Ismail Kadaré, Aprile spezzato, Editore Longanesi,
2008, traduzione dal francese di Flavia Celotto
Sintesi della discussione del 22 gennaio 2016 a cura di anna di sapio
La storia si svolge sulle montagne impervie del Nord
dell'Albania, dove la vita dei villaggi è regolata dal kanun, un insieme di regole
consuetudinarie al cui centro stanno la
nozione di besa (la parola data è sacra) e il codice d'onore. Nato in un
contesto di società senza stato il kanun ha funzionato per secoli ed è stato
tramandato oralmente fino al XIV secolo quando vede una prima codificazione per
opera di Lek Dukagjini, uno dei più importanti eroi della storia albanese
assieme a Scandeberg.
Il Kanun
determina le norme della struttura familiare e dei clan, regola la vita sociale
e culturale, ma anche la vita quotidiana nei suoi dettagli: come salutare, come
camminare, soprattutto come uccidere (avvertire la vittima prima di sparare,
girare il cadavere, appoggiare il fucile del morto vicino alla testa).
Considerato fuorilegge nel periodo comunista il kanun sembrava destinato a scomparire,
ma negli anni 90, dopo il crollo del regime comunista, si assiste a una sua ripresa soprattutto nelle
zone montuose del Nord del paese.
Si tratta
di territori dove la natura è bellissima, ma aspra, dove il tempo è scandito
dai ritmi dell'agricoltura e la vita è molto dura, dove d'inverno i villaggi
restano isolati dai centri urbani. Qui si assiste a un ritorno del kanun, che
sembra rispondere alle lacune dello Stato, ma si tratta – a detta degli esperti
– di forme degenerate che si traducono in pratica in un uso privato della
giustizia.
Il 17 marzo
di un anno imprecisato, prima comunque dell'avvento del comunismo, Gjorg
Berisha, il protagonista di Aprile spezzato, uccide Zef Kryeqyqi l'uomo
che aveva ucciso suo fratello. Da questo momento Gjorg godrà della tregua di un
mese prima di diventare a sua volta una preda subendo la vendetta dei Kryeqyqi.
In questo periodo di sospensione Gjorg deve assolvere un altro compito per cui
parte alla volta della kulla (casa fortezza) di Orosh per pagare il prezzo del
sangue. Si tratta di una tassa da versare all’intendente del sangue, Mark
Ukacierre.
Gjorg,
personaggio amletico, ripensa ad alcuni aspetti del kanun, ne vede i lati
negativi ma, allo stesso tempo, è convinto che non abbia senso viverne al di
fuori. Sente che c'è qualcosa di sbagliato in queste norme però non è libero di
scegliere e questo fa di lui un personaggio tragico.
Alla storia
di Gjorg Berisha si aggiunge quella di una giovane coppia di Tirana, Bessian e
Diana Vorpsi, in viaggio di nozze nel nord del paese. Bessian è uno scrittore
attirato dalla dimensione mitica del kanun, oggetto di curiosità e anche di
orgoglio da parte sua, Diana è una giovane donna colta e sensibile. Viaggiano
tra i villaggi del Nord per studiare i costumi e le tradizioni dei montanari,
finendo così per incrociare Gjorg di cui Diana si innamora. L'attrazione è
reciproca e sembra incarnare l'incontro tra il mondo tradizionale della
montagna e quello moderno della città.
Quest'incontro,
fatto solo di sguardi, provoca un cambiamento in entrambi: Diana sembra
posseduta dal ricordo di quest'uomo che ha solo intravisto e che lei sa essere
un uomo destinato a morire di lì a poco; Gjorg, la cui tregua sta per scadere,
spera di poter incontrare di nuovo la bella viaggiatrice della capitale, a lei
pensa prima di abbandonarsi alla morte. L'amore nato tra di loro finisce ancora
prima di potersi schiudere.
Attraverso
i pensieri e le parole dei personaggi
Kadaré riesce a dare al lettore un'idea del kanun, ma anche i punti di vista
diversi: quello del montanaro che conosce solo la realtà in cui è nato, quello
dell'uomo di città e di cultura, un po' presuntuoso ma affascinato da quel
sistema di leggi, terribile e grandioso
allo stesso tempo. L'A. dà voce a coloro che criticano il sistema del kanun
perché lo ritengono assurdo e anche degenerato per cui l'imposta del sangue è
diventata una merce e l'attività di Mark
Ukacierre, l'intendente della kulla di Orosh,
si misura in termine di perdite e profitti: lui deve rendere conto al
Principe della diminuzione delle entrate e trovare il modo di incrementarle
fomentando le vendette.
Aprile
spezzato è un testo storico e allo stesso tempo onirico, poetico,
drammatico, fa immergere il lettore in un mondo che è tanto reale quanto
fantastico, un mondo terribile ma vero.
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