Cerca nel blog

"Lo Straniero" di Albert Camus

Commento di Marina di Leo del
GdL Via col Libro

Lunedì scorso 14 Gennaio ci siamo visti per parlare del romanzo di Albert Camus “Lo straniero”.
Tutti molto interessanti i contributi alla discussione e varie le interpretazioni e le ipotesi intorno alla natura del protagonista, Mersault.
Alcuni interventi si sono focalizzati sulla spiazzante indifferenza che egli esprime nei suoi comportamenti e nella sua vita, ma anche sulla genuinità delle sue scelte, sul modo di pensare che lo pone al di fuori della società. Tanto al di fuori che, quando verrà giudicato dalla Corte di Giustizia per l’omicidio commesso, sarà tacciato di disumanità e condannato alla pena capitale.
Altri interventi hanno sottolineato l’aspetto dello spaesamento, della sua estraneità a tutto. Mersault è straniero in ogni senso della parola, incarna la solitudine dell’uomo di fronte alla casualità dell’esistere.
Pensando possa essere utile alla comprensione, riporto un brano, tratto da una nota informativa a “La peste” nell’edizione del 1985 dei Tascabili Bompiani.
“L’étranger è in un certo senso un “racconto filosofico”, che sembra tradurre in immagini quel concetto dell’assurdo che Camus va delineando nel coevo “Il mito di Sisifo”.  Scrive Nicola Chiaromonte: - Critico appassionato del nichilismo contemporaneo, è da una coscienza febbrile dell’assurdità che Camus trae le ragioni di non cedere alla facilità di una logica negatrice e distruttiva, trovando proprio nel riconoscimento di quell’assurdità, il senso della misura ragionevole dell’umano. Il protagonista del racconto è un uomo che guarda il mondo con “obiettività” e il suo rifiuto di mentire è proprio quello che lo condanna. La verità in termini assoluti, nel mondo stravolto dall’assurdo, diventa inconcepibile, incomprensibile. Anche Sisifo è un eroe assurdo L’immagine che Camus strappa al mito è precisa:”Il suo disprezzo per gli dei, il suo odio per la morte e la sua passione per la vita gli hanno valso questo supplizio indicibile in cui tutto l’essere è impegnato a non ottenere nulla. (.....) Tutta l’opera di Camus – scrive ancora Chiaromonte – si può dire che sia uno sforzo per esprimere il momento della coscienza “.

Nessun commento:

Posta un commento