Cerca nel blog

2023-11-06 Il Posto di Annie Ernaux

 

  • Stile di scrittura asciutto, per punti. Stancante per me
  • In un’intervista all’autrice: “Penso di aver portato qualcosa di nuovo in letteratura soprattutto nel ripensare la scrittura autobiografica rendendola una scrittura non solo dell’intimità ma del sociale”
  • Gira attorno al suo unico mondo. Crudo sul finale
  • Crudezza nel dire le cose con il cuore. Nessuna messinscena
  • Una vita vuota: il marito non c'è, neppure i figli. Manca di sostanza spirituale
  • Momenti delicati e di tenerezza con il padre, ma il marito si presenta al funerale del suocero come a un lutto non suo
  • Scritto bene, affilato, tagliente. Mai una parola per un'altra
  • Scrittura sintetica e scarna, non mi piace e non mi arriva
  • L'nferiorità culturale del padre, che pure ha combattuto contro il non farcela nella vita, è vergogna per lei. Rapporto irrisolto
  • Cronaca, non storia. Voluta estraneità alle emozioni. Provincialismo francese cattolico bigotto e contadino
  • In una Francia 'schifosamente' classista, tutto ciò che interessa all'autrice è 'la posizione'
  • Emozionante omaggio al padre che viene da un mondo contadino in cui ci si vergogna delle emozioni. Il posto: a chi o cosa riferito?
  • Efficace e commovente nell'esaltare il padre umile che fa innovazioni ed è sempre alla ricerca di qualcosa di bello
  • Protagonista assoluto è il linguaggio che sostituisce la vita: "Scrivo perché non avevamo niente da dirci"
  • Apparentemente semplici la storia e la scrittura. E invece è un libro che continueresti a rileggere perché scopri sempre qualcosa di nuovo, e non ti stanca mai
  • Racconta il percorso cell'autrice ma alla fine mi è mancato l'affetto che in passato univa padre e figlia
  • Il racconto di un'ascesa sociale, presuntuoso e antipatico. Linguaggio di famiglia resta come legame affettivo
  • Manca uno sguardo di tenerezza dell’autrice alle sue umili origini

Nessun commento:

Posta un commento