Cerca nel blog

2023-04-03 Il quinto figlio di Doris Lessing

 

·       L’ho trovato un libro potente, intenso e coinvolgente. Tre considerazioni. Entrambi i protagonisti sono determinati a costruirsi una famiglia ideale, perfettamente felice, ma di più David, forse perché i suoi genitori si sono separati presto. A un certo punto, infatti, quando Harriet ha qualche titubanza lui reagisce in un modo che quasi la spaventa. Poi non si capisce mai del tutto se Ben sia così diverso e sbagliato come lo vedono i famigliari e qui forse entra il discorso del razzismo che all’autrice è molto caro. Infine c’è il tema dell’attaccamento materno, del sentirsi in colpa se qualcosa va storto. Tanto è vero che Harriet si concentra così tanto sull’ultimogenito a scapito del resto della famiglia e soprattutto degli altri figli che, a poco a poco, tutti si allontanano dalla casa.

·       Sono ambigui sia il libro che Ben. L’autrice mette il dito su tanti elementi: il sogno e il diritto e dovere di realizzarlo; gli anni ’60-70 con le grandi speranze e i sogni di felicità. Ma la vita non realizza sempre i sogni e infatti il loro fallisce. E’ possibile coltivare dei sogni che non puoi permetterti? Ma è legittimo sognare perché ci porta a raggiungere delle mete. A un certo punto i sentieri dei due divergono: messi alla prova, lei va per una strada e lui per un’altra. In realtà lui voleva una famiglia e in lei ha trovato una fattrice. I figli si amano non solo se sono belli e carini. Lui finisce per buttarsi nel lavoro e fare soldi mentre lei naviga ancora nei suoi sogni, tanto che va a riprendersi il figlio-mostro e la famiglia si scioglie. Ci sono tante letture e temi molto umani. E’ un libro intrigante. Perché Ben domina gli altri? Non è un ragazzo selvaggio, ma più un soggetto caratteriale.

·       Non conoscevo l’autrice e ho letto il libro d’un fiato e con passione. Tocca tasti che possono esserci in qualsiasi famiglia, ma non mi convince e trovo che l’autrice abbia uno sguardo “cattivo”. Certi sogni  si sono scontrati con la realtà. Harriet è sola perché gli altri non pensano che abbia bisogno di aiuto. Il marito si defila, come spesso succede. Ed è lei che vede Ben poco presentabile.

·       Mi è piaciuto, ha toccato una miriade di temi e all’inizio l’ho letto con angoscia. Arrivata al quinto figlio lei è stressata. Tutti i personaggi sono molto soli: Harriet e David non si sono aiutati, la nonna viene sfruttata, la zia con la bimba Down è sola, così come i bambini nell’istituto. C’è poca empatia tra i vari personaggi.

·       Ognuno è autocentrato. I due sono molto innamorati del sogno e mi hanno dato fastidio perché credono di essere normali, mentre in realtà non lo sono: possono sognare perché hanno molte risorse. La loro è una sfida perché vogliono essere migliori degli altri, e credono di esserlo, e in questo sono arroganti. Hanno fatto tanti figli ma sono stati poco genitori. Ben è l’espressione del disagio personale di Harriet perché lei di figli non ne voleva più. Mi ha turbato il fatto che, per farlo stare buono nella pancia, si iniettava dei calmanti. Questo libro è una parabola della decadenza della famiglia vecchio stampo. I soggetti deboli sono la madre e il figlio. Lei ha un forte istinto materno ma, nello stesso tempo, vorrebbe anche annullare Ben perché non rientra nei canoni del figlio buono e bello. Vuole salvarlo, ma non ci riesce. Finisce che rimangono solo lei e il figlio che, comunque, si realizza con gli altri anche se sono dei disadattati.

·       Fin dall’inizio incombe un senso di disastro. E’ una famiglia di mostri, come gli amici di Ben. I non mostri sono Harriet e Ben. E’ una critica della società. Perché lei va a riprendere Ben? Per paura o per coraggio?

·       Quando l’ingranaggio si inceppa nessuno riesce a far fronte ai problemi perché sono tutti soli.

·       La prima lettura mi ha molto impressionata, alla seconda ero più distaccata. Affronta il tema della felicità concessa a chi ne è convinto e se la può permettere. I due sono presuntuosi ed essendo entrambi emarginati alla festa si sono trovati. Perché la felicità è fare tanti figli? E perché questa necessità di condividere la felicità con grandi riunioni di successo? Lei si ribella all’idea del nuovo figlio che scalcia già al 3° mese. Nessuno fuori dalla famiglia riconosce che Ben è diverso e accusa la madre. Qui c’è il tema della diversità: i bambini vengono messi nell’istituto per liberarsene, gli infermieri sono assuefatti alla diversità. Harriet distrugge la famiglia portando a casa Ben, che sta bene solo tra gli emarginati come lui. Cosa si può fare per i diversi?

·       Il sogno, tra i due, ce l’aveva più lui, lei è la vittima sacrificale. H. non si sente compresa e Ben diventa il prodotto di una rabbia che lei non riesce a manifestare. H. non si sente capita come donna sia dal marito che dalla società.

·       I due sono persone comuni, noiose e inespressive. La storia poi evolve e la coppia si frantuma. Ben non è il “ben”iamino, ma ha qualcosa di diabolico, è un reietto, forse soffre di qualche patologia psichiatrica che allora non era riconosciuta.

·       Enigma-Ben: lo fanno apparire come un mostro e questo è impossibile. Cosa rappresenta Ben?

·       E’ una metafora della società, con un’attenzione a più temi: sociali, politici, al razzismo e ai diritti delle donne. L’inizio è lento, tranquillo, fino a quando arriva il castigo di Dio, che fa orrore, in un continuo crescendo. Questa storia, quasi fantastica, cosa ci vuole dire? La bella e isolata casa è una bolla dove vivere la loro felicità. Ma l’aspirazione al mondo perfetto circoscritto alla famiglia è destinata a fallire perché va in fumo al primo incepparsi. Il sogno era di tutti e due e dura fino alla nascita di Ben.

·       Il libro è costruito con questo intento: vi faccio vedere cosa succede se…C’è un elemento anche fantasy. Nella bolla felice Ben è l’incarnazione del male. Nessuno sa badare molto a se stesso senza l’aiuto dei nonni. E l’autrice ci racconta cosa potrebbe succedere se…

·       Mi è piaciuto, affronta tanti temi. I due sono arroganti: è giusto avere un sogno, ma non viverlo alle spalle dei genitori L’autrice ha voluto dirci che la ricerca della felicità è destinata a non realizzarsi.

·       Mi è piaciuto molto e ha tanti livelli di lettura. H. si chiede se sono stati puniti per aver desiderato troppa felicità. Nel loro Paradiso c’è da subito qualcosa di inquietante perché c’è troppa felicità. Se non si vuole guardare la propria parte oscura questa poi esplode.

Nessun commento:

Posta un commento