(“Avvertenza”: quella che segue è una sintesi degli interventi espressi nel gruppo di lettura per dare una visione di massima della conversazione sviluppatasi al suo interno sul romanzo di Emanuela Canepa. Si sottolinea che non c'è pretesa di restituire il senso di ogni prezioso singolo intervento, ma di fornire appunto un quadro di insieme delle opinioni).
Tra i numerosi partecipanti (eravamo in 17)
la maggioranza ha espresso un giudizio decisamente critico sul romanzo nel suo
complesso.
Non è piaciuta la struttura del romanzo che
presenterebbe molti punti oscuri, non sviluppati. Anche per questo si nota che
il senso, i contenuti, il messaggio dell'intero romanzo sfuggono al punto di
apparire esso stesso inconcludente. Il titolo del romanzo stesso risulta poco
comprensibile, se non irritante.
Quanto ai personaggi, sono descritti con poca
profondità e sono tutte figure squallide, da Lepore, “entomologo” misogino che
dal suo scranno di avvocato matrimonialista si erge a giudice dei suoi-sue
clienti, fino a Rosita, giovane donna dimessa, depressa, manipolabile, incapace
di muovere passi autonomi nella sua esistenza.
Il romanzo alla fine della sua lettura lascia
un senso di amaro.
La lettura è scorrevole, la scrittura facile,
c'è anche della suspence, ma tutto ciò non è sufficiente a rendere il romanzo
interessante. L'autrice ha la pretesa di descrivere personaggi particolari ma
lo fa con superficialità. Appaiono disgustose le opinioni di Lepore nei rigurdi
delle donne. La trama è costruita senza passione fino alla messinscena finale
che appare assurda. Il finale sembra “appiccicato”, e sembra che non ci sia nulla
nella narrazione precedente che conduca a quella conclusione.
L'intero romanzo poteva essere trattato in
una novella lunga.
Quanto ai pareri positivi, si nota che quello
che è stato definito un difetto, ovvero l'eccessiva costruzione della struttura,
può essere considerato un pregio, inoltre, il fatto che susciti dibattito
significa che è interessante e in un certo senso provocatorio. A proposito di
contenuti, questo romanzo si inserisce bene nel tema delle relazioni tra uomini
e donne. Quello di Rosita appare come un apprendistato immorale, ma comunque
una crescita.
La stuttura è ben costruita e raffinata, a
tratti, soprattutto all'inizio, sembra un giallo. Il romanzo ha la capacità di catturare e
tenere avvinto il lettore dall'inizio alla fine. I personaggi, soprattutto
quello di Lepore, antipatico, rappresenta una miccia che fa detonare i temi.
Sia lui che lei sono fortemente individualisti. Il romanzo racconta la storia
di una donna, che si trova a vivere relazioni difficili con gli uomini, una storia
che al di là del suo specifico, rimanda a molte realtà. Peraltro, la
protagonista è consapevole e anche sincera verso se stessa. L'autrice ci dice
che la felicità di una donna è diversa da quella dell'uomo. Lo stile e la
scrittura sono eleganti e mantengono sempre un tono gentile anche quando i temi
sono delicati. Anche quando si parla di sesso non si cade mai nella volgarità,
lo sguardo è sempre rispettoso.
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