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L’ho trovato un
libro potente, intenso e coinvolgente. Tre considerazioni. Entrambi i
protagonisti sono determinati a costruirsi una famiglia ideale, perfettamente
felice, ma di più David, forse perché i suoi genitori si sono separati presto.
A un certo punto, infatti, quando Harriet ha qualche titubanza lui reagisce in
un modo che quasi la spaventa. Poi non si capisce mai del tutto se Ben sia così
diverso e sbagliato come lo vedono i famigliari e qui forse entra il discorso
del razzismo che all’autrice è molto caro. Infine c’è il tema dell’attaccamento
materno, del sentirsi in colpa se qualcosa va storto. Tanto è vero che Harriet
si concentra così tanto sull’ultimogenito a scapito del resto della famiglia e
soprattutto degli altri figli che, a poco a poco, tutti si allontanano dalla
casa.
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Sono ambigui
sia il libro che Ben. L’autrice mette il dito su tanti elementi: il sogno e il
diritto e dovere di realizzarlo; gli anni ’60-70 con le grandi speranze e i
sogni di felicità. Ma la vita non realizza sempre i sogni e infatti il loro
fallisce. E’ possibile coltivare dei sogni che non puoi permetterti? Ma è
legittimo sognare perché ci porta a raggiungere delle mete. A un certo punto i
sentieri dei due divergono: messi alla prova, lei va per una strada e lui per
un’altra. In realtà lui voleva una famiglia e in lei ha trovato una fattrice. I
figli si amano non solo se sono belli e carini. Lui finisce per buttarsi nel
lavoro e fare soldi mentre lei naviga ancora nei suoi sogni, tanto che va a
riprendersi il figlio-mostro e la famiglia si scioglie. Ci sono tante letture e
temi molto umani. E’ un libro intrigante. Perché Ben domina gli altri? Non è un
ragazzo selvaggio, ma più un soggetto caratteriale.
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Non conoscevo
l’autrice e ho letto il libro d’un fiato e con passione. Tocca tasti che
possono esserci in qualsiasi famiglia, ma non mi convince e trovo che l’autrice
abbia uno sguardo “cattivo”. Certi sogni
si sono scontrati con la realtà. Harriet è sola perché gli altri non
pensano che abbia bisogno di aiuto. Il marito si defila, come spesso succede.
Ed è lei che vede Ben poco presentabile.
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Mi è piaciuto,
ha toccato una miriade di temi e all’inizio l’ho letto con angoscia. Arrivata
al quinto figlio lei è stressata. Tutti i personaggi sono molto soli: Harriet e
David non si sono aiutati, la nonna viene sfruttata, la zia con la bimba Down è
sola, così come i bambini nell’istituto. C’è poca empatia tra i vari
personaggi.
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Ognuno è
autocentrato. I due sono molto innamorati del sogno e mi hanno dato fastidio
perché credono di essere normali, mentre in realtà non lo sono: possono sognare
perché hanno molte risorse. La loro è una sfida perché vogliono essere migliori
degli altri, e credono di esserlo, e in questo sono arroganti. Hanno fatto
tanti figli ma sono stati poco genitori. Ben è l’espressione del disagio
personale di Harriet perché lei di figli non ne voleva più. Mi ha turbato il
fatto che, per farlo stare buono nella pancia, si iniettava dei calmanti.
Questo libro è una parabola della decadenza della famiglia vecchio stampo. I soggetti
deboli sono la madre e il figlio. Lei ha un forte istinto materno ma, nello
stesso tempo, vorrebbe anche annullare Ben perché non rientra nei canoni del
figlio buono e bello. Vuole salvarlo, ma non ci riesce. Finisce che rimangono
solo lei e il figlio che, comunque, si realizza con gli altri anche se sono dei
disadattati.
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Fin dall’inizio
incombe un senso di disastro. E’ una famiglia di mostri, come gli amici di Ben.
I non mostri sono Harriet e Ben. E’ una critica della società. Perché lei va a
riprendere Ben? Per paura o per coraggio?
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Quando
l’ingranaggio si inceppa nessuno riesce a far fronte ai problemi perché sono
tutti soli.
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La prima
lettura mi ha molto impressionata, alla seconda ero più distaccata. Affronta il
tema della felicità concessa a chi ne è convinto e se la può permettere. I due
sono presuntuosi ed essendo entrambi emarginati alla festa si sono trovati.
Perché la felicità è fare tanti figli? E perché questa necessità di condividere
la felicità con grandi riunioni di successo? Lei si ribella all’idea del nuovo
figlio che scalcia già al 3° mese. Nessuno fuori dalla famiglia riconosce che
Ben è diverso e accusa la madre. Qui c’è il tema della diversità: i bambini vengono
messi nell’istituto per liberarsene, gli infermieri sono assuefatti alla
diversità. Harriet distrugge la famiglia portando a casa Ben, che sta bene solo
tra gli emarginati come lui. Cosa si può fare per i diversi?
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Il sogno, tra i
due, ce l’aveva più lui, lei è la vittima sacrificale. H. non si sente compresa
e Ben diventa il prodotto di una rabbia che lei non riesce a manifestare. H.
non si sente capita come donna sia dal marito che dalla società.
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I due sono
persone comuni, noiose e inespressive. La storia poi evolve e la coppia si
frantuma. Ben non è il “ben”iamino, ma ha qualcosa di diabolico, è un reietto,
forse soffre di qualche patologia psichiatrica che allora non era riconosciuta.
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Enigma-Ben: lo
fanno apparire come un mostro e questo è impossibile. Cosa rappresenta Ben?
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E’ una metafora
della società, con un’attenzione a più temi: sociali, politici, al razzismo e
ai diritti delle donne. L’inizio è lento, tranquillo, fino a quando arriva il
castigo di Dio, che fa orrore, in un continuo crescendo. Questa storia, quasi
fantastica, cosa ci vuole dire? La bella e isolata casa è una bolla dove vivere
la loro felicità. Ma l’aspirazione al mondo perfetto circoscritto alla famiglia
è destinata a fallire perché va in fumo al primo incepparsi. Il sogno era di
tutti e due e dura fino alla nascita di Ben.
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Il libro è
costruito con questo intento: vi faccio vedere cosa succede se…C’è un elemento
anche fantasy. Nella bolla felice Ben è l’incarnazione del male. Nessuno sa
badare molto a se stesso senza l’aiuto dei nonni. E l’autrice ci racconta cosa
potrebbe succedere se…
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Mi è piaciuto,
affronta tanti temi. I due sono arroganti: è giusto avere un sogno, ma non
viverlo alle spalle dei genitori L’autrice ha voluto dirci che la ricerca della
felicità è destinata a non realizzarsi.
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Mi è piaciuto
molto e ha tanti livelli di lettura. H. si chiede se sono stati puniti per aver
desiderato troppa felicità. Nel loro Paradiso c’è da subito qualcosa di
inquietante perché c’è troppa felicità. Se non si vuole guardare la propria
parte oscura questa poi esplode.
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