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2023-01-17 Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani

 

·       Dopo le prime 40 pagine ho visto il film e mi sono accorta che sono tagliate. Mi hanno colpito la casa lussuosa e i figli un po’ strani. Mi sono chiesta se la villa esistesse davvero

·       Da adolescente l’ho molto amato. I ragazzi sono le 3 forme di amore di Micol, come se fossero complementari, mentre alla fine lei sceglie di stare da sola.

·       Pensavo fosse un romanzo di formazione e invece il protagonista non cresce. E’ un romanzo sulla morte. Nessuno ama la vita, ma la si guarda e la si ricorda. Libro triste, dà l’idea di una comunità ebraica rinunciataria, chiusa, di giovani morti prima di vivere. Il protagonista è un poeta ma la sua poesia è senza amore. Micol gestisce i 3 ragazzi come fosse un gioco.

·       Ho visto il film a 16 anni. Il libro è la storia di persone irrisolte, forse perché ebree. Ferrara è descritta come un acquerello. Sembra che in Italia gli ebrei non immaginavano come sarebbe andata a finire tanto che nessuno cerca di mettersi in salvo. Stile e temi pesanti.

·       Bassani ha usato la storia di questa famiglia come esempio del dramma che stava accadendo. E’ un modo particolare di parlare della Shoah. Tanti temi: dalla vita dei giovani alle pulsioni ideali, alle relazioni maschio-femmina dove è lei a dominare lui. Micol è una donna emancipata e Ferrara è descritta benissimo. Non è una lettura leggera, ma di grande spessore e arricchente.

·       Riletto oggi con piacere, libro raffinato e si capisce che l’autore faceva parte del Partito d’Azione. Le tombe sono una metafora: quelle degli etruschi raccolgono tutta la famiglia e i ricordi, mentre in quella dei FC c’è solo un bambino. Il giardino sembra in apparenza l’Eden, in realtà è chiuso al mondo esterno. Micol è una donna aperta, si laurea su Emily Dickinson, anche lei vissuta dentro un giardino, non crede né nel passato né nel futuro, difende il suo giardino perché percepisce che scomparirà come tutti i giovani che sono destinati a morire. Chi non lo capisce è il padre convinto che gli italiani siano brava gente.

·       All’inizio l’ho un po’ rifiutato, il prologo non è coerente e i primi capitoli sono un po’ faticosi. Poi però è stata una lettura piacevole. C’è come un velo che incombe perché sappiamo come va a finire. Gli amori sono freschi e umano è quello del protagonista per Micol. E’ agghiacciante il pranzo di Pasqua con i parenti perché sembrano tutti inconsapevoli. Ben descritto il rapporto tra classi sociali diverse.

·       Non volevo leggerlo. L’ho trovato pesante e triste per i giovani irrisolti.

·       Letto appena uscito e ricordavo solo l’amore tra i due ragazzi, oggi mi ha affascinato la descrizione nostalgica di Ferrara. I ricchi ebrei chiusi dal mondo, la gioventù ebraica moderna e integrata nel regime fascista che si sentiva italiana e quindi non si rendeva conto dei rischi. L’autore descrive tutto con distacco e leggerezza. Micol è insieme spregiudicata, tenera, frivola, generosa, egoista, enigmatica e vitale, ma non crede nel futuro e ama il passato.

·       Oggi l’ho apprezzato ancora di più, uno dei più bei romanzi che abbia letto, su e di memoria, di formazione, ma la Storia irrompe e aleggia morte e malinconia. Micol e il giovane non possono stare insieme e lo rifiuta perché lui è un ragazzino, mentre lei è una donna fatta ed è l’unica consapevole della tragedia. Alcuni critici la paragonano a quello che fu Laura per Dante.

·       Raffinato e delicato, racconta eventi drammatici con leggerezza, senza accusare nessuno. E c’è sempre un collegamento tra morti e vivi. Il personaggio-chiave è Micol (Montale: “Vita e morte di Micol”), una donna avanti per i tempi, tanto da desiderare un rapporto paritario con gli uomini. Il giardino è il luogo dell’anima.

·       In realtà, vista l’epoca, non potevano sapere cosa sarebbe successo. Questo libro racconta il passato per farlo memoria. I giovani sono irrisolti proprio in quanto giovani.

·       Micol sente di non avere un futuro non per quello che accadrà, che lei non poteva sapere, ma in quanto donna ed ebrea non avrebbe potuto trovare lavoro. Ho visitato Ferrara e l’ho ritrovata nel libro: le mura, le case con giardino, il quartiere ebraico tra i più grandi d’Italia. Micol non l’ho trovata così speciale.

·       Letto 3 volte e ogni volta colgo meglio il suo significato: l’invenzione delle tombe, il clima cupo che scompare all’arrivo di Micol che, anche quando non c’è, la sua è sempre avvertita. Lei ama gli alberi e non accetta l’amore di lui perché lo considera un amico. Il padre di Micol è un uomo colto, con una biblioteca enorme. Molti ebrei erano anche fascisti e questo ci fa capire perché non potevano aspettarsi quello che è successo.

 

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