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2023-01-09 A voce alta di Bernhard Schlink

 

·       Mi sono ricordata di aver visto il film ed è molto fedele al libro. L’autore è rispettoso dei sentimenti. Dai non detti di Hanna si percepisce subito che nasconde qualcosa e in tribunale si fa chiarezza. Chi ha vissuto le atrocità e si è girato dall’altra parte lo ha fatto per torpore, come fosse anestetizzato. Il protagonista si sente in colpa e continua a leggere per lei per alleviare la sua colpa.

Oltre al problema della responsabilità del popolo tedesco, mi è piaciuto il rapporto tra eros e letteratura. I romanzi sono presenti in tutto il libro e danno energia al rapporto. Senza immaginazione il rapporto di coppia non sta insieme.

·       Quando l’ho letto a 17 anni non l’ho del tutto capito. Soprattutto il fatto che dietro le persone c’è tutta una vita, una storia. Ogni domanda che lui si pone fa riflettere su come verremo giudicati tra 50 anni, su come siamo responsabili degli altri. Il tema dell’analfabetismo oggi riguarda l’informatica o la lingua inglese. Il finale mi ha suscitato malinconia perché lei non è riuscita a vivere felicemente per delle sue stupide paure.

·       Oltre all’amore profondo provato da lui, mi hanno colpita sentimenti come il senso di colpa, la vergogna, il torpore e l’assuefazione verso l’abominio come se fosse normale e che in parte c’è anche oggi. La conclusione è tragica e arriva quando Hanna diventa consapevole di ciò che ha fatto.

·       Tocca tanti tasti. Per esempio, anche dopo il processo Hanna non riesce a comprendere ciò che accadeva. E’ una donna di 36 anni che, avendo un  rapporto con un quindicenne, finisce per rovinargli al vita. Nessuno sembra capace di fare qualcosa di concreto, ad esempio, lui non le scrive neanche una lettera. Finisce tragicamente perché lei si rende conto che è aggrappata a un lui che non esiste ormai da tanto tempo.

·       Scrive situazioni tragiche senza odio. Mi ha colpito il giudice che interviene nel destino delle persone.

·       Tutti i personaggi hanno delle problematiche, ma nessuno è del tutto negativo o positivo. Tutti sono descritti con grande umanità. Una scena piena di contraddizioni è quando lui entra in quella casa bellissima portando con se pochi soldi.

·       Di solito non amo leggere un libro dopo aver visto il film, ma in questo caso l’ho apprezzato ancora di più. Il tema della colpa permea tutto il libro: M. si sente in colpa per non aver dato più spazio ad Hanna nella sua vita e il suo rapporto con lei è un evento drammatico che lo ha condizionato per tutta la vita (anche se gli ha permesso di staccarsi precocemente dai genitori). Il senso di vergogna di Hanna mi ha commossa perché, anche se in carcere ha meditato, non è riuscita a liberarsi dalla colpa. La lettura e la scrittura diventano strumenti di redenzione.

·       Libro intensissimo che parla di tante cose. Racconta una storia d’amore delicata e straziante. La “banalità del male” in chi agiva con una sorta di inconsapevolezza nei campi di sterminio. Ma c’è anche il dramma del popolo tedesco del dopo guerra che deve fare i conti con l’abominio perpetrato da persone che, come Hanna, potevi avere amato, erano state affettuose e generose con te e poi si rivelano degli assassini. Un popolo che deve convivere con il male che può nascondersi nel vicino di casa, nel professore di scuola, anche all’interno della cerchia dei familiari.

·       E’ un libro sorprendente. Ho pensato ai 15enni di oggi e non so se sarebbero capaci di tanta intensità e costanza. Hanna lo sovrasta e i rapporti di M con le altre donne saranno per sempre un problema. Più del tema della Shoah mi ha colpito l’eredità che ha lasciato al popolo tedesco. La fine tragica più che per la consapevolezza avviene perché H non voleva più interferire con la vita di M.

·       Lui legge a lei solo per farle piacere. Un’amica che conosce l’autore le ha detto che è come se i nazisti non avessero strumenti per capire. Tanto è vero che lei dice di aver solo fatto “il suo dovere fino in fondo”. Il suicidio: non credo che si sentisse in colpa, ma lo attua perché M non scrive a lei, lui ha avuto la vita rovinata da quel rapporto e si rifiuta di riprenderlo. Nell’ultimo capitolo M dice di come è ancora combattuto verso di lei e si chiede chi dei due sia il colpevole.

·       Mi è piaciuto per come affronta l’inaffrontabile, con partecipazione e distacco, colpa e innocenza: non c’è riparazione, ma solo distanza. A ogni colpa deriva una punizione, ma in questo caso qualcosa non torna. Forse punire e perdonare sono complementari. Per H è più forte il senso del dovere della vita di 300 donne. Si affronta il tema dell’ignoranza/cultura. La scatola del tè: i soldi vengono rifiutati perché non possono riparare quello che è successo.

 

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