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sabato 4 maggio 2013

Commenti su “Medea” di Christa Wolf




Franco. Non so se mi è piaciuto, come in Cassandra siamo di fronte a un flusso di pensieri, ho trovato molta bravura in questa scrittura, però mi ha comunicato un senso di freddezza. Mi è parso un libro composto a tesi. Sembra uno “spottone” a favore di alcune questioni, ecologiche, per esempio. Tutto è molto razionale, edulcorato e visto sotto l’ottica di un’ideologia contemporanea.
Nicoletta. Ciò che descrive Franco io l’ho letto in una chiave positiva. Wolf è una scrittrice politica. Mi ha inoltre interessato la relazione psicoanalitica di Medea con Glauce.
Daniela. A me è piaciuta la contrapposizione tra le due culture (Colchi e Corinti). Ho apprezzato l’aspetto paritario delle relazioni tra maschile e femminile. Wolf evidenzia il carattere maschilista della cultura greca. W. Fa risaltare le differenze tra il potere maschile e femminile, tra Corinti e Colchi. Un esempio ci viene dall’episodio dell’uccisione di Ifinoe.
Maria Teresa. Medea costringe gli uomini a vedere la loro coscienza. La cerebralità è il focus, ma la scrittura efficace di Medea si riscatta rispetto al libro di Cassandra e rende questo libro non noioso.
Bruno. Io sono partito dalla postfazione, molto chiarificatrice. Comunque a differenza del libro di Cassandra, Medea l’ho trovato bellissimo, La W. ha scritto tenendo presente il contesto storico della sua Germania. Interessante il rovesciamento che fa del mito di Medea come riportato da Euripide. Tale autore tuttavia, macchia dell’omicidio dei figli a parte, fa di Medea un personaggio di somma grandezza. La tragedia di Euripide è un’opera grandissima ed essenziale, scarna allo stesso tempo. Il libro della Wolf è invece ricchissimo. A me ha molto colpito Medea come donna dal fascino immenso, perfino Agameda che la odia, in realtà, ne è attratta e forse la ama.
Mariella. E’ interessante notare che tutti abbiamo segnalato che questo libro si sviluppa per tesi e ha uno scopo preciso. Tuttavia a ognuno risuona in modo diverso.
Maria Teresa. Il personaggio di Glauce lo vedo come quello dell’attrice “complice”, quindi, vittima, nel film “Le vite degli altri”, Glauce figura manipolata da Turone come nella DDR venivano manipolati e usati per i loro scopi spionistici tanti artisti. Faccio notare la funzione manipolatrice della tragedia di Euripide.
Gabriella. Tutto il libro è fortemente permeato dall'esperienza politica della scrittrice nella DDR prima e nella Berlino unificata dopo. I Colchi a Corinto sperimentano un chiaro esempio di politica sui vinti….solo Medea non se ne fa sopraffare. Medea è fiera e battagliera esattamente come la stessa Wold…Medea come caprio espiatorio….Medea è tragicamente sola. Nel libro ho letto un continuo riferimento al potere disposto a divorare i propri figli.
Nel complesso un bel libro, ma più un saggio che un romanzo….a me è piaciuto di più Cassandra.
Altri. In effetti il testo è molto asciutto, forse Cassandra aveva più  pathos. Sembra un saggio sui rapporti di potere. La contrapposizione tra vecchio e nuovo, tra Colchi e Corinzi sembra sottolineare un cambio paradigmatico rispetto al danaro.
Gisella. Mi sono molto piaciute le descrizioni dei bambini (figli di Medea) riportati in una dimensione molto quotidiana.

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