Franco. Informo che questo libro è on
line sul sito www.altrestorie.it
Mariella. Per me questo libro è un pezzo
di bravura, è struggente, lirico, tragico, molto coinvolgente. Dürrenmatt è uno
scrittore molto bravo. La storia di questo mostro che subisce senza capire il
suo destino, mentre cerca di scoprire se stesso e il mondo altro da sé, questi
specchi che rimandano continuamente la sua figura, la realtà che alimenta la
finzione… E’ vittima dall'inizio alla fine del racconto. L’elemento degli
uccelli, descritti sempre senza un accento sul loro atto cruento. Infine, trovo
centrale il tema dell’incoscienza e della disperazione.
Franco. Sottoscrivo quanto detto da
Mariella. A me ha molto emozionato, trovo che tutto il racconto abbia un impianto
teatrale con la potenza del monologo.
Mariella. A me piacerebbe farlo leggere
ai bambini…
Nicoletta. Per me non è una lettura da
bambini, è troppo disturbante. Forte. Peraltro, i bambini secondo la mia
esperienza, hanno un atteggiamento di grande naturalezza nell'accettare la
diversità e l’handicap.
Mariella. Io pensavo di farlo leggere a
bambini piccoli, mi interesserebbe capire il genere di emotività che potrebbero
esprimere…
Franco. A me pare un racconto per
persone mature. Evoca temi e scenari scabrosi, pur facendolo sempre con grande
innocenza. Vorrei notare anche qualche richiamo comico, per esempio, nell'incontro scontro con Teseo, che mi fa venire in mente una serie di scene
di film.
Nicoletta. L’ambientazione con gli
specchi mi ha fatto venire in mente i salotti buoni di una volta con il buffet
e il controbuffet con gli specchi che rimandavano l’immagine all'infinito, direi,
angosciante…
Franco. A proposito, il labirinto in
cui vive il Minotauro è come un caleidoscopio, del resto tutto il racconto è
ricco di suggestioni ed è come se si svolgesse in un tempo sospeso.
Nicoletta. Il labirinto… Questo libro mi
ha suscitato tanti interrogativi…
Franco. C’è una regola aurea per
uscire dai labirinti: occorre sempre mantenere un lato.
Marika. Il libro mi ha impressionato soprattutto
verso la fine, quando il Minotauro crede di aver trovato un amico ed è felice
per questo…
Loredana. L’ho letto di corsa, mi
dispiace, ma posso dire che trovo il racconto una metafora dell’esistenza. Ci
sono numerosi significati possibili che richiamano alla filosofia del vivere. Tra
questi, la scoperta che esistono tanti punti di vista diversi. E’ un racconto
che stimola molti pensieri sulla vita. E poi trovo che ci sia c’è una grande bellezza
e poesia nella sua scrittura.
Maria Teresa. Mi sono fatte tante domande
personali leggendolo. L’avevo già letto e rifiutato venti anni fa, rileggendolo
oggi mi ha sconvolto. E’ pieno di risvolti psicanalitici. Pensiamo alla
relazione con l’altro, cruciale, poi, al tema dell’innocenza, il tutto immerso
nel dato di fatto che il Minotauro è un mostro. E poi ancora, il rapporto con
Teseo. Ci sono suggerimenti infiniti. Riguardavo il racconto di Borges “La casa
di Asterione” sullo stesso mito e trovo che in questo di Dürrenmatt ci sia una
passione più profonda. A me ha smosso tante riflessioni personali, anche
difficili.
Marina. Condivido tutto quello che è
stato detto finora, aggiungo che mi pare che Dürrenmatt in questo racconto
abbia voluto parlarci in particolare del tema dell’adolescenza.
Laura. Premetto che io con la lettura
non ho mai un approccio realistico, dunque, questo racconto mi sembra la
metafora di una presa di coscienza, il Minotauro è il soggetto che prende coscienza,
esce da se stesso, ma quando corre fiducioso incontro all’altro ne viene
sopraffatto e disilluso. Il labirinto è il nostro cervello, con i suoi emisferi
destri e sinistri e le relative distinte funzioni. Comunque, ho trovato questo
libro molto profondo, mi ha aiutato a capire tante cose.
Gisella. Per me il racconto di Dürrenmatt
ha un riferimento con la psicanalisi, non con la mitologia, che per i greci era
la presa di coscienza a cavallo tra ragione e inconscio. Si verifica lo stesso
in tante altre favole, per esempio, Amore e Psiche.
Bruno. Per me l’aspetto essenziale è
il mito, declinato in vari modi. Faccio notare che nel Medioevo il Minotauro
aveva il significato di Satana, mentre Teseo rappresentava il redentore.
L’invenzione di Dürrenmatt di rivestire il labirinto di specchi crea giochi
infiniti. Suggerirei anche il confronto con il racconto di Borges, che sottolinea
l’aspetto dell’orgoglio del Minotauro di essere unico. Per me il lavoro di Borges
è molto più efficace, quello di Dürrenmatt è scritto benissimo ma è più povero
di senso.
Maria Teresa. Torno sul tema dell’innocenza,
e voglio dire che in Borges questo non c’è.
Bruno. La madre Pasifae è colpevole,
ma a pagare il fio è il figlio…
Nicoletta. Esiste un rapporto affettivo
di Minosse con il Minotauro. Ma ricordiamo che i greci non avevano pietà per la
differenza, Dürrenmatt dà una lettura diversa di questo.
Dina. E’ importante e centrale il
tema dell’innocenza, verso questo essere si può provare solo simpatia. Ed è
vittima dall'inizio alla fine.
Bruno. A questo proposito segnalo il
bellissimo film di Sean Penn “La promessa”.
Marina. Vorrei sottolineare il fatto
che Dürrenmatt fa il racconto di una giornata sola del suo personaggio, dal suo
risveglio alla vita, della scoperta di sé, dell’altro, della fiducia con cui va
incontro all'altro e dell’annientamento che ne risulta. Di nuovo, per me, lo
scrittore ci ha voluto rappresentare il tema dell’adolescenza, che sia
anagrafica, cioè letterale, oppure solo simbolica, questo è il momento di cui,
credo, volesse parlare con questo racconto.
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