto di svolta sono le perdite: dell’innocenza, dell’autostima, della forza di volontà. Anche se alla fine trova la forza di lasciare il paese.

·       Interessante, con tanti aspetti che fanno riflettere. La scrittura è scarna, dura, abbastanza sperimentale. E’ una grande metafora della crisi dei rapporti in una società patriarcale: Piter vuole normalizzarla, il padrone è aggressivo, Andreas potrebbe essere un’opportunità ma non corrisponde i suoi sentimenti. L’ambiente grigio, la gente, la casa, tutto è negativo perché lei è in crisi, è una donna depredata.

·       E’ un libro sulla violenza, ma anche lei lo è perché è passivo-aggressiva: da passiva fomenta l’aggressività degli altri. Quella con Andreas è un’esperienza individuale, non una relazione. Lei è incapace di essere autocritica. L’unica relazione d’amore è con il cane.

·       Bellissimo, mi ha ricordato la tragedia greca con la comunità che fa da coro. Ma è anche una storia evolutiva del corpo. Alla fine i suoi tentativi sono serviti perché l’hanno cambiata.

·       Avrebbe dovuto farsi seguire da uno psicologo per risolvere il trauma dell’abuso e invece scappa sempre e non è riuscita a crescere. Sono ben descritte le emozioni femminili. 

  • Mi ha ricordato Buzzati e l’ ”amore mercenario”. Lei vive sempre nel presente: non ha passato né futuro. La scrittura in terza persona forse serve a sottolineare il distacco tra lei e gli altri. Nat è sempre il soggetto del libro, non le sfugge nulla. Racconta cose sgradevoli e meno confessabili perché adesso lei vede solo questo tipo di realtà. Sembra che attragga la cattiveria per espiare l’abuso. Perturbante, denso, essenziale

Nessun commento:

Posta un commento