.......... con mio grande rammarico non ci sarò, a parlare dei "piccoli
maestri". Con rammarico perché finalmente abbiamo affrontato un libro
sorridente dopo tante cupezze.
Il romanzo mi era
piaciuto ai tempi e mi è piaciuto oggi, nella rilettura ,
sia per la ventata
di giovinezza che lo anima, sia per lo stile volutamente
colloquiale e anti
retorico , che sdrammatizza vicende terribili con la
leggerezza di un certo
spirito tipico della migliore cultura veneta. In
questo l'ho trovato molto
"provinciale", legato cioè al carattere dell'area
vicentina, zona "bianca",
ma tollerante e culturalmente avanzata.
L ' elemento che però mi ha colpito
maggiormente, al punto da ritenerlo la
chiave di lettura dell intero romanzo
, è stato il senso del pudore, che si
esprime in una narrazione per ellissi,
per sottrazione di particolari . C'è
un grande pudore non solo nel parlare
dei rapporti affettivi e di quelli
amicali , ma soprattutto nel descrivere
l'orrore della guerra e della morte,
come se fossero cose troppo inumane per
poter essere oggettivate in un
discorso palese, eventi che vanno custoditi
nel profondo perché non vengano
alterati e sporcati dalla retorica
commemorativa e possano così mantenere il
valore morale che li ha
ispirati.
Un saluto a tutti, alla prossima. Maria Teresa
Nessun commento:
Posta un commento