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Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna di Michela Murgia

 

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Incontro del 10/12/20     Report

M. MURGIA  “ AVE MARY .  E la Chiesa inventò la donna”

M. Murgia nasce a Cabras, in Sardegna, nel 1972.  Inizia a lavorare precocemente per pagarsi gli studi commerciali e continuerà poi a fare svariatissimi lavori prima di diventare scrittrice e donna di spettacolo a tempo pieno. Nel 2006 scrive “Il mondo deve sapere”,  ispirato dalla sua esperienza di operatrice di telemarketing , da cui è stato tratto il bel film di Virzì “Tutta la vita davanti”.   Il romanzo successivo, del 2009, che tratta il tema dell’eutanasia in una Sardegna paesana negli anni ’50, vince il Premio Campiello e le dà notorietà.   “Ave Mary” è del 2011 e riassume le sue esperienze di animatrice nell’ Azione Cattolica, le riflessioni dei suoi studi teologici e la frequentazione delle tematiche femministe. Della stessa autrice il GdL tempo addietro ha letto e commentato “Istruzioni per diventare fascisti”.

Il Saggio tratta dell’influenza della Chiesa Cattolica sulla immagine e sulla realtà delle donne, non solo nell’ambito dei credenti ,ma nel costume dell’intera società. Il discorso si articola attraverso due linee di sviluppo, che si intrecciano di continuo, quella “teologica”, relativa alle norme religiose che regolano la vita dei credenti, e quella del costume , del pensare comune, che da quelle norme è fortemente permeato. 

In una prima fase gli interventi si sono mantenuti sui temi classici del femminismo nostrano, alternati ad esperienze personali , soprattutto sull’arretratezza del sistema patriarcale e maschilista che ancora caratterizza in parte  la società , non solo italiana e cattolica, influendo sul costume e sulla legislazione. Ci si è chiesti se nel tempo siano esistite società al femminile, Matriarcati, e si rimanda a Frazer “Matriarcato e dee madri” per approfondimenti.  Ma ben presto le due linee di sviluppo si sono intrecciate nei discorsi così come sono intrecciate nella realtà , essendo per di più il nostro il Paese Cattolico per antonomasia. Si è però subito osservato che la Chiesa non ha inventato niente, in realtà, poiché la società patriarcale era caratteristica dell’intera area mediterranea, e non solo, all’epoca in cui il cristianesimo nacque e si diffuse.. La colpa che  viene attribuita alla Chiesa Cattolica in quanto struttura organizzata, è invece quella di non aver cambiato le cose pur contenendo il Cristianesimo primitivo i germi di una grande rivoluzione egualitaria che, dal livello spirituale ,avrebbe potuto svilupparsi in una grande rivoluzione sociale. Così non è avvenuto , al contrario la visione maschilista dei ruoli è stata rafforzata e codificata come volontà divina transitando così dall’ambito civile a quello teologico. Eppure ,fa notare l’A. , il “sì” di quella ragazzina appena adolescente è stato un gesto sovversivo di grande coraggio tenendo conto della società in cui viveva. Ma qs elemento di indipendenza non è stato sviluppato, preferendo quello della sottomissione, come pure è stato ignorata la parabola  della dramma perduta e ritrovata da parte della donna che poi festeggia con le amiche, nell’assenza totale di mariti o padri

La separazione dei ruoli e la condizione subalterna della donna così come viene codificata nel tempo è resa manifesta dai modelli cui un buon cattolico deve guardare per avvicinarsi a Dio. Gesù è un modello cui ci si può ispirare per  avvicinarsi alla salvezza, perché si presente umano, debole nella carne, vittima sacrificale, ci dà il modello del martire cui tutti possono aspirare e che volendo è relativamente accessibile. Per la donna il modello è la Vergine che dice sì, che accetta, che non discute, oppure la Mater Dolorosa che soffre col cuore trafitto da 7 spade, che soffre e piange; oppure si affina in atteggiamenti ieratici , anche se sempre piangenti. Infine è una Maria eternamente giovane, che non muore ,semplicemente  si addormenta oppure splendente viene rapita in cielo, entrambe situazioni non accessibili ad alcuna donna comune che quindi non vi si può riconoscere.

Gli interventi hanno anche messo in evidenza quanto poco conosciamo in realtà delle norme religiose che accettiamo nella vita di tutti i giorni: per esempio c’è la convinzione diffusa che il matrimonio sia un sacramento antico come il battesimo, mentre invece è stato affermato tale solo dal Concilio di Trento nella seconda metà del ‘500. In quel secolo ci sono stati dibattiti furibondi e grandi cambiamenti, come la Riforma Protestante.  Tra questi dibattiti, almeno a quanto ci dicono molte immagini androgine dell’epoca, deve essere stato importante anche quello sul sesso di Dio, che ha il potere maschile come Padre e  la misericordia come  Madre . Come rappresentarlo? Alla fine è rimasto maschio e per scansare ogni dubbio pure con barbetta. Che la Vergine Maria sia tale, cioè Vergine,  dal Peccato Originale e non solo  nel senso banalmente fisico è stata forse una sorpresa generale, ma spiega perché è esente da parto,invecchiamento e morte, riscattando così la colpa primigenia di Eva.

Un approfondimento sull’argomento si può trovare nell’articolo della critica cattolica C. Rossi “ Il genio delle donne” in relazione alle citazioni di testi ecclesiali fatte dall’A.

 

Il primo filone ha suscitato un interesse moderato, ma una osservazione basilare: la Chiesa non ha inventato granchè, ma ha accettato e consolidato la visione maschile, se non maschilista,  del ruolo della donna.  Si è osservato che i testi cui si appoggia Murgia non sono particolarmente aggiornati, che non  tengono conto delle voci che anche all’interno della chiesa animano un dibattito vivace , delle voci discordanti e degli interventi progressisti  a partire dal Concilio Vaticano II. 

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