IL SOSIA
Riguardo allo stile del
romanzo sono state espresse le seguenti suggestioni.
“Il sosia” ha una scrittura, uno stile ponderosi, grevi che
rimandano all'epoca in cui è stato scritto, e pubblicato nel 1846, la sua
lettura sembra più adatta a gusti giovanili. Al contrario si è sottolineato che
proprio lo stile ponderoso appare funzionale alla storia, va di pari passo con
i deliri e i tormenti psicologici del protagonista, inoltre, si ricorda che “Il
sosia” è uno dei primi lavori dell'autore, che con esso annuncia la successiva
produzione e i temi legati ai problemi, le sofferenze, le ambiguità della
natura umana, temi che si porterà sempre appresso. In un altro intervento si
afferma che la prosa e la scrittura del romanzo risultano comunque stancanti
per la lettura perché troppo ridondanti, ripetitive e ossessive.
In relazione ai contenuti,
si sottolinea la mirabile lungimiranza di Dostoevskij, capace di precorrere e
comunque in un certo senso annunciare le tematiche affrontate dagli studiosi di
psicoanalisi. L'autore con sensibilità profonda affronta il tema del doppio,
che verrà poi sviscerato in tanti studi di materia psicoanalitica successivi.
Si rileva la grande abilità di D. di entrare all'interno della vita, delle
giornate di Goljàdkin, il protagonista, ma soprattutto di penetrare nella sua
mente disturbata, di seguirne i complessi meccanismi che condizionano ogni suo
agire e i suoi pensieri in un tragico crescendo, quasi inconsapevole, che lo
conduce all'autodistruzione.
Anche rispetto al tema dell'ambiente
e contesto sociale della realtà russa il romanzo offre molti spunti di
riflessione. Al riguardo si è rilevato come proprio i pensieri Goljàdkin, il
protagonista, che si ripetono e si presentano momento dopo momento, uno simile,
se non identico all'altro, siano capaci di rivelare la drammaticità della
condizione di questo uomo disturbato e profondamente dominato, condizionato
dalla mentalità e dagli schemi correnti che imponevano al suo gruppo sociale
comportamenti preconfezionati e rigidi. Anzi, la sua follia sembra la
conseguenza della sua incapacità di adattarsi a essi. Dostoevskij attrraverso i
contorcimenti e il dramma di Goljàdkin, ci parla dell'ambiente, dei costumi,
della sua società, per esempio, del clima soffocante, quasi da gabbia che si
respira nell'ufficio dove Goljàdkin lavora, e ci restituisce un quadro vivido e
realistico della realtà russa. Una realtà dominata dagli apparati burocratici e
dai dettami repressivi del potere.
Molto interessante la lettura del romanzo che in qualche modo
descrive una società che ritroviamo tuttora presente e che in questa fase di
drammatici conflitti può aprire spiragli di comprensione.
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