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venerdì 10 maggio 2013

Commenti su "Il Minotauro" di F. Dürrenmatt



Franco. Informo che questo libro è on line sul sito www.altrestorie.it
Mariella. Per me questo libro è un pezzo di bravura, è struggente, lirico, tragico, molto coinvolgente. Dürrenmatt è uno scrittore molto bravo. La storia di questo mostro che subisce senza capire il suo destino, mentre cerca di scoprire se stesso e il mondo altro da sé, questi specchi che rimandano continuamente la sua figura, la realtà che alimenta la finzione… E’ vittima dall'inizio alla fine del racconto. L’elemento degli uccelli, descritti sempre senza un accento sul loro atto cruento. Infine, trovo centrale il tema dell’incoscienza e della disperazione.
Franco. Sottoscrivo quanto detto da Mariella. A me ha molto emozionato, trovo che tutto il racconto abbia un impianto teatrale con la potenza del monologo.
Mariella. A me piacerebbe farlo leggere ai bambini…
Nicoletta. Per me non è una lettura da bambini, è troppo disturbante. Forte. Peraltro, i bambini secondo la mia esperienza, hanno un atteggiamento di grande naturalezza nell'accettare la diversità e l’handicap.
Mariella. Io pensavo di farlo leggere a bambini piccoli, mi interesserebbe capire il genere di emotività che potrebbero esprimere…
Franco. A me pare un racconto per persone mature. Evoca temi e scenari scabrosi, pur facendolo sempre con grande innocenza. Vorrei notare anche qualche richiamo comico, per esempio, nell'incontro scontro con Teseo, che mi fa venire in mente una serie di scene di film.
Nicoletta. L’ambientazione con gli specchi mi ha fatto venire in mente i salotti buoni di una volta con il buffet e il controbuffet con gli specchi che rimandavano l’immagine all'infinito, direi, angosciante…
Franco. A proposito, il labirinto in cui vive il Minotauro è come un caleidoscopio, del resto tutto il racconto è ricco di suggestioni ed è come se si svolgesse in un tempo sospeso.
Nicoletta. Il labirinto… Questo libro mi ha suscitato tanti interrogativi…
Franco. C’è una regola aurea per uscire dai labirinti: occorre sempre mantenere un lato.
Marika. Il libro mi ha impressionato soprattutto verso la fine, quando il Minotauro crede di aver trovato un amico ed è felice per questo…
Loredana. L’ho letto di corsa, mi dispiace, ma posso dire che trovo il racconto una metafora dell’esistenza. Ci sono numerosi significati possibili che richiamano alla filosofia del vivere. Tra questi, la scoperta che esistono tanti punti di vista diversi. E’ un racconto che stimola molti pensieri sulla vita. E poi trovo che ci sia c’è una grande bellezza e poesia nella sua scrittura.
Maria Teresa. Mi sono fatte tante domande personali leggendolo. L’avevo già letto e rifiutato venti anni fa, rileggendolo oggi mi ha sconvolto. E’ pieno di risvolti psicanalitici. Pensiamo alla relazione con l’altro, cruciale, poi, al tema dell’innocenza, il tutto immerso nel dato di fatto che il Minotauro è un mostro. E poi ancora, il rapporto con Teseo. Ci sono suggerimenti infiniti. Riguardavo il racconto di Borges “La casa di Asterione” sullo stesso mito e trovo che in questo di Dürrenmatt ci sia una passione più profonda. A me ha smosso tante riflessioni personali, anche difficili.
Marina. Condivido tutto quello che è stato detto finora, aggiungo che mi pare che Dürrenmatt in questo racconto abbia voluto parlarci in particolare del tema dell’adolescenza.
Laura. Premetto che io con la lettura non ho mai un approccio realistico, dunque, questo racconto mi sembra la metafora di una presa di coscienza, il Minotauro è il soggetto che prende coscienza, esce da se stesso, ma quando corre fiducioso incontro all’altro ne viene sopraffatto e disilluso. Il labirinto è il nostro cervello, con i suoi emisferi destri e sinistri e le relative distinte funzioni. Comunque, ho trovato questo libro molto profondo, mi ha aiutato a capire tante cose.
Gisella. Per me il racconto di Dürrenmatt ha un riferimento con la psicanalisi, non con la mitologia, che per i greci era la presa di coscienza a cavallo tra ragione e inconscio. Si verifica lo stesso in tante altre favole, per esempio, Amore e Psiche.
Bruno. Per me l’aspetto essenziale è il mito, declinato in vari modi. Faccio notare che nel Medioevo il Minotauro aveva il significato di Satana, mentre Teseo rappresentava il redentore. L’invenzione di Dürrenmatt di rivestire il labirinto di specchi crea giochi infiniti. Suggerirei anche il confronto con il racconto di Borges, che sottolinea l’aspetto dell’orgoglio del Minotauro di essere unico. Per me il lavoro di Borges è molto più efficace, quello di Dürrenmatt è scritto benissimo ma è più povero di senso.
Maria Teresa. Torno sul tema dell’innocenza, e voglio dire che in Borges questo non c’è.
Bruno. La madre Pasifae è colpevole, ma a pagare il fio è il figlio…
Nicoletta. Esiste un rapporto affettivo di Minosse con il Minotauro. Ma ricordiamo che i greci non avevano pietà per la differenza, Dürrenmatt dà una lettura diversa di questo.
Dina. E’ importante e centrale il tema dell’innocenza, verso questo essere si può provare solo simpatia. Ed è vittima dall'inizio alla fine.
Bruno. A questo proposito segnalo il bellissimo film di Sean Penn “La promessa”.
Marina. Vorrei sottolineare il fatto che Dürrenmatt fa il racconto di una giornata sola del suo personaggio, dal suo risveglio alla vita, della scoperta di sé, dell’altro, della fiducia con cui va incontro all'altro e dell’annientamento che ne risulta. Di nuovo, per me, lo scrittore ci ha voluto rappresentare il tema dell’adolescenza, che sia anagrafica, cioè letterale, oppure solo simbolica, questo è il momento di cui, credo, volesse parlare con questo racconto.

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