a cura di Marina di Leo
Abbiamo deciso di provare a stilare
ogni volta (prendendosene cura a turno) un riassunto
degli interventi fatti negli incontri.
Quello che segue, riguarda la riunione del 18 marzo, su "Cassandra". Questa volta, avendo preso la decisione
"in corsa" il quadro degli interventi è sicuramente parziale ed
incompleto. Tutti mi vorranno scusare delle imprecisioni commesse, del resto
questo testo è modificabile ed estendibile da chi voglia chiarire il suo
pensiero ed aggiungere qualche altra considerazione anche emersa nell’incontro
pregresso…..
-
E' chiaro che lo stile complessivo di tutto il libro è dominato dal flusso
di coscienza della protagonista che parla in prima persona. Comunque
ho avvertito una certa fatica nella lettura. Ho notato una relazione, voluta da
parte della scrittrice, con il contesto storico e politico della situazione
tedesca vissuta in quel momento. Domanda:
il personaggio di Enea non vi appare poco sviluppato ed esplicitato? Non è
chiaro perché Cassandra nutra un sentimento così forte nei suoi riguardi?
-
Risposta: forse la scrittrice mitizza la relazione che corre tra i
due.
-
La storia di Cassandra come pretesto per la Wolf di parlare della situazione di
oppressione vissuta nel suo Paese.
- A proposito della veggenza
di Cassandra: la sua è una capacità di penetrare nella psiche dell'altro, in un
processo di negazione del proprio sé.
-
Propongo di lasciare una traccia scritta di queste nostre discussioni, sarebbe
un arricchimento per tutti. Condivido le osservazioni circa la "pesantezza"
e difficoltà di lettura del testo, ma per me il mito contiene una grande
potenza evocativa che la Wolf è riuscita a esprimere in pieno. C'è molto di
Cassandra nella storia personale della scrittrice, che si rilegge
attraverso Cassandra e si analizza. Per me questo è un libro che invita a
pensare.
- Domanda: lo considerate un
libro datato?
- Risposta: per me è
"collocabile" (in un tempo e in
un luogo dati. ndr)
- Per me rappresenta
il percorso di crescita di una donna, dal suo esordio, quando Cassandra scopre
il suo dono e desidera il potere in generale, fino alla fine e alla negazione e
al sacrificio in nome del suo proclamare un no deciso alla guerra.
- Ravviso una marcata
"femminilità" dall'inizio alla fine del romanzo.
-
Tornerei al flusso di coscienza come chiave centrale del libro, in quanto auto
analisi, quasi un bilancio della sua vita intera, alla vigilia della sua stessa
morte. Cassandra ripercorre la sua vita a ritroso e traccia il suo percorso di
crescita, una presa di consapevolezza del proprio essere donna, ci mostra tutti
i passaggi, anche molto dolorosi,
dell'infanzia, della pubertà, e via dicendo, della caduta delle sue illusioni
circa il potere del suo dono, fino al drammatico epilogo. In questo senso è
come un libro-madre per le donne che vogliano interrogarsi e guardare dentro di
sé. E' un libro che tocca tantissimi temi fondanti per la crescita
femminile.
-
Per me contiene un limite di natura letteraria: i ricordi di Cassandra
affiorano in modo frammentario con sovrapposizione di tempi e luoghi.
Interessante l'interpretazione di Elena come fantasma. Tutto il libro
è ricchissimo di spunti di riflessione femministi.
-
Segnalo un intervento di Eva Cantarella proprio a proposito della figura di
Elena, mai esistita veramente.
-
Questo libro è a metà tra un saggio e un'opera letteraria, un'operazione
difficile da far riuscire.
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