Cerca nel blog

2021-12-13 L'animale femmina di Emanuela Canepa

 (“Avvertenza”: quella che segue è una sintesi degli interventi espressi nel gruppo di lettura per dare una visione di massima della conversazione sviluppatasi al suo interno sul romanzo di Emanuela Canepa. Si sottolinea che non c'è pretesa di restituire il senso di ogni prezioso singolo intervento, ma di fornire appunto un quadro di insieme delle opinioni).

Tra i numerosi partecipanti (eravamo in 17) la maggioranza ha espresso un giudizio decisamente critico sul romanzo nel suo complesso.

Non è piaciuta la struttura del romanzo che presenterebbe molti punti oscuri, non sviluppati. Anche per questo si nota che il senso, i contenuti, il messaggio dell'intero romanzo sfuggono al punto di apparire esso stesso inconcludente. Il titolo del romanzo stesso risulta poco comprensibile, se non  irritante.

Quanto ai personaggi, sono descritti con poca profondità e sono tutte figure squallide, da Lepore, “entomologo” misogino che dal suo scranno di avvocato matrimonialista si erge a giudice dei suoi-sue clienti, fino a Rosita, giovane donna dimessa, depressa, manipolabile, incapace di muovere passi autonomi nella sua esistenza.

Il romanzo alla fine della sua lettura lascia un senso di amaro.

La lettura è scorrevole, la scrittura facile, c'è anche della suspence, ma tutto ciò non è sufficiente a rendere il romanzo interessante. L'autrice ha la pretesa di descrivere personaggi particolari ma lo fa con superficialità. Appaiono disgustose le opinioni di Lepore nei rigurdi delle donne. La trama è costruita senza passione fino alla messinscena finale che appare assurda. Il finale sembra “appiccicato”, e sembra che non ci sia nulla nella narrazione precedente che conduca a quella conclusione.

L'intero romanzo poteva essere trattato in una novella lunga.

Quanto ai pareri positivi, si nota che quello che è stato definito un difetto, ovvero l'eccessiva costruzione della struttura, può essere considerato un pregio, inoltre, il fatto che susciti dibattito significa che è interessante e in un certo senso provocatorio. A proposito di contenuti, questo romanzo si inserisce bene nel tema delle relazioni tra uomini e donne. Quello di Rosita appare come un apprendistato immorale, ma comunque una crescita.

La stuttura è ben costruita e raffinata, a tratti, soprattutto all'inizio, sembra un giallo.  Il romanzo ha la capacità di catturare e tenere avvinto il lettore dall'inizio alla fine. I personaggi, soprattutto quello di Lepore, antipatico, rappresenta una miccia che fa detonare i temi. Sia lui che lei sono fortemente individualisti. Il romanzo racconta la storia di una donna, che si trova a vivere relazioni difficili con gli uomini, una storia che al di là del suo specifico, rimanda a molte realtà. Peraltro, la protagonista è consapevole e anche sincera verso se stessa. L'autrice ci dice che la felicità di una donna è diversa da quella dell'uomo. Lo stile e la scrittura sono eleganti e mantengono sempre un tono gentile anche quando i temi sono delicati. Anche quando si parla di sesso non si cade mai nella volgarità, lo sguardo è sempre rispettoso.

Nessun commento:

Posta un commento