STEPHEN KING
Nasce nel 1947 a Portland, nel Maine, da famiglia di origini
modeste. Ha un fratello maggiore adottivo. Quando Stephen ha due anni il padre
lascia la famiglia e ciò segnerà la sua visione della vita e la sua produzione
letteraria. Vive un altro grande trauma quando ha quattro o cinque anni assiste
alla morte di un amichetto travolto da un treno. Quando frequenta la prima
elementare trascorre nove mesi a casa ammalato di morbillo dedicandosi già alla
lettura e alla scrittura. Una volta al college cura per oltre due anni una
rubrica sul giornale universitario. Si laurea in letteratura inglese e poi
sposa Tabitha Spruce, poetessa e laureanda in Storia da cui avrà 3 figli. Il
suo primo romanzo, Carrie, esce finalmente nel 1974, dopo numerosi tentativi di
pubblicazione. Poi sfornerà una cinquantina di romanzi. Negli anni 80 e 90 entra
nel tunnel della dipendenza dall’alcol e dalla cocaina. Riuscirà poi a
disintossicarsi. Ad un certo punto della sua carriera usa anche lo pseudonimo
di Richard Bachman. Nell’estate del 1999 viene investito mentre cammina sul
ciglio della strada e rischia la vita. Subirà ben sette interventi e considera
l’ipotesi di interrompere l’attività di scrittore. Later viene pubblicato nel
2021.
LATER
Scrittura lineare, scorrevole. L’ho letto in lingua originale ed ho colto la semplicità del linguaggio. Il finale mi ha deluso perché troppo surreale. I personaggi sono ben delineati: alcuni personificano il male (i.e.: Therriault e la fidanzata della madre), altri il bene e la saggezza (i.e.: l’anziano professore ex vicino di casa). Mi è parso che il romanzo illustrasse il cammino del protagonista nell’accettare il suo dono
· Ho
apprezzato molto il libro. Linguaggio magnetico e personaggi ben definiti
· È
letteratura di evasione, la trama avvince. Con il racconto in prima persona
l’autore esalta l’emotività del protagonista e lo avvicina al lettore
· L’ho
avvertito lontano perché non ho trovato l’approfondimento di un vero tema
· È
un horror un po’ gotico. In altri suoi romanzi si trova un orrore più
inquietante e non legato al “fantastico: quello dell’animo umano. Il libro
parla anche delle buone relazioni madre-figlio. Forse il mostro che era dentro
al fantasma di Therriault rappresenta anche il vissuto dell’autore e le sue
dipendenze da droga e alcol. Il suggerimento del professore è di ”abbracciare”
il mostro proprio nel senso di affrontarlo
· È
il primo best seller che questo gruppo legge. Non mi è piaciuto molto ma mi ha
stimolato a leggere altro di Stephen King. Rispetto ad altri suoi titoli questo
a dire di molti sembra essere meno riuscito. Amo che l’autore si immerga nelle
storie vere e non amo il lieto fine a tutti i costi
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