PROSA, STILE E LINGUAGGIO
Prosa, stile e linguaggio del romanzo di Dino
Buzzati in qualche caso sono stati vissuti come pesanti, faticosi e per di più
datati, legati a un mondo, quello degli anni Sessanta, che ormai ci si è
ampiamente lasciati alle spalle. Riconoscendo che l'autore ha scritto romanzi
come Il deserto dei Tartari, che l'hanno portato, a ragione, alla grande fama,
questo non appare alla stessa altezza. Inoltre, in alcuni casi non è stato
apprezzato il cosiddetto flusso di pensiero che caratterizza molte parti
di Un amore. Al contrario, alcuni hanno
apprezzato molto lo stile e il linguaggio di Buzzati, definito chiaro, limpido,
capace di suscitare emozioni, quando, per esempio, parla della passione per la
giovane Laide e descrive, proprio tramite il flusso continuo dei pensieri, la
perdita progressiva di dignità del protagonista Dorigo. In particolare, hanno
colpito la potenza e la capacità di sorprendere nella parte finale del romanzo.
Conclusione definita struggente e spiazzante.
Spiazzante è il termine usato, anche in senso
negativo, per un romanzo, meglio, una storia, i cui contenuti sono apparsi ad
alcuni estranei, appunto spiazzanti e lontani mille miglia dalla sitiuazione
odierna. A questo riguardo è stato detto che la condizione di vita dell'epoca e
del contesto generale in cui è stato situato il romanzo risulta molto lontana
dalla attuale, in termini di superamento della mentalità e situazione di vita
in generale. Sempre sui contenuti si sottolineano i temi del contrasto tra
giovinezza e vecchiaia e tra amore e denaro che sembrano caratterizzare
negativamente la relazione tra la giovane Laide e il “vecchio” Dorigo. Un
Dorigo che nell'incontro con Laide mette in gioco tutto, per la passione che
nutre per lei perde il controllo sulla sua vita, apprende il senso del dramma
dell'amore che fino a quel momento non aveva provato, per esso dimentica il
senso della sua esistenza, l'importanza del suo lavoro e perfino i principi
morali. In qualche caso, è spiaciuto profondamente questo aspetto, ritenendo
che non sia vero amore quello di Dorigo per Laide, ma un'ossessione e una
specie di ingresso per l'inferno che lo annienterà. Al contrario, proprio
questo annientamento e la descrizione di questa discesa agli inferi descritta
da Buzzati in Un amore viene trovata molto ricca, affascinante e corrispondente
a tante realtà, anche attuali.
CONTESTO STORICO E AMBIENTE.
Buzzati
pubblica Un amore nel 1963, nel pieno degli
anni del boom, in un'epoca, in un'atmosfera in cui tutti erano proiettati a
fare quattrini, business, a lanciare imprese, mentre il contesto culturale
soffriva ancora di un clima di dominante perbenismo, in cui vigeva il pensiero
cattolico e tutte le tensioni rinnovatrici e promotrici del cambiamento erano
ostracizzate. La storia di Un amore
propone uno sguardo alternativo e trasgressivo allo stesso tempo, svelando le
ipocrisie di un mondo che apparentemente è dedito all'amore ufficiale, al
matrimonio e alla famiglia, ma che di nascosto ne coltiva uno più trasgressivo
come la frequentazione delle prostitute. Dorigo soffre anche per questo ed
appare il simbolo della crisi che sta per scoppiare di lì a poco con il '68 con
le sue spinte alla ribellione e alla rottura con i vecchi schemi e costumi.
Milano per alcuni da Buzzati è disegnata come
un luogo troppo squallido e grigio e dunque svalutata. Al contrario alcuni
hanno sottolineato la verità dell'ambientazione, che riporta ricordi di una
città afflitta dalla nebbia e ancora dalla povertà che caratterizzava anche il
centro di Milano, un tempo costellato di case degradate, misere, popolari e
oggi completamente rinnovato e “ripulito” dalla presenze delle classi più
povere.
PERSONAGGI.
Dorigo viene descritto come un
personaggio molto confuso, tormentato nella sua sofferenza, egli si sente
diverso dagli altri, ha sempre avuto difficoltà con le donne e le relazioni
mercenarie, lungi dal sembrargli squallide e non corrette, l'hanno aiutato, ma
ora si trova di fronte all'esplosione dell'amore per Laide, che lo distrugge e
allo stesso tempo lo fa sentire vivo. Verso la fine del romanzo, nell'incontro
con la prosituta Piera, gli si apriranno gli occhi (ma anche Laide, se pure non
esplicitasmente assolve a questo compito). Finalmente comprenderà i meccanismi
del rapporto uomo-donna e dello sfruttamento imposto a Laide. Laide, anche se
alcuni interventi l'hanno molto criticata e avversata indicandola come una
donna falsa, fredda e opportunista, per altri è risultata, con Piera, una donna
positiva che cerca di difendere se stessa, di determinare in qualche modo la
propria vita, segnata e afflitta da sfortune e patimenti originari.
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