· Conosco di più il suo teatro. Pur toccando
temi impegnativi lo fa con leggerezza e ironia. I temi sono la critica a una
società che impone regole, ma senza queste non puoi aderirvi, e lo
sdoppiamento. E’ interessante e attuale.
· Pone domande sull’identità, la privacy, la
società e il ruolo del migrante che è senza radici.
· Mi sono riscoperta nei miei 20 anni. Il
tema dell’identità (come ci vedono gli altri?) è sempre coinvolgente. E poi c’è
quello dell’ombra, della maschera. Il linguaggio è aulico e sembrano tre
romanzi in uno. La libertà non è possibile se gli altri non ci riconoscono. E’
anche filosofico: parla di valori e ideali e lo fa con ironia. Ho trovato delle
similitudini con Paul Auster: la circolarità, il pessimismo, la difficoltà ad
affrontare le vita.
· Apprezzo di più i testi teatrali. Si
ritrovano i temi della psicanalisi e del doppio (chi siamo dietro le
maschere?). Lo stile e l’autoanalisi hanno elementi teatrali e delle storie
trasmesse oralmente. C’è l’illusione di diventare felice cambiando identità, ma
poi fallisce perché non è possibile senza radici, non si può stare fuori dalla
società
· Sono rimasta stupita che mia sia piaciuto!
Ci sono molti momenti ironici, ma è un’ironia amara. I protagonisti sono deboli
attratti da deboli, si affidano al caso e si mettono maschere che vogliono gli
altri, quindi non scelgono, ma si uniformano. Tema dell’illusione data dalle
ideologie e dalla fede.
· Due termini: solitudine e smarrimento. E’
la storia di un’esperienza soggettiva: narratore e protagonista si
identificano. Non c’è identità senza il riconoscimento sociale, siamo maschere,
uno può essere anche molti altri. E’ un libro che segna un periodo di
transizione.
· Paleari simboleggia il rapporto aleatorio
con la società. La ricerca linguistica fa si che porti dentro il testo perché
gioca con le parole. Nell’episodio della sala da giochi c’è la scaltrezza del
salvarsi all’ultimo momento. E nella seduta spiritica, il far finta di trovare
lo scopo della vita.
· Libro mediocre: sta iniziando una nuova
letteratura, ma è ancora impregnata di romanticismo. Se non hai un passato non
sei nessuno. La vita è sempre un ritorno.
· Temi profondi e universali alternati a
ironia. Rivedo l’ambiente siciliano con forti elementi matriarcali. Lo stile è
innovativo, ricorda Joyce.
· La storia è circolare e tutto è nelle frase
finale. E’ un personaggio fragile perché si fa condurre dal caso. Nel suo
percorso, dove si lascia vivere, arriva a crescere e impara ad adattarsi alla
sua natura, tornando alle sue radici e ammettendo i suoi errori. Contiene del
pessimismo che fa parte della natura umana. Adriana forse è la figura più
positiva: vittima, ma con una forte dignità, segue un distino di
responsabilità. Un libro che critica la società e l’essere umano.
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