- L’ho riletto
coscienziosamente e non so cosa pensarne. È scritto bene, l’autore ha
saputo descrivere l’atmosfera deprimente della vita di Eszter. Però l’ho
trovato esagerato e ripetitivo. Soprattutto quando Eszter parla di Lajos. Elenca
sempre i suoi difetti, che sono odiosi, come a volersi convincere che lui
è una persona negativa. Non lo rinnega altrimenti dovrebbe ammettere che
ha sprecato la sua vita. Ho trovato l’autore misogino
- Mi ha
emozionato, ma con contrasti. Quello tra Eszter e Lajos è un legame
indissolubile: tutto è già deciso e lei non si tira indietro. Il comportamento
di Lajos e da manuale di manipolazione. Eszter non riesce a staccarsi da Lajos,
è una vittima sacrificale. Il suo desiderio di rivederlo è masochistico. Eszter
si immola, in senso cattolico, ma anche con disperazione
- Libro
bellissimo, di un autore tormentato ma non credo misogino. Conturbante e
molto attuale: una donna d’oggi potrebbe comportarsi come E. C’è un piano
di universalità sul tema del destino: quando inizi qualcosa devi portarla
a termine. Torna il tema deall vittima-carnefice e del bene-male. Eszter
porta a compimento un’etica di comportamento e si sente colpevole per i
suoi atti mancati (le lettere non lette).
- Dal punto di
vista stilistico è grandioso il clima mitteleuropeo che tiene in gran
conto la fascinazione: la “femme fatale” che ha come contraltare l’
“Angelo azzurro”.
- Si intuisce
l’idolatria nei confronti dell’uomo affascinante, mentre le donne non
lottano per se stesse
- Ci sono
contraddizioni irritanti.
- E’ un romanzo inquietante.
Lajos manipola tutti, non solo Eszter. E’ una “mela cattiva”. Non è
cattivo, ma è “fatto così”. L’azione si svolge in poco tempo, ma
all’interno di questo breve lasso temporale si susseguono molti anni.
Quando arriva L tutti indossano la
vecchia maschera e si comportano come facevano nel passato
- Mi è stato
difficile capire se L è solo un manipolatore o ha anche delle qualità
positive. L’autore ribadisce che sono le intenzioni che contano. E’ molto
presente anche il tema del destino. Per la prima volta Eszter fa una
scelta e con coraggio accetta la sua sorte.
- Lei è lucida,
ma alla fine si lascia portare via tutto. Non penso che c’entri solo il
destino, ma anche le passioni. Vale la pena vivere le passioni anche se ci
distruggono. L sembra vivere intensamente e quando lui non c'è tutti si
spengono.
- Piaciuto
tantissimo. Sembra un testo teatrale: tutto avviene in un unico ambiente e
in un tempo limitato. Sono stati toccati molti temi universali. Ho trovato
molta sensibilità nel descrivere il sentito sia delle donne che degli
uomini. C’è l’aspetto umano e il suo contrario: E ha un’esistenza normale,
L è spericolato, due contrari che si attraggono. E. aspetta ancora una
volta di essere rivitalizzata da lui.
- Ci sono molti
modi di leggerlo ed è un testo molto moderno. Lajos ha tanti difetti, ma
ha anche scritto quelle lettere. E’ Wilma che le ha sottratte, ma l’amore
vero è tra L ed E. L è il sosia del fratello di Eszter e questo richiama
dei temi Freudiani. Nunu è la famiglia, la comprensione. Il futuro delle
due donne non è triste, ma lo è quello di L. Tre frasi importanti per
capire il rapporto tra Eszter e Lajos: “bisogna amare con coraggio”, “noi
due non ci siamo amati con coraggio”, “ti sei offesa, sei fuggita”.
- Quello tra Eszter
e Lajos è un tipico rapporto disfunzionale: intenso ma costruito sul nulla.
Mi ha colpito il fatto che il romanzo sembra scritto da una donna. L’autore
tratta infatti con efficacia le tipiche illusioni femminili. Sandor Marai
non esprime mai un giudizio sui protagonisti. I personaggi richiamano
figure di archetipi: il distruttore, il guardiano saggio (Nana), la
vittima
- Può sembrare la
storia di una donna dell’Ottocento e invece Eszter è molto moderna perché
la scelta di rimanere legata a Lajos è libera e consapevole. Lei sa
benissimo chi è lui, è lucida, critica, anche ironica e continua ad amarlo
nonostante tutto perché, pur con tutti i suoi difetti, è l’unico che le dà
emozioni forti, che le trasmette vitalità. Lajos infatti dimostra aspetti
interessanti della sua personalità e anche una certa acutezza. Soprattutto
quando le rivela che è stato attratto da lei perché Eszter ha carattere, qualità
fondamentale della personalità che, invece, a lui manca.
- L’ho riletto
coscienziosamente e non so cosa pensarne. È scritto bene, l’autore ha
saputo descrivere l’atmosfera deprimente della vita di Eszter. Però l’ho
trovato esagerato e ripetitivo. Soprattutto quando Eszter parla di Lajos. Elenca
sempre i suoi difetti, che sono odiosi, come a volersi convincere che lui
è una persona negativa. Non lo rinnega altrimenti dovrebbe ammettere che
ha sprecato la sua vita. Ho trovato l’autore misogino
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